SIMONETTI NON RISPONDE
Monta il caso graduatoria ad Atella
Chi ha la coda di paglia vede accendini nelle mani di chiunque e anche domandare non sarebbe più lecito, sarebbe per loro lesa maestà. È questa l’inevitabile conclusione a cui è giunto non solo il cronista ma la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica di Melfi che, non tenuta per piaggeria o “consorteria”, non può che etichettare in questo modo lo sfogo social in cui è caduto inaspettatamente il consigliere comunale Luigi Simonetti prossimo all’assunzione da parte del Comune di Atella come istruttore amministrativo contabile.
Sarà forse l’abitudine a parlare da politico o la carenza di esperienza proprio nella qualifica nella quale è stato considerato idoneo ed assunto, se è sfuggito all’ex candidato sindaco, clamorosamente sconfitto, che la richiesta di chiarimenti in merito alla procedura concorsuale era rivolta al Comune di Atella, e non al suo futuro dipendente che si è sentito così tanto oltraggiato, vilipeso, ingiuriato. Così, dopo anni, il consigliere comunale si è deciso a parlare, anche se probabilmente a sproposito e sempre da solo e non in confronto.
Un confronto che invece Simonetti chiedeva in campagna elettorale a Giuseppe Maglione, sebbene fosse maliziosamente affidato ad amici (non giornalisti) faziosi e vecchi, soprattutto per mentalità, e che il futuro sindaco, che fesso non è, ha demandato direttamente all’urna giudice, questa sì, sempre imparziale. E sappiamo tutti come è andata a finire con il voto popolare di Melfi che, non tenendo conto solo dei pochi “yes man” rimasti a disposizione del buon consigliere comunale, ha evidenziato il peggiore distacco di sempre per un candidato sindaco del Pd. E questo è un dato oggettivo ed incontrovertibile.
Inoltre, quella che Simonetti definisce campagna mediatica di discredito orchestrata da “consorterie” non meglio specificate (laddove già il termine consorterie costituisce un’implicita grave illazione di cui risponderà anche lui nelle sedi opportune) non è altro che un monologo dovuto esclusivamente alla pervicace volontà del medesimo di negarsi a qualunque dibattito, confronto o domanda. Ed è stato l’unico, in tutto il panorama del centrosinistra melfitano, ad optare per questa sfingea scelta del silenzio giacchè, tanto prima che dopo le elezioni amministrative di ottobre, nessun altro esponente dell’intera coalizione si è costantemente negato al contraddittorio. Ma questo è chiaro a tutti, compresi i suoi alleati ormai sempre meno numerosi, come dimostra il tonfo elettorale!
Ma torniamo all’articolo che tanto lo ha infastidito. Anche dopo quella che definisce “semplice, preventiva e corretta verifica” degli atti pubblicati dalle Amministrazioni interessate, che se fosse più avvezzo alle procedure di certo non definirebbe tale, alcuni dubbi restano irrisolti e, trattandosi di leciti interrogativi che qualunque cittadino si è posto, è stato rivolto l’invito all’Amministrazione interessata a spiegare, sempre che lo voglia e solo per chiarezza, le ragioni poste a base della sua discrezionale scelta assunzionale.
Già, una scelta discrezionale, perché la procedura adottata dal Comune di Atella e che ha portato all’assunzione illustre non era la sola che si potesse esplicare, come previsto dallo stesso Regolamento dei concorsi e delle altre procedure di assunzione adottato dal Comune medesimo il 19 marzo 2021 (art. 2) e, anche all’interno di tale scelta, sono state assunte soluzioni non vincolate, ma discrezionali sulle quali si è chiesto, sempre all’Ente, di volerne comunicare le ragioni.
All’Ente che le ha adottate, non al futuro dipendente.
Nel Piano assunzionale 2021-2023, con riferimento all’anno 2021, adottato con D.G.C. del 19/03/2021 per la figura di istruttore amministrativo contabile part time è stata prevista, come modalità di reclutamento: “Eventuale mobilità esterna/Scorrimento graduatorie/procedure concorsuali ex art. 35 D. Lgs. 165/2001” salvo poi disporre, con determinazione n. 356 Racc. Gen. del 30/07/2021, prima di attivare le procedure di reclutamento, il ricorso all’utilizzo di graduatorie formate da altri Enti.
E’ legittimo interrogarsi su questioni legate a questa procedura o non se ne può nemmeno parlare per timore di offendere altrui sensibilità?
Questioni tipo la mancata indizione di un proprio concorso pubblico o di una procedura di mobilità esterna (che è diversa dalla procedura citata dell’art. 34 bis) o lo svolgimento associato di procedure concorsuali con altre Amministrazioni, che il regolamento comunale indica come alternative all’uso di graduatorie evenienti da procedure eseguite da altri enti. Nel Regolamento comunale, inoltre, il concorso “costituisce il procedimento di riferimento per l’accesso agli impeghi” ma tale principio, approvato in una Delibera di Giunta Comunale, è sovvertito nel successivo atto dirigenziale (DD. 365/2021) dove si assume che la decisione di scorrimento della graduatoria preesistente ed efficace rappresenta ormai la regola generale, mentre l’indizione del nuovo concorso costituisce l’eccezione e richiede un’apposita e approfondita motivazione, che dia conto del sacrificio imposto ai concorrenti idonei e delle preminenti esigenze di interesse pubblico. Tale sovvertimento sarebbe fondato su giurisprudenza contabile (Deliberazione n. 85/2020/PAR Sardegna) che adotta questo orientamento per le graduatorie vigenti dell’ente medesimo, laddove per l’uso di graduatorie di altri enti, la citata giurisprudenza contabile precisa “la natura discrezionale dell’amministrazione in merito alla decisione di avvalersi delle graduatorie di altri enti, i cui limiti si rinvengono nei principi generali dell’ordinamento (ragionevolezza, efficacia, efficienza, trasparenza, imparzialità, ecc. …) e nelle regole di concorsualità per l’accesso ai pubblici uffici, come statuito dall’art. 97 Cost. (vedasi anche Cdc – Sezione regionale Controllo Piemonte n. 3/2019/PAR e n. 114/2018/PAR). In altri termini, il “previo accordo” deve, infatti, inserirsi in un chiaro e trasparente procedimento di corretto esercizio del potere di utilizzare graduatorie concorsuali di altre amministrazioni, allo scopo di evitare ogni arbitrio e/o irragionevolezza o violazione delle regole sulla concorsualità e, quindi, sull’imparzialità dell’azione amministrativa.” (deliberazione n. 290/2019/PAR Sezione regionale Controllo Veneto). Appunto, una scelta discrezionale del Comune di Atella.
E ancora, questioni tipo la scelta di utilizzare la graduatoria di un altro ente dopo la sua formale approvazione, tenendo conto che pareri del Ministero richiedono che gli accordi avvengano “preferibilmente prima della formale approvazione della graduatoria allo scopo di evitare che la procedura stessa possa costituire una modalità di elusione delle norme che vietano la possibilità di effettuare richieste nominative di candidati inserite nelle predette graduatorie e per dare la possibilità a tutti i cittadini di poter partecipare [al concorso] sapendo, sin dalla pubblicazione del bando, il numero complessivo dei posti messi a concorso e presso quali enti potrebbero essere chiamati a ricoprirli, in attuazione dei principi di imparzialità e buon andamento”.
Questioni tipo la scelta della procedura dell’avviso rivolto direttamente agli idonei che, sempre lo stesso regolamento, considera alternativo alla richiesta effettuata direttamente dall’Ente alle altre Amministrazioni.
Sono tutte scelte discrezionali, della cui legittimità non siamo né giudici né interpreti, e di cui il Comune, che ne avrà di certo fornito adeguata motivazione, se vorrà, potrà spiegare alla nostra Redazione.
Si rammenta, inoltre, che non tutti i documenti della procedura sono pubblicati e che, pur citati, non sono visibili (si pensi, ad esempio, al verbale del 27/08/2021 nel quale si dà atto delle procedure di valutazione espletate dal Comune di Atella sia con riferimento all’istruttoria delle manifestazioni di interesse pervenute che ai previsti criteri di priorità). Ancora una volta la mancanza di esperienza amministrativa non aiuta.
Al cronista, come all’opinione pubblica, non interessa fare il processo al concorso la cui legittimità non è stata messa in dubbio, sebbene il suo vincitore si senta accusato proprio di questo pur non essendo il diretto, esplicito, destinatario delle domande che sono state rivolte all’Ente. Giova sottolineare più volte questo fraintendimento del consigliere Simonetti perché, per quanto si possa rilevare una sua comprensibile sensibilità sul tema, mostra ancor di più il perpetrarsi della sua scelta di negarsi al confronto.
Simonetti, infatti, risponde al posto del Comune di Atella, senza averne titolo né responsabilità, ma non risponde alla sola domanda che è stata rivolta a lui direttamente, che è puramente politica e che rientra nelle categorie dell’opportunità e della coerenza politica, e non a quella della legittimità.
Gli si chiede ancora, e forse non lo sapremo nemmeno nel Tribunale che lo stesso adirà come solennemente promesso davanti alla corte di Facebook e dei suoi “Yes Man”, se ritiene opportuno continuare a sedere sia al Comune di Melfi come consigliere comunale che a quello di Atella come dipendente quando, nei confronti di altri esponenti politici nella sua medesima situazione, la sua area politica, mentre i Capitan Uncino fremebondi abituati a sobillare ne facevano cassa di risonanza (gli stessi che dovevano “moderare” il confronto pre-elettorale), richiedeva a gran voce di scegliere tra l’uno e l’altro ruolo ritenendoli incompatibili, se non peggio.
La richiesta amministrativa era rivolta al Comune di Atella, quella politica al consigliere comunale di Melfi Simonetti. Lo si ribadisce, non tanto per i destinatari, che non dubitiamo che abbiano capito bene cosa fosse stato chiesto ed a chi, quanto per la pletora dei servitori sciocchi che fomentano lo scontro sterile in un partito che di Democratico, da quel che si legge, sembra conservare soltanto solo il nome.
Solidarietà sbandierata (ma poi per cosa?) ma non un briciolo di senso critico, almeno da quel che si legge pubblicamente.
E siccome a pensar male si fa peccato ma quasi sempre ci si azzecca, non si esclude nemmeno che il “mal consiglio” di parte della “consorteria alleata” che, pur essendo emotivamente distaccata fomenta la reazione scomposta, sia funzionale proprio al definitivo ricambio al vertice del Partito a Melfi, visto il disastroso risultato delle ultime elezioni e la reazione disgustata dell’opinione pubblica che ha ben capito come la richiesta di chiarimenti non era un attacco personale, come è stato furbescamente fatto passare per aggirarla, ma un’istanza di trasparenza e coerenza politica. Questa sconosciuta!
Ma non ci è riuscito. Spostare il discorso su un piano personale con conseguente attacco altrettanto personale non ha distolto l’attenzione di chi ancora aspetta di sapere che farà Luigi Simonetti una volta assunto al Comune di Atella. Se vorrà rispondere, questa Redazione, che non è una “consorteria”, né specifica (magari Simonetti vorrà specificare anche a cosa si riferisce) né generica, sarà lieta di raccogliere la sua intervista. Tuttavia se riterrà di non farlo questo non impedirà alla stampa di parlarne senza che la mancanza di confronto, frutto di una sua libera scelta, possa essere definita campagna mediatica o tendenziosa mistificazione solo perché non gradita.
L’essere stato per anni al centro della vita politica cittadina e regionale, con ruoli e incarichi pubblici, abilita stampa e opinione pubblica a farsi domande, con buona pace per chi voleva far passate tutto sotto il più stretto riserbo.
Intanto, ai tanti giovani lucani che studiano per vincere concorsi nella propria regione e che, tranne in rare eccezioni, non riescono nemmeno a posizionarsi tra gli idonei, formuliamo il nostro migliore augurio di buon Natale. Ritentate, magari sarete più fortunati, non di rado altrove.