«IL SOLITO VIZIETTO DELLE RACCOMANDAZIONI»
Il pentastellato Perrino rilancia il j’accuse dell’ex presidente Stabile su «pressioni» e «ingerenze»
LUCANA FILM COMMISSION BARDI E BUSCIOLANO CONTINUANO A TACERE, IL M5S INSISTE: «SI RIFERISCA IN CONSIGLIO»
Sulla vicenda della Lucana Film Commission, con il presidente della Regione Bardi che per mano del capo di Gabinetto Busciolano ha revocato, via CdA, il mandato di presidente della Fondazione a Roberto Stabile, causa «dichiarazioni rese pubblicamente», il centrodestra continua a tacere nonostante i “fatti” accaduti nel privato del Consiglio di amministrazione della Fondazione, siano più che noti. Il centrodestra regionale continua a tacere, inoltre, nonostante le accuse lanciate dallo stesso Stabile sulle «ingerenze» della politica e sulle «varie pressioni ricevute, in modo più o meno diretto, per fare assunzioni o supportare progetti in modalità dirette e non del tutto trasparenti».
Chi invece ha rilanciato le parole dell’ex presidente della Lucana Film Commission, è il consigliere regionale del Movimento 5stelle, Gianni Perrino: «Lasciano l’amaro in bocca le parole di Roberto Stabile ». «C’è da dire – ha aggiunto Perrino – che da parte degli operatori del settore cinematografico lucano si era creato un particolare interesse sul nuovo corso della Lucana Film Commission.
La prima edizione dell’Audiovisual Producers Summit aveva messo Matera al centro delle dinamiche dell’industria audiovisiva mondiale. Il tutto dopo la gestione targata Paride Leporace caratterizzata perlopiù da interviste, cineforum, banchetti ed eventi autoreferenziali in tutti gli angoli del mondo». «Più volte – ha rimarcato Perrino – abbiamo sottolineato come Lfc fosse lontana dalla sua mission vera e propria ovvero quella di investire seriamente nella formazione di professionalità nel settore cinematografico, creando le premesse per la creazione di un “indotto” lucano utile alle produzioni, anche internazionali ,che decidono di venire a “girare” in Basilicata.
Purtroppo il j’accuse di Stabile è l’ennesima conferma di come vengono intesi questi organismi da parte degli amministratori che si alternano negli anni. Sono gravissime le affermazioni sulle varie pressioni ricevute “per fare assunzioni o supportare progetti in modalità dirette e non del tutto trasparenti”. Stabile non ha ritenuto elegante fare l’elenco di queste pressioni, ma a nostro avviso avrebbe fatto meglio a renderlo pubblico. I cittadini lucani e soprattutto gli operatori del settore hanno il diritto di conoscere chi c’è dietro questo modus operandi che ormai da decenni massacra il tessuto socioeconomico di questa regione».
«Auspichiamo – ha sottolineato Perrino – venga fatta al più presto chiarezza su questa vicenda, in maniera tale che Lfc possa riprendere seriamente le attività per cui è stata creata, possibilmente senza interferenze da parte della politica e dei centri di potere che tanti danni hanno causato a questa terra. Dal canto nostro, nelle scorse settimane, avevamo proposto la possibilità di integrare le attività della fondazione con una parte dedicata alla gamification, settore che ha tanto da offrire al mondo con un potenziale molto ampio». «Ci auguriamo – ha concluso il consigliere regionale del Movimento 5stelle, Gianni Perrino – che si dia al più presto seguito a quanto riportato nel nostro ordine del giorno, approvato durante una delle ultime sedute di Consiglio Regionale».
Anche perchè, si potrebbe aggiungere, in pochi, per non dire nessuno, credono ancora alla versione ufficiale di Bardi e Busciolano e cioè che Stabile sia stato fatto fuori per aver dichiarato nel novembre scorso a un quotidiano nazionale: «Il lavoro della Regione è gestito da una maggioranza poco coesa e per questo particolarmente rallentato». Molto più probabile, il centrodestra tace, che a suscitare l’ira di Bardi e Busciolano sia stata la volontà, da Stabile ribadita in più occasioni e sin dall’inizio del suo mandato, di voler rendere la fondazione «una struttura di servizio, agile ed efficace, per le produzioni che attireremo, ed erogare servizi di prim’ordine spendendo noi sul territorio i fondi destinati al supporto delle produzioni, e non distribuire denaro come un bancomat».