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IL PEGGIO DEVE ANCORA ARRIVARE

A Cronache il Ds dell’Asp D’Angola: «Si prevede il picco a fine mese»


IL SISTEMA REGGE IN PROVINCIA DI POTENZA GRAZIE ANCHE A VACCINAZIONE E TAMPONI. PER FORTUNA OMICRON «PIÙ CONTAGIOSA, MENO LETALE»


POTENZA. Da appena due mesi l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha decretato l’esistenza della variante B.1.1.529, ‘Variant of Concern’ battezzata con il nome di variante Omicron isolata in Botswana e Sud Africa e poi in altri 110 Paesi. Nella variante ci sono diverse mutazioni che potrebbero avere unimpatto sul comportamento del virus sia per quanto riguarda la gravità della malattia sia della sua diffusione. Di variante Omicron ma anche di situazione pandemica nella provincia di Potenza abbiamo parlato con il Direttore Sanitario della Azienda potentina Asp, Luigi D’Angola.

Direttore, come procede l’evoluzione pandemica nel territorio potentino?

«Assistiamo ad una fase di incremento di positività all’infezione e di contagi in tutte le fasce d’età comprese quelle di soggetti in età scolare. L’aumento dei casi non ha subito rallentamenti negli ultimi mesi ma sono aumentati i riscontri sulla presenza di positivi, legati a svariate situazioni. Prevediamo che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ci sia un picco più marcato verso fine gennaio e inizio di febbraio che sarà inevitabilmente legatoi ai movimenti avvenuti durante le festività natalizie ma anche alla ripresa delle attività scolastiche. Continua in modo intensificato su tutta la provincia di Potenza l’attività di screening e tracciamento mediante tamponi antigenici rapidi e molecolari che va di pari passo con l’attività vaccinale ».

Qual è la situazione numerica dei contagiati e dei ricoverati sull’intero territorio della Asp di Potenza?

«Sui ricoverati il valore in termini assoluti è ancora ben al di sotto delle soglie d’allarme che fanno scattare anche il cambiamento di colore di una regione. Questo sia per quanto riguarda il numero dei ricoverati nei reparti di terapia medica sia per quanto riguarda i ricoveri in terapia intensiva. Al momento in terapia intensiva ci sono solo due persone: è un dato importante perché proprio questa tipologia di ricovero, assieme ai decessi, dà indicazioni sulla pericolosità del virus e sulla sua capacità aggressiva comportando in una regione le restrizioni che conosciamo e quindi il passaggio in zona arancione o rossa. I nostri valori, anche per il potentino sono estremamente bassi: possiamo avere dati confortanti che derivano dalla valutazione del rischio infezione e di impatto del virus. I dati a nostra disposizione sono quelli dal 26 dicembre al 2 gennaio e ci dicono che la valutazione della probabilità di rischio di impatto, e quindi di sovraccarico delle strutture ospedaliere,in quella settimana era minimo. Non è escluso che in questi giorni il valore sia mutato in moderato, ma bisognerà attendere i dati relativi al bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità».

La Basilicata quindi resta ancora in zona bianca, ma va ribadito che sul dato dei ricoverati la fascia interessata è quella della ‘terza età’ quindi dai 70 agli 80 anni e più. Non ci sono giovani e giovanissimi a rischio ricovero, né tantomeno attualmente in terapia intensiva.

«La fascia più interessata dai ricoveri ospedalieri è quella dell’età anziana anche over 80, nella quale comunque abbiamo raggiunto una ottimale copertura vaccinale con ciclo completo che si attesta intorno al 92%. E’ quindi la fascia d’età per la quale anche il ricovero in struttura ospedaliera è dettato dalla concorrenza di comorbilità e quindi di altre patologie più o meno gravi. Se parlassimo solo di infezione da covid, probabilmente anche nella terza età avremmo una condizione di paucisintomaticità tale da non richiedere il ricovero ospedaliero. Il transito da reparti medici a terapiaintensiva, negli over 70 e over 80 si attesta su numeri davvero minimi. Certo è che la pratica vaccinale incide sulla condizione della malattia, attenuando l’aggressività del virus là dove la malattia si manifesta. Non sappiamo però fino a che punto preservi dalle infezioni: la cosa importante è che la condizione di malattia che viene attenuata dalla presenza del vaccino»

Sulle varianti, la Omicron è quella più temuta perché più diffusa ma sicuramente è meno pericolosa rispetto alla precedente ‘Delta’. Qual è l’incidenza nel potentino?

«Sul territorio della Asp in questa fase abbiamo una sovrapposizione di varianti: la Omicron si caratterizza per una maggiore diffusività ma con una minore patogenicità e virulenza in termini di malattia. Sul territorio lucano e in particolare nel potentino c’è una sovrapposizione delle due varianti per cui è evidente che se prevalesse la ‘Omicron’ avremmo in via previsionale una minore incidenza sui casi di malattia severa. Questoperchètale variante omicron tende a localizzarsi e ad interessare le alte vie aree superiori rispetto alla ‘Delta’ che invece interessa prevalentemente le vie aeree inferiori e quindi gli alveoli polmonari, determinando i casi di polmonite di cui tanto abbiamo sentito parlare».

L’efficacia dei vaccini sulla variante Omicron?

«I dati al momento sono ancora limitati e ci fanno immaginare uno scenario in cui siano meno efficaci rispetto alla malattia così com’era in fase iniziale».

È un momento in cui la comunità medica e scientifica chiede di mettere in campo tutti gli strumenti pur se non si è ancora raggiunta la cosiddetta ‘immunità di gregge’.

«Il dato importante è che vaccinando la fascia pediatrica a ritmi sostenuti si può raggiungere l’immunità di gregge per cui occorre la profilassi vaccinale ma soprattutto è necessaria una continuità nei testdi tracciamento sul territorio. La campagna che si sta svolgendo con lo screening scolastico ha una notevole importanza essendo molto estesa ed interessando una popolazione superiore alle quarantamila unità solo nel potentino. Come Asp abbiamo distribuito negli ultimi due giorni circa ottantacinquemila test rapidi di terza generazione anche ai comuni del territorio materano coprendo quindi tutte le 131 comunità lucane. A breve avremo anche i risultati ed elaborandolipotremmo avere la certezza dell’incidenza su tutte le fasce in età scolastica ».

In questo periodo si stanno somministrando vaccini ai minori e tra i 5 ai 19 anni, quindi a ragazzi e bambini che frequentano gli istituti scolastici. Ma si stanno anche effettuando i test che anticipano il rientro a scuola. Viste le positività che stanno man mano venendo fuori, sarebbe opportuno mantenere le scuole chiuse prevedendo un sistema di ‘didattica a distanza’?

«L’opportunità di sospendere e differire le attività scolastiche è una valutazione che va ponderata alla luce di tante variabili. In tal caso non può essere considerato solo il dato relativo all’incremento della diffusività dell’infezione ma anche l’importanza fondamentale che assume la didattica in presenza. Non dobbiamo trascurare un dato: nel 2020 e nel 2021 per lunghi periodi si è fatto ricorso alla dad che ha avuto le sue ripercussioni in termini di competenze ma anche e soprattutto di tenuta psicologica dei ragazzi e dei bambini. I dati che riguardano gli accessi alle prestazioni di psicologia sono elevati in tutto il territorio di competenza della Asp.

Quindi nei limiti del possibile e del non incremento eccessivo dei contagi, va preservata l’attività in presenza e là dove alla ripresa scolastica si dovessero rilevare positività in determinate classi o fasce d’età è evidente che andranno assunti provvedimenti più drastici e restrittivi, tra cui proprio il ricorso alla didattica a distanza».


 

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