ENEA, QUEL PASTICCIO SOTTOTRACCIA
Rotondella, appalto monitoraggio acque sotterranee affidato a impresa senza requisito: interviene il Tar
Inquinamento nucleare in Basilicata: clamorosa svista dell Enea sul centro Centro ricerche Trisaia. Il Tribunale amministrativo regionale (Tar) per la Basilicata, ha disposto l’annullamento dell’aggiudicazione dell’appalto, dal valore di 184mila euro a base di gara, per l’affidamento del «servizio di monitoraggio acque sotterranee all’area Enea-Centro Ricerche Trisaia».
Il provvedimento di aggiudicazione, risalente al 30 agosto scorso, era stato emanato a favore dell’Impresa Agri-Bio-Eco Laboratori Riuniti Srl. Ad impugnarlo, suo il ricorso accolto, la Lifeanalytics Srl.La ditta, in sintesi, ha contestato due dati: la violazione del principio di rotazione sul presupposto che la società Agri-Bio-Eco Laboratori Riuniti non avrebbe dovuto essere invitata alla gara, in quanto aggiudicataria uscente del servizio, e, l’assenza, in capo all’aggiudicataria, di un requisito richiesto. I giudici amministrativi lucani, hanno vagliato prioritariamente, «trattandosi di ragione decisoria più liquida», il secondo motivo di impugnazione citato, giudicandolo fondato.
L’analisi dei fatti, non ha lasciato al Tar margini di dubbio: «incontroverso » e «documentalmente provato» che l’aggiudicataria dell’appalto fosse «individualmente » sprovvista del Certificato di accreditamento della prova del Cromo VI, integrante un requisito di idoneità professionale prescritto dal Disciplinare di gara. Non a caso, è emerso che l’aggiudicataria avesse dichiarato, all’interno della Relazione tecnica allegata alla propria offerta, di utilizzare «un laboratorio terzo accreditato». Nel caso specifico, tuttavia, per il Tar di Basilicata, il subappalto è stato valutato «inidoneo ad integrare la carenza del requisito di qualificazione».
Anche perchè, la lex specialis di gara prevedeva che l’unica prestazione oggetto di affidamento sarebbe stata il «campionamento e analisi monitoraggio da svolgere nelle acque sotterranee», non statuendo alcunché in merito alla configurabilità della prova del Cromo VI come prestazione secondaria. Di conseguenza, effettiva carenza di qualificazione in merito al requisito richiesto dall’Enea, non potendo, in estrema sintesi, la vincitrice risultare sprovvista dell’effettiva capacità di analisi da svolgere in proprio e senza il ricorso a terzi.
Da ricordare che a nel luglio 2015, Enea e Sogin evidenziarono il superamento delle Concentrazioni Soglia di Contaminazione (Csc) dei limiti normativi previsti come il tricloroetilene e il cromo esavalente nelle acque di falda e terreno.
Di lì, per esempio, anche la decisione, a seguito di varie conferenze di servizio svolte sulla problematica, tra cui quella del novembre dell’anno scorso, di realizzare ulteriori piezometri per potenziare la rete di monitoraggio ed anche per monitorare la barriera dei piezometri «lato Nova Siri, avendo riscontrato superamento di Csc di altri analiti». Ad ogni modo, tornando all’appalto del «servizio di monitoraggio acque sotterranee all’area Enea-Centro Ricerche Trisaia», il Tar ha annullato l’aggiudicazione, e dichiarando l’inefficacia del contratto stipulato, nell’agosto scorso, tra Enea e l’Impresa Agri-Bio-Eco Laboratori Riuniti Srl, ha, contestualmente sancito il diritto di subentro, previa verifica amministrativa, in favore della Lifeanalytics Srl