ESISTE SOLO UN ETERNO PRESENTE, CHE È GIÀ IN PARTE FUTURO DISTOPICO
L’emergenza sanitaria ha aggravato la pregressa emergenza democratica. C’è una pandemia invisibile che da tempo corrode, annienta e nega la giustizia sociale. L’intervento di Bolognetti
di Maurizio Bolognetti *
Carissimi amici di Cronache, c’è una pandemia di antidemocrazia, di anti-Stato di Diritto a cui dovremmo prestare attenzione. Mentre ci apprestiamo a salutare un 2021 che volentieri vorremmo dimenticare e mentre c’è il legittimo dubbio che anche l’anno che verrà possa emulare quello che sta per lasciarci, consentitemi di consegnarvi alcune riflessioni semi-clandestine estratte da un mio intervento pubblicato nel dossier “Corpi. Visibili, invisibili, abitati dallo spirito”.
Ci sono “varianti” per le quali non cerchiamo terapie. Non le cerchiamo perché siamo accecati, travolti, frullati, inchiodati a un dato di cronaca che manca di analisi e necessaria attenzione. Democrazia reale, totalitarismi, virus finanziari, capitalismo reale, i virus dell’antidemocrazia non fanno notizia, semplicemente non esistono.
Esiste solo un eterno presente, che è già in parte futuro distopico. C’è l’emergenza e l’emergenza si è fatta oppressione e manganello di regime. C’è l’emergenza e questa emergenza sanitaria ha di tutta evidenza aggravato la pregressa emergenza democratica.
C’è una pandemia invisibile che da tempo corrode, annienta e nega giustizia sociale.
Inevitabilmente, in questo tempo di emergenza che vede il riaffacciarsi di antichi demoni, che si ripresentano con volti e abiti diversi ma nella sostanza sempre uguali, tornano in mente le parole conclusive del romanzo “La Peste” dello scrittore franco-algerino Albert Camus.
Oltre ad occuparci della qualità delle nostre democrazie, sempre più “democrazie reali”, occorrerebbe interrogarsi sulla natura di questo capitalismo, che dopo la caduta del muro di Berlino e l’implosione dei Paesi del cosiddetto “socialismo reale”, è diventato sempre più un capitalismo finanziario e speculativo. No, non c’è solo un dato montante di “democrazia reale”, ma anche “capitalismo reale”. Il combinato disposto di questa realtà, di questa tenaglia per alcuni invisibile, incide sulle nostre vite, la nostra quotidianità, il nostro futuro, il futuro delle nostre comunità e del pianeta tutto.
Si affacciano prepotenti da un angolo della mia memoria le parole di uno dei brani più belli di Fabrizio De André: “La domenica delle salme non si udirono fucilate, il gas esilarante presidiava le strade”. In questo tempo pandemico stiamo vivendo una non vita, soffocati da una cappa di conformismo e da una scienza che, paradossalmente, sembra vivere di dogmi e non di metodicità del dubbio. Una scienza che si fa religione con le sue vestali, inquisitori, anatemi e scomuniche.
* SEGRETARIO DI RADICALI LUCANI