«CDX MIOPE E CON UNA VISIONE FUORI DAL MONDO»
Sul nucleare e non solo tuona a Cronache il dirigente nazionale di Europa Verde, Lettieri
L’INTERVISTA A PEPE PIÙ CHE I SUOI SCUOTE IL CSX: «POSIZIONI CONFUSE E CONTRADDITORIE»
Continua a far discutere l’intervista del senatore lucano della Lega Pasquale Pepe rilasciata a Cronache Lucane. Temi importanti come nucleare, energie rinnovabili e elezioni del Presidente della Repubblica che hanno accesso il dibattito tra i diversi esponenti politici. Se il senatore della Lega dice sì ad «un nucleare sicuro e pulito » ma è contrario ad un «deposito unico delle scorie nucleari in Basilicata».
Dall’altra parte, come il segretario del Partito democratico Raffaelle La Regina c‘è chi gli ricorda che «Fu proprio il governo Berlusconi che provò a piazzare le scorie in Basilicata ». In sintesi per La Regina le dichiarazioni espresse da Peppe possono solo che definirsi «contraddittorie». A rilanciare le riflessioni, contro il pensiero di Pepe, del segretario dem è anche Donato Lettieri della direzione nazionale Europa Verbe che senza mezzi termini parla di «posizioni contraddittorie e confuse». Per Lettieri: «La proposta di inserimento da parte della Commissione UE, del nucleare e del gas nella tassonomia verde ha riacceso il dibattito su due fonti energetiche molto diverse tra loro.
L’inserimento nella tassonomia vuol dire riconoscere una patente tale da giustificare sussidi e finanziamenti in ottica green. Risorse che vengono sottratte alle fonti rinnovabili vere, compresa l’enorme e dirompente ricerca su accumuli, economia circolare, idrogeno, teleriscaldamento, ecc…. Nel ricordare, per l’ennesima volta, che l’inclusione o esclusione nella tassonomia verde non equivale ad un assenso o meno ad avvalersi di queste fonti, bensì semplicemente a considerare rinnovabili o meno tali fonti di approvvigionamento energetico. Inserire il gas nella tassonomia verde significa a in poche parole che il modello fossile può continuare ad inquinare gratis, senza alcuna compensazione ambientale, in un quadro dove i cambiamenti climatici sono sempre più drammatici ».
«Pare che a detta dei fautori nostrani tra i quali il massimo esponente del partito del Nord in Basilicata, l’inserimento della tassonomia verde sia anche un modo per rilanciare in Italia tali fonti. Quindi centrali nucleari e nuove estrazioni di gas in Basilicata e nell’Adriatico -spiega il delegato nazionale di Europa Verde-. Ma la loro maestria nel posizionarsi agitando paure questa volta è un boomerang pazzesco. Perché bloccare le rinnovabili, aumentare l’estrazione di gas e sventolare un fantomatico nucleare stracotto è proprio la causa dell’aumento del rincaro delle bollette.
Due opzioni strategiche che dimostrano la grande miopia di certo ceto politico di centro-destra. La verità è che come non fanno nulla di concreto così anche sul nucleare sono chiacchiere al vento. Siamo in presenza di una posizione politica confusa e contraddittoria. La contraddizione è proprio nelle stesse parole di questo grande realista.
Se il nucleare è green, pulito, perché non vuole il deposito di scorie? Siccome è la posizione sia del Partito del Nord che della coalizione di centrodestra, che ripropongono sempre la solita minestra, ci dicano dove collocherebbero il deposito unico? Il tema del nucleare è che è una tecnologia fallimentare, costosa ed anche rischiosa. Ma soprattutto, ritornino con i piedi per terra. Siano rispettosi della volontà popolare espressa in ben 2 referendum». «Di argomenti ce ne sono un’infinità, ma per entrare nel merito la precondizione è che l’interlocutore sia credibile.
Senza l’individuazione, l’autorizzazione e la costruzione del deposito, non c’è nessuna possibilità di immaginare alcunché. Quindi prima di parlare di nucleare pulito che non esiste risolvano questo enorme problema. Diversamente, da facili profeti, sappiamo che sono solo chiacchiere -continua- . Identica confusione rispetto al gas. “Abbiamo dato e stiamo dando” pare essere la motivazione per opporsi al deposito unico. Ma evidentemente non avevamo dato abbastanza rispetto al petrolio di Tempa Rossa e non si è dato abbastanza rispetto a nuove estrazioni di gas. Una confusione legata esclusivamente alla necessità di tener in vita in tutti i modi un modello fossile, sperando con il gas di allungare la vita all’industria fossile in terra lucana. Ma il dramma vero, è che il 2030 si avvicina velocemente e inizia a materializzarsi l’incubo del modello Salvini e Co.
Non un ritorno alla vocazione agricola e naturale, ma il deserto industriale con inquinamento annesso. Tra un ennesimo piacere alla Francia (il nucleare) ed uno all’”amico” Putin (il gas) questo centrodestra non ha alternative a tenere i cittadini alla canna del gas! Il nuovo governo tedesco dove i verdi sono un perno centrale ha posto come termine ultimo per l’uscita dal fossile il 2030.
Al contrario delle strategie energetiche lucane fondate e proiettate ancora sui fossili. Forse è il caso di togliersi i fossili dalla testa e di guardare con serietà alle nuove tecnologie rinnovabili e all’idrogeno verde particolarmente adatto per il territorio lucano ». «Se questa è la razionalità con cui il centrodestra pensa di governare un cambiamento epocale siamo messi male. Molto male. La transizione ecologica va cavalcata impetuosamente, ma con la lucidità della pianificazione strategica.
Ma anche sul Piano Strategico tempi, visioni e azioni fuori dal mondo! C’è solo un punto condivisibile che è quello che la Basilicata ha già dato tanto, basta con il populismo da trans- finzione ecologica e si sbocchino velocemente le rinnovabili per raggiungere gli obiettivi cui l’Italia si è impegnata. Il 2030 è dietro l’angolo » conclude Lettieri