DE FILIPPO AGÌ NELL’INTERESSE DEI LUCANI
La Corte dei Conti assolve la sua Giunta sulla questione derivati per il terremoto del Lagonegrese
L’ON. ACCELERA PURE SU DIA E MATERA 2019: SUO EMENDAMENTO SALVA DIPENDENTI
POTENZA. Assolti nel merito da colpa grave Vito De Filippo, Gaetano Fierro, Carlo Chiurazzi, Rocco Colangelo, FrancescoMollica e Giovanni Rondinone che componevano la giunta del 2006, nonché le funzionarie della Regione Basilicata Maria Teresa Lavieri e Maria Grazia Delleani. Al centro della vicenda, i derivati sul mutuo che era stato acceso nel 2000 dalla Regione per la ricostruzione delle zone terremotate del Lagonegrese. In considerazione del rilevante rialzo dei tassi dell’epoca, il mutuo originario ‘a tasso variabile’ venne trasformato con sottoscrizione bancaria in mutuo ‘a tasso fisso’ ed adeguato al momento storico ed economico.
Con questa sentenza la Corte dei Conti ha ritenuto valida, adeguata e ragionevole l’operazione della Giunta regionale che è stata conforme alle norme vigenti dell’epoca. Non va dimenticato che nel 2008 si presentò la crisi economica mondiale che mise in affanno liquidità e solvibilità sia a livello di banche, sia di credito alle imprese. Gli effetti finanziari hanno portato a scostamenti che la Corte ha ritenuto non imputabili alle scelte della Giunte De Filippo ma a fatti eccezionali non prevedibili. Con sentenza numero 2 del 2022, la CortedeiConti ha ritenuto dunque infondate le accuse per l’ex Presidente della Regione e per la sua Giunta.
A stabilirlo, il collegio presieduto dal Presidente Vincenzo Maria Pergola e composto da GiuseppeTagliamonte e FedericoPepe. Nella vicenda erano coinvolte anche la UBS Europe S.E con sede a Francoforte in Germania e con succursale a Milano e la Dexia Crediop s.p.a. con sede a Roma: per gli istituti di credito la corte ha ritenuto esserci un difetto di giurisdizione, in linea con quanto deciso anche dalla Corte di Cassazione a sezioni unite, e quindi non le ha potute giudicare.
Nell’invito a dedurre, «le condotte delle banche sono state ritenute dolose per essersi ingerite nell’attività istituzionale della regione e conseguire illegittime occasioni diprofitto in malafedesfruttandoassenzadiprofessionalità adeguate nella burocrazia regionale».
Secondo la Corte dei Conti, con la sentenza, quindi, ex ante appariva «razionale sterilizzare i rischi» tanto che «i due contratti posti in essere nel 2006 appaiono idonei ad assicurare la funzione di copertura del rischiotassi, sostituendo un debito a tasso variabile di entità incerta e con ragionevoli prospettive di ulteriore crescita, con un debito a tasso fisso che permetteva un’adeguat aprogrammazione in bilancio del debito e assicurava alla Regione un extra finanziamento necessario a completare gli interventi per ilsisma già programmati».
Soddisfazione è stata espressa per la sentenza dall’Onorevole Vito De Filippo, difeso dall’Avvocato Domenico Ferrara, che dichiara a Cronache di «aver sempre saputo di aver agito correttamente per risolvere un problema che in quel momento era grande per tutto il contesto dell’Amministrazione regionale. Si volevano solo creare condizioni favorevoli in termini finanziari e la Corte dei Conti ci ha dato ragione, facendo decadere soprattutto il principio inesistente della presunta malafede».