AttualitàBasilicata

RIAPERTURA DELLE SCUOLE AL 10 GENNAIO

Lo chiederà con un documento al Presidente Bardi il Tavolo Tecnico del Comitato Consultivo Emergenza Covid

Si è riunito in via telematica il Tavolo Tecnico del Comitato Consultivo per l’Emergenza Covid19. Alla presenza del garante per l’infanzia, Vincenzo Giuliano, di dirigenti scolastici e consulta degli studenti, si è discussa ancora la necessità di convincere il Governo Bardi a far slittare la riapertura delle scuole nel post vacanze natalizie al prossimo 10 gennaio. Tre giorni che di fatto non risolvono la situazione dei contagi ma che permetteranno proprio di effettuare in tutti i comuni gli screening mediante tamponi a tutta la popolazione studentesca. Evidenziata al momento la difficoltà a reperire i tamponi, ma soprattutto la necessità di non tornare alla dad: la didattica a distanza in maniera alternata negli ultimi due anni ha avuto serie ripercussioni sugli studenti sia per l’aspetto psichico sia per la mancata socializzazione. C’è anche da dire che la tecnologia in Basilicata resta carente e a poco è valso il bando regionale per l’acquisto a prezzo agevolato dei pc per ottemperare alle lezioni a distanza: il vero problema è rappresentato dalla carenza dei collegamenti internet con connessioni ballerine che rendono difficile seguire correttamente una lezione. Resta poi il problema dei disabili che in dad avrebbero ulteriori difficoltà cognitive, ma che rischierebbero in presenza anche di contagiarsi là dove non siano stati vaccinati o ci siano compagni di classe non vaccinati. Questo perché spesso il disabile non riesce a mantenere la mascherina per molte ore e il regolamento ne prevede addirittura l’esenzione. Si potrebbe perciò ipotizzare solo per loro e per un gruppo ristretto di compagni vaccinati l’eventuale ritorno in presenza. La Dad potrebbe essere invece assicurata solo nei giorni successivi per consentire l’effettuazione di screening e campagne vaccinali. Un punto difficile da affrontare soprattutto in quelle situazioni in cui il genitore non vuole, a giusta ragione e per motivazioni autonome, far vaccinare il proprio figlio. Che- è stato suggerito- potrebbe rivolgersi agli organi competenti ed esser autorizzato a vaccinarsi dal giudice tutelare. Una soluzione che sembra davvero drastica con i vaccini che hanno già messo la popolazione l’una contro l’altra e che potrebbero a questo punto spaccare le famiglie in nome di un contagio che rappresenterebbe un’immunità di gregge. Alla regione, non resta dunque che accogliere le richieste di slittamento dell’apertura al 10 che vengono da più parti e nel frattempo ipotizzare anche l’impegno a far rispettare le distanze su trasporti pubblici, aule, fornire dispositivi di sicurezza con mascherine ffp2 ed immaginare anche un percorso di accompagnamento dello studente e del docente in un percorso che riporti al benessere psico fisico attraverso la figura fondamentale del pedagogista.

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