SE BARDI SEMBRA AVER TROVATO LA QUADRA PER SOSTITUIRE I 2 ASSESSORI INDAGATI, GUARENTE NO: A SANTO STEFANO, DECADE CANNIZZARO
In Regione accordo vicino. Al Comune di Potenza posizioni distanti: FdI non cede e il sindaco traballa
POTENZA. Per il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, le trattative romane con i vertici dei partiti di centrodestra sembrano essersi chiuse in modo positivo. Il rimpasto di Giunta vociferato ormai da mesi che doveva gia accelerarsi con le dimissioni dell’assessore alle Attività Produttive Franco Cupparo (di oltre due mesi fa), avrebbe raggiunto una svolta importante nei giorni scorsi. Motivo che ha portato il governatore lucano ad incontrare i leader del centrodestra nella capitale.
Dopo gli incontri con la Meloni e Salvini Bardi al Consiglio regionale di domani dovrebbe avere tutti i numeri per procedere tranquillamente ai lavori dell’Assise senza ricevere altre spiacevoli sorprese come in quello precedente che non si è neanche riuscito a svolgere. Il quadro del centrodestra lucano dovrebbe essere stato ben ridisegnato dai leader nazionali. Il presidente Bardi, secondo voci molto insistenti, dovrebbe prima della fine dell’anno presentare il suo nuovo esecutivo che prevede due assessori a testa a Lega e Fratelli d’Italia e uno solo a Forza Italia. Uno schema che andrebbe a riequilibrare le forzi presenti in Consiglio che al momento vedono Lega e FdI con la pattuglia più numerosa tra i banchi e di riflesso avere un assessore in più in Giunta rispetto a FI che si è andata ad indebolire. Ma se in Regione la situazione sembra ormai essere vicina a una soluzione al Comune di Potenza la faccenda resta delicata e molto ingarbugliata.
Fratelli d’Italia non avrebbe preso bene le parole del sindaco leghista Guarente che ha precisato come la crisi non è di maggioranza ma tutta interna ad un partito aggiungendo in modo più che pungente che tra questi «ci sono alcuni consiglieri che sin dall’inizio hanno minato la condizione della macchina amministrativa con il solo unico fine di destabilizzare gli equilibri. Se questo è il modo di fare politica possono anche valutare l’ipotesi di dimettersi». I meloniani avrebbero storto il muso nel leggere la reazione del primo cittadino che secondo il loro parere avrebbe cosi sminuito le loro richieste tanto di una revisione dell’azione amministrativa quanto di un rimpasto di Giunta.
L’empasse che si è creato non è dei migliori se si considera che entro il 31 dicembre andrebbero votate le variazioni di bilancio. Il Comune, per una massa debitoria da 80 milioni di euro ereditata dalla commissione di liquidazione del precedente dissesto, rischia un nuovo default e senza l’approvazione la situazione amministrativa rischia di diventare più grave di quella attuale. Prima della data dei nuovi lavori dell’Assise però dovrebbe essere convocata una riunione di maggioranza dove tutti i nodi verranno al pettine. Sul tavolo le controversie che restano alla base delle “richieste” di Fratelli d’Italia a cui però si aggiungono anche le prese di forza della Lega che di conseguenza ha chiesto le dimissioni degli assessori meloniani Giuzio e Galella.
Dalla Meloni sulla questione sarebbe stato messo un punto: la riconferma di Giuzio e Galella e la richiesta al sindaco tutt’al più di una terza postazione da concedere all’aria fittiana del partito. Postazione che però sembra essere molto lontana dall’essere raggiunta considerato che proprio in Regione Basilicata, la corrente fittina di FdI, avrà un nuovo assessore nella persona di Latronico. In questo modo va ad indebolirsi la loro posizione di avanzare ulteriori pretese.
Ma è chiaro che il sindaco dovrà quanto prima prendere una decisione entro il prossimo Consiglio regionale che si terrà per forza entro il 31 dicembre, ma non è detto che Guarente abbia i numeri per l’approvazione. Se non ci sarà un accordo il provvedimento che verrà presentato dall’assessore di FdI Giuzio salta, a meno che qualcuno dell’opposizione non faccia da stampella. Cosa probabile, visto l’intervento del consigliere comunale di minoranza Giuzio (Basilicata Possibile) sembra essere andato proprio in quella direzione.
Di fatti ha consigliato il sindaco di non cedere «ai ricatti » di quel gruppo di maggioranza dissidente e di guardare oltre. In sostanza un invito, come già successo anche in altri casi, in cui il gruppo di Tramutoli ha mantenuto in piedi il Consiglio e la maggioranza. A leggerla così anche il capogruppo di IDeA Di Giuseppe che in modo veemente ha chiesto però ai tramutoliani di stare al posto loro e a Guarente di ricompattare la maggioranza che i cittadini hanno scelto per amministrare e che ovviamente non comprende il gruppo di “Basilicata Possibile”. Il dato politico però resta. Guarente potrebbe anche andare avanti con la “stampella” dell’opposizione ma avrebbe una maggioranza ridisegnata e ad ogni emendamento da votare in Consiglio l’approvazione non sarebbe poi così scontata, anzi.
Al momento però il gruppo “dissidente” di FdI ha innescato una crisi di non facile soluzione. Il 26 dicembre prossimo inoltre è in scadenza anche l’ufficio di presidenza. Francesco Cannizzaro non sarà più il presidente del Consiglio. A differenza della Regione lo stato comunale prevede che una volta scaduto l’ufficio di presidenza decada. E faccia il facente funzioni il consigliere anziano che non è quello più anziano di età ma quello che ha preso più voti nella lista più votata. Nel caso di specie toccherà alla Lega ed essendo la D’Ottavio una assesora, subito dopo di lei c’è Rocco Bernabei. Bernabei che però nel mezzo della consiliatura è passato appunto a FdI. E così se anche sull’ufficio di presidenza non dovesse esserci un accordo toccherà a Bernabei guidare fino a nuovo ordine il Consiglio lasciando una “vittoria” nelle mani dei meloniani.
A tenere certamente le redini in mano sono i meloniani, anche se Guarente come annunciato anche in Consiglio potrebbe stupire con una presa di posizione coraggiosa. Non volendo sottostare a «ricatti » come annunciato nei lavori del Consiglio potrebbe constata l’assenza dei numeri decida di dimettersi. Ipotesi che nella maggioranza, per quanto il sindaco provi a mantenere il punto con una presa di posizione dura, nessuno prende neanche in considerazione.
È molto più probabile che dalla prossima riunione di maggioranza una delle due parti ceda a qualcosa, ritrovando una sintesi tanto sul programma quanto sul rimpasto di Giunta. Non resta che attendere dunque. Sicuramente dal prossimo Consiglio comunale si comprenderà se Guarente sia riuscito a ricucire lo strappo nella maggioranza o se una poltrona vale più della coerenza politica.