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ADDIO ALLA STAGIONE DEI CONCORSI

Troppe spese per staff e dintorni: vincoli sforati, scatta il «divieto di nuove assunzioni a qualsiasi titolo»


Altro che «stagione dei concorsi» e «oggi si chiude una brutta pagina di precariato»: la Corte dei Conti di Basilicata e, con tempismo perfetto, anche la Corte Costituzionale, hanno ricordato al presidente Bardi, agli assessori e al centrodestra regionale sia che non sanno di cosa parlano e sia che in Regione è il 5° mondo della burocrazia italiana. Il Giudizio di Parifica del rendiconto generale della Regione Basilicata relativo agli esercizi 2019 e 2020, per Bardi e centrodestra è stato un vero e proprio bagno di sangue.

A livello giuridico, la Corte dei Conti lucana ha accertato la parifica dei Bilanci 2019-2020, con numerose e specifiche eccezioni di capitoli e poste date le difformità riscontrate e calcolati i relativi riflessi sul risultato di amministrazione e sui correlati saldi. In più, per entrambi i rendiconti, 2019 e 2020, non è stata parificata la parte accantonata e vincolata del risultato di amministrazione, nella misura in cui è stata riscontrata come non conforme alle prescrizioni ed ai principi dell’Ordinamento giuscontabile.

SFORATO IL TETTO DI SPESA: «DIVIETO DI ASSUNZIONI E STABILIZZAZIONI»

In altre parole, non tornano molte cose nei Bilanci di Bardi. Su tutte, colpisce la questione del personale. Dalla Corte dei Conti, una categorica prescrizione: l’accertata violazione del rispetto dei vincoli di spesa del personale, «determina il divieto di procedere ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, con qualsivoglia tipologia contrattuale, ivi compresi i rapporti di collaborazione continuata e continuativa e di somministrazione ». Divieto, è stato ricordato a Bardi che spende e spande, come da ultimo il maxi stipendio annuale per il suo consigliere Perri, che vale «anche con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto».

E non è ancora tutto, c’è di più: «È fatto altresì divieto di stipulare contratti di servizio con soggetti privati che si configurino come elusivi della presente disposizione». Assunzioni in Regione: forse dal 2025. Per una agevole comprensione, la Corte dei Conti ha ricordato come in riferimento alle assunzioni di personale in funzione della sostenibilità finanziaria, a decorrere dall’esercizio finanziario 2020, per la Basilicata la possibilità di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato «per una spesa non superiore al 13,5% del rapporto tra la spesa di personale e la media delle entrate correnti degli ultimi tre rendiconti approvati».

OBIETTIVO: RIENTRO NEI LIMITI DI SPESA PER IL 2025

Numeri e documentazione alla mano, però, la Corte dei Conti ha riscontrato che la «percentuale per la Regione Basilicata è del 13,93%», sicchè «la soglia limite del 13,5% non risulta rispettata e pertanto la regione dovrà adottare un percorso di graduale riduzione annuale del suddetto rapporto fino al conseguimento nell’anno 2025 del valore soglia». Può sembrare poco uno sforamento dello 0,43%, ma nel caso specifico, invece, si tratta di milioni di euro. In Regione, l’organo di indirizzo politico nè sa far quadrare i conti è conosce come formalmente si amministra la cosa pubblica. Basta citare due clamorosi esempi su tutti emersi nell’udienza di Parifica.

La Giunta regionale ha approvato le proposte di rendiconto, relative agli esercizi 2019 e 2020, «prive del prescritto e obbligatorio parere in via preventiva del Collegio di revisori». Altre violazioni di legge. Oppure, il secondo esempio, è continuata anche negli esercizi 2019 e 2020 l’“usanza” lucana di innestare debiti fuori bilancio e di procedere al relativo pagamento «in assenza della previa procedura di riconoscimento effettuata ai sensi dell’articolo 73 del Dlgs 118-2011», risultando, peraltro, «necessario che sia adeguato il fondo rischi e passività potenziali», che, per giunta, non è stato parificato dalla Corte dei Conti l’anno scorso, in quanto «sottostimato». E, non casualmente, il Consiglio regionale non ha riconosciuto debiti per l’ammontare di 4milioni e 150mila euro, «già formalmente pagati a seguito del pignoramento effettuato presso il tesoriere».

Un disastro. Così, come nel caso delle assunzioni in Regione, oltre i conti non quadra neppure la forma. E non quadra sul dettaglio più basilare. Come a dire, Bardi&Co. a slogan vanno di “stagione dei concorsi”, ma poi, come si fa, non lo sanno neppure. Imbarazzante che a Bardi e assessori regionali, la Corte dei Conti debba ricordare che per quanto concerne il piano triennale dei fabbisogni del personale, in base alla documentazione agli atti , è risultato che lo stesso per il triennio 2020-2022 «non è stato adottato» ed «è stato adottato direttamente il piano 2021-2023».

«Si ricorda – rammenda la magistratura contabile – che la normativa di riferimento, il Dlgs 165-2001, non prevede interruzioni e l’eventuale mancata adozione non consente l’assunzione di nuovo personale». Prima dell’udienza di Parifica, tra venerdì e lunedì scorsi, dalla Regione la fretta di far firmare i 112 precari da stabilizzare. Adesso, però, carta, i contratti firmati, per un po’ non canterà più. Come detto, piano di rientro sui costi del personale fino al 2025 e divieto di assunzioni a qualsiasi titolo, anche «con riferimento ai processi di stabilizzazione in atto ».

«RITARDI CRONICI»: PER BARDI E CENTRODESTRA URGONO «AZIONI CORRETTIVE»

Bardi&Co., così come avevano ampiamente dimostrato limiti amministrativi dell’entità di quelli citati, si confermano, nel senso letterale, privi di capacità di programmazione. Per esempio, ha fatto notare la Corte dei Conti, in ordine alla dinamica della programmazione, riscontrato che per l’esercizio 2020 il Documento di Economia e Finanza regionale 2020- 2022 «è stato approvato con 13 mesi di ritardo rispetto a quanto previsto dalla normativa » e dopo l’approvazione del bilancio di previsione approvato a marzo 2020.

Pertanto, in aperta violazione di legge, il bilancio di previsione 2020 «non è stato definito in base alle linee strategiche e alle politiche contenute nel documento di economia e finanza regionale (Defr) 2020/2022 che per legge deve precedere il bilancio di previsione».

Altro ritardo: la Giunta per l’anno 2019 ha provveduto alla relativa approvazione della relazione annuale della performance «con un anno di ritardo», mentre per la relazione sulla performance del 2020, «ha provveduto con circa cinque mesi di ritardo ». Da questi e altri casi, la Corte dei Conti non poteva non dedurre che con Bardi&Co., «i ritardi sono cronici e necessitano l’adozione azioni correttive».


Ferdinando Moliterni

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