IN RICORDO DI ROSSELLA
I colleghi hanno scelto il Silenzio
Il silenzio. Questa è stata la modalità prescelta dai colleghi di Rossella per ricordarla nel luogo in cui sabato 18 dicembre ha perduto la vita, travolta da un autobus all’uscita dallo stabilimento della Zona Industriale di San Nicola dove lavorava.
Il buio. Il colpevole, ma non il solo. La scarsa illuminazione di quella parte di strada che Rossella e le sue colleghe attraversavano all’uscita dal lavoro era un nemico conosciuto ma non per questo meno insidioso. Tutte le sere che lei e le sue colleghe riuscivano a passare indenni quel tratto di strada che, ad un cambio turno che coinvolge migliaia di lavoratori con i relativi mezzi di trasporto, erano vissute con senso di sollievo che non fosse accaduto nulla. Ma la mancanza di sicurezza collegata alla illuminazione insufficiente era noto ai dipendenti, ai sindacati. Qualcuno non ha adempiuto a quel che doveva fare e chissà, magari se quel maledetto tratto di strada fosse stato più illuminato, questa tragedia sarebbe stata evitata.
Il dolore. Quello della famiglia, dei colleghi, di un’intera comunità che é quella dell’intera area industriale di Melfi e che abbraccia tre regioni, tanti comuni e che si sente tutta, indistintamente ferita dall’assurdità di questo incidente.
La speranza. Non resta che questa, insieme al ricordo per una giovane mamma che non tornerà più a casa dai suoi figli, affinché questa morte tanto tragica e tanto inaccettabile non resti vana e faccia da stimolo, oltre che da rimorso, per chi aveva il dovere di evitarla e, oggi, ha l’obbligo improcrastinabile di evitare che si ripeta.
Tuttavia, oltre alla dimensione sociale dell’evento tragico che é stata tanto amplificata in questi giorni, rimpallata tra richiami alla responsabilità e rivendicazioni di odiose profezie, c’è una dimensione intima, personale che deve essere rispettata.
Rossella e i suoi colleghi non sono solo numeri di elenchi di vittime sul lavoro, matricole che non passeranno più il badge al cancello, parti di statistiche o dati utili per progettare nuove politiche. Sono lavoratori, sono persone, sono genitori e figli che stamattina, in un composto silenzio, hanno voluto rendere omaggio alla collega e alla donna che su quel selciato ha perduto tutto. Tutto, tranne il diritto a chiedere giustizia e la speranza affinché la stessa sfortuna sorte non tocchi anche ad altri. Come si sono detti sottovoce coloro che la ricordavano, Rossella sarebbe stata felice di sapere che la sua morte assurda sarebbe servita almeno ad impedire che la stessa tragedia possa ripetersi anche in danno di altri