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SLITTA LA RIAPERTURA DELLE SCUOLE, AL VIA CAMPAGNA DI SCREENING

Nei centri più piccoli i sindaci avevano già provveduto ad organizzarsi da giorni. A Potenza e Matera le amministrazioni appaiono in ritardo


POTENZA. Contagi e decessi attribuibili al Coronavirus, giorno dopo giorno stanno lasciando il segno anche in Basilicata. Il rientro a scuola postivipato al 10 gennaio ha fatto tirare un sospiro di sollievo non soltanto ai cittadini ma anche ai sindaci di diversi comuni. Già nei giorni scorsi, prima della scelta ufficilae del Governo centrale e della Regione, molti primi cittadini si era detti contrari ad un rinetro in aula per la giornata di domani. Tenendo conto che il tempo per un tracciamento complessivo era da organizzarsi in tempi ridotti. E così se molti centri come Tolve, Genzano, Lavello, Pisticci, Acerenza, Rotondella avevano già organizzato uno screening per la popolazione scolastica da oggi toccherà anche agli altri centi lucani.

Ieri mattina il sindaco di Matera Bennardi aveva fatto sapere che era intenzione dell’amministrazione procedere ad un traccaimento per la popolazione scolastica, sulle modalità però ha lasciato tutto nell’incertezza. Come denunciato anche da alcuni dirgenti scolastici (vedi articolo di sotto). Non è andata meglio a Potenza dove il sindaco Mario Guarente tramite un semplice messaggio fatto girare in vari gruppi ha reso noto che le modalità e i tempi saranno dettate nelle prossime ore. Insomma nulla di organizzato nei due capoluoghi lucani, probabilemnte nella giornata di oggi si riuscirà a sapere data e ora.

Quello che sembra essere sicuro dalle parole della Regione Basilicata è che il materiale per poter effettuare i tamponi sarebbero già a disposzione di tutti i comuni lucani. I tamponi sono destinati a tutti gli studenti delle scuole, al personale scolastico e Ata che volontariamente vorranno sottoporsi al test, per garantire un rientro in sicurezza dalle vacanze natalizie. Il governo intanto ha predisposto una serie di nuove regole. Nella scuola dell’infanzia i prof dovranno indossare le mascherine Ffp2, così come nelle classi delle primarie e secondarie dove ci sono alunni che non hanno la mascherina perché esentati per specifici motivi.

Visto l’avvio della campagna vaccinale per la fascia 5-11, anche per le scuole elementari e la prima media – così come già succede per le superiori – l’ipotesi è di prevedere, nel caso di due studenti risultati positivi in una classe, solo l’autosorveglianza (5 giorni) per i ragazzi vaccinati e la quarantena di 10 giorni con Dad (quest’ultimo caso laddove previsto) e test al termine dell’isolamento per i non vaccinati. Nelle scuole dell’infanzia resterebbe la quarantena di dieci giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Che il ritorno tra i banchi comporti rischi ne è convinto Nino Cartabellotta, presidente di Gimbe: «la scuola rappresenta un bacino di contagi. È chiaro che non avendo lavorato sugli aspetti strutturali, possiamo modificare quanto vogliamo le modalità di screening e quarantena, ma con questa circolazione virale così alta bisogna fare delle valutazioni.

Se decidiamo di tenere aperte le scuole bisognerà chiudere qualcos’altro perché non abbiamo tanti margini per far circolare il virus», ha concluso. Per i sindacati il rientro è imprescindibile da una riorganizzazione dei servizi e soprattutto non deve comportare il ripetersi degli errori commessi in passato. Per i Dirigenti scolastici servono invece maggiori tamponi. Ma in questo fine settimana si riuscirà a traccaire tutta la popolazione scolastica nei comuni grandi dove ancora l’organizzazione è carente?


 

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