L’EROTISMO SEGRETO DI “POSTALMARKET”
Lettere lucane
L’altro giorno, in edicola, sono rimasto sorpreso nel vedere una pila di “Postalmarket” – la famosa rivista di vendita per corrispondenza nata nel 1959 – in bell’evidenza. Ho preso in mano una copia e l’ho sfogliata con una strana emozione, perché per noi che siamo stati adolescenti negli anni ‘80 “Postalmarket” è un pezzo della nostra formazione erotica. Inutile nasconderlo, negare l’evidenza: noi maschi andavamo subito a sbirciare le pagine della biancheria intima femminile, e rimanevamo letteralmente a bocca aperta di fronte alle immagini delle mutandine trasparenti indossate da modelle dal corpo statuario. La prima cosa che l’altro giorno ho fatto sfogliando “Postalmarket” è stata proprio verificare se anche oggi – in epoca di diffusione massima di immagini erotiche su internet – ci fossero ancora le famigerate pagine di vendita della lingerie femminile. E ho scoperto che ci sono, proprio come in passato, come non fosse, nel frattempo, trascorsa un’era geologica comunicativa. Ho sorriso, e ho rimpianto un po’ quell’epoca – collettiva e personale – quando bastava un frammento di donna spiato come da un buco della serratura per provare piaceri tumultuosi. Ignoro quanto possa funzionare oggi “Postalmarket”, che più che altro mi sembra una raffinata citazione vintage, una sorta di “madeleine” proustiana delle nostre fantasie adolescenziali; ma per onorare una stagione della mia vita di maschio provinciale ne ho acquistato una copia. Non so per quale ragione il “Postalmarket” arrivasse a casa nostra a Fratta – nessuno mai in famiglia ha acquistato qualcosa per corrispondenza. Ma so che per me sfogliare quella rivista significava compiere un qualcosa di segreto. Oggi purtroppo il nostro immaginario totalmente pornografico sta annientando la fantasia, che è ciò che rende febbrile l’erotismo e il desiderio. Come quando sfogliavamo “Postalmarket” col batticuore.