RAPPORTO IRES, IL QUADRO LUCANO E’ NEGATIVO
La Basilicata perde colpi e non recupererà i dati 2019 se non tra tre anni. Cala anche l’occupazione
Non sono certamente confortanti i dati che emergono dal rapporto annuale Ires di Cgil che dimostrano come nel 2020, l’economia regionale abbia subito un vero e proprio tracollo. Il pil regionale è sceso del 9% contro l’8,2% del Mezzogiorno intero. A provocare tale disfatta, certamente ha pesato il sistema critico dell’automotive assieme ad altri settori propulsivi dell’economia lucana. Il danno maggiore dunque dalle mancate immatricolazioni di nuove auto e dalla crisi di settore ma ha inciso anche un calo del turismo dovuto alla pandemia e la crisi del settore edilizio la cui domanda si riduce di quasi l’8%, a fronte di una flessione del 6,3% in Italia e del 4,5% al Sud. Non tiene in Basilicata nel 2020 nemmeno il comparto estrattivo che lotta con il calo dei prezzi internazionali del greggio e del gas. Con una situazione del genere la Basilicata è andata al collasso per assenza di investimenti tanto che la domanda diminuisce del 10,1%.
Il futuro non fa presagire nulla di estremamente positivo considerato che le previsioni per il 2021-22 evidenziano un quadro di ripresa lenta dell’economia lucana, molto a traino rispetto ad altre realtà. Il Pil regionale del 2021, secondo dati Svimez, dovrebbe crescere del 2,8% quindi ben al di sotto delle previsioni del mezzogiorno ed estremamente in ribasso rispetto alle previsioni che interessano l’intero Paese. Nel 2022 si attenderà invece una crescita del 2,4% quindi ancora al di sotto delle aspettative nazionali. Per tornare ai valori del 2019, la nostra regione dovrebbe fare davvero i salti mortali ma un minimo recupero non potrebbe avvenire prima del 2025. Il che significa che la Basilicata resterà ancora indietro rispetto al resto del Paese che sarà invece in grado di recuperare già dalla metà del nuovo anno. Potrebbe dunque allargarsi la forbice del divario con le regioni del nord e del centro e potrebbe accadere che ci si ritrovi anche a perdere punti rispetto alla posizione di vantaggio che storicamente la Basilicata ha rispetto al resto del sud.
Quanto all’occupazione, non si può tracciare un asse specifico mancando di fatto alcuni dati regionali ma ci si può basare sul dato nazionale che nel periodo gennaio-settembre 2021 vede un crollo verticale dell’occupazione 2020, con una perdita di circa 880.000 in un anno maggiormente tra i lavoratori precari, autonomi ed indipendenti. A livello nazionale, a settembre 2021 si conta una crescita dell’occupazione pari a 500.000 unità che comunque sono di 380.000 unità inferiori al valore di gennaio 2020. Resta stabile il dato dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato.
A livello regionale il mercato del lavoro nel 2020 perde 2.500 unità a cui contribuiscono anche l’emigrazione dei giovani al 4,2% facendo salire il dato a 4.900 persone complessivamente. Il tasso di disoccupazione “reale” del 2020 è superiore all’8,6% raggiungendo il 14% totale. Il calo della disoccupazione è stato limitato in ogni caso dalle norme nazionali di blocco dei licenziamenti e di estensione del ricorso alla CIG altrimenti sarebbe stata una vera débacle.