IL PSI SU BOCHICCHIO
Attacco alla Regione di Valvano
L’inattesa e imprevedibile conclusione “naturale“ del mandato da direttore generale ASP di Lorenzo Bochicchio, chiarisce definitivamente quale peso abbiano i valori di merito e fedeltà del Governo Regionale Lucano.
A Lorenzo Bochicchio vanno indirizzati, innanzitutto, i sentimenti di gratitudine della comunità regionale e sicuramente dei socialisti lucani per aver svolto con professionalità e massima disponibilità un ruolo per sua natura complesso nel momento più difficile della storia Repubblicana.
La bontà del lavoro è confermata dal coro positivo dei Sindaci lucani che hanno avuto modo di collaborare sul fronte con la ASP guidata da Bochicchio con il suo staff di dirigenti e collaboratori.
Se fosse vera la ricercata defenestrtazione anticipata del DG, come raccontata dai quotidiani regionali nello scorso anno, la conclusione naturale del suo mandato materializza il fallimento del Governo Regionale sotto diversi punti di vista.
Sarebbe una sconfitta senza appello innanzitutto per la povertà valoriale, per la evidente preferenza del profilo della fedeltà, in netta contrapposizione al merito, l’approccio peggiore e più rovinoso per il nostro debole sistema-Regione.
Ma anche una sconfitta clamorosa per l’impegno profuso dal Governo Regionale nel tentare di licenziare prima del tempo un ottimo manager, attivando una speciale procedura di valutazione finalizzata ad evidenziare criticità nella gestione, procedura che ha visto risorse umane impiegate e che evidentemente non ha prodotto nulla.
Un caso che fa pandant con lo spettacolo di queste settimane che vede un governo intero cincischiare intorno all’ipotesi di redistribuzione delle poltrone tra Giunta Regionale ed enti di sotto-governo; tutto subordinato alla elezione del Presidente della Repubblica che evidentemente darà al centro-destra lucano maggiori dettagli sulle aspettative dei tanti che desiderano trasferirsi da Potenza a Roma.
Il caso di Acquedotto Lucano è clamoroso; va ricordato che lo scorso anno il Governo Regionale ha preteso l’aumento del costo dell’acqua potabile del 15% a carico delle famiglie, senza che ve ne fosse bisogno, consentendo ad Acquedotto Lucano, ben gestito dal duo Gian Domenico Marchese – Gerardo Marotta, di registrare un utile netto nel bilancio 2020 di oltre 4 milioni di euro.
Dopo meno di un anno, su Acquedotto Lucano il centro-destra duella per la poltrona del direttore, anziché discutere su come mantenere la promessa fatta lo scorso anno di ridurre la tariffa con la soluzione del contenzioso con Acquedotto Pugliese; promessa non mantenuta che si è dimostrata un semplice trucco dialettico utilizzato per ottenere il consenso dei Sindaci.
Questa e la cifra della destra lucana che, nel caso di Acquedotto Lucano, sul voluto maggiore flusso di denaro a carico dei cittadini, attinto tramite le bollette dell’acqua, lotta per l’affermazione delle confliggenti correnti del centro-destra.
Era questo il cambiamento chiesto dai Lucani?