CRISI, È BARDI IL KINGMAKER
Tranne Vizziello e il duo Merra-Zullino, il resto sono tutti allineati: discoli, ma ubbidienti
Gioca come il gatto col topo e li tiene tutti in pugno: se ne riparla dopo le elezioni del Capo dello Stato
POTENZA. La “crisi” di maggioranza in Regione Basilicata si è conclusa con il più classico “volemose bene”. Alla fine la prova muscolare tra il presidente della Regione Basilicata Bardi e i componenti della Lega è stata vinta proprio dal governatore. Incassata l’approvazione del Piano Strategico regionale anche con i voti del Carroccio il vertice di maggioranza di ieri è servito a ben poco. Nessun azzeramento di Giunta, nessuna ripartizione di poltrone o promesse a lungo termine. Se qualcosa si muoverà lo si vedrà solamente dopo l’elezione del Presidente della Repubblica.
Il governatore Bardi da oggi a Roma, insieme agli altri due grandi elettori lucani il presidente del Consiglio Cicala e il capogruppo del Pd Cifarelli, prima di prendere qualsiasi decisione vuole comprendere l’evolversi della situazione in campo nazionale. D’altronde dopo aver approvato il Psr almeno per un mesetto (il prossimo appuntamento fondamentale si avrà solo per l’approvazione del Bilancio) non ha bisogno di comprendere i “numeri” in suo possesso. Perciò come la politica insegna: nessuna decisione affrettata quando si può attendere. Da perfetto Pilato, cosa a cui ormai ci ha abituato in questi due anni e mezzo di mandato, nella riunione di ieri ha buttato acqua sul fuoco.
Comprensivo nei confronti della Lega e accogliente al loro “pizzino” consegnatogli prima di entrare in Consiglio regionale. Non si tratta di nessun accordo segreto. Nessun impegno particolare. Ma il documento tratta le più classiche “buone intenzioni” a cui anche gli altri partiti di centrodestra hanno aderito senza problemi. Il messaggio di sfida lanciato dalla Lega nei giorni scorsi, per provare ad ottenere la nomina del direttore generale di Acquedotto Lucano e il commissariamento del Consorzio di Bonifica, si è sciolto come neve al sole. In realtà la trattativa della Lega si era indebolita già al presentarsi in Aula giovedì e votare a favore del Psr.
Con quella votazione il Carroccio ha indubbiamente abbassato la sua possibilità di poter contrattare qualsiasi con Bardi. In questo momento è proprio il governatore l’unico a poter decidere sul futuro della coalizione. Certo, Bardi come ad ogni crisi di maggioranza che fino ad oggi abbiamo assistito si è mostrato paziente, ha rassicurato i presenti del Carroccio che l’azzeramento di Giunta ci sarà anche se non significa necessariamente nuovi innesti.
Tutto potrebbe anche rimanere invariato con un semplice rimpasto di deleghe o al massimo cambiare uno due assessori tra quelli attuali. e ha garantito che ci sarà apertura alle richieste dei partiti e condivisioni sulle scelte. Le classiche promesse da marinaio che propina da due anni a questa parte. Parole che avrebbero convinto tutti i presenti tra assessori e consiglieri.
Ma a far riflettere è certamente l’assenza di tre membri della maggioranza: Zullino, Vizziello e Merra. Poco propensi a credere, ancora, alle rassicurazioni del governatore, giunte anche nel suo discorso in Consiglio regionale, i tre dopo non aver preso parte ai lavori dell’Assise hanno deciso di disertare anche il vertice di maggioranza. Un chiaro segnale di rottura con Bardi e con la Lega che potrebbe però aprire a nuovi scenari. Se Bardi non riuscisse a recuperare il rapporto con Zullino, colui che davvero muove i fili di questa crisi, ci sarebbe davvero da riflettere.
I numeri in Consiglio sarebbero sempre risicati (venendo meno tre esponenti nella maggioranza) e il governatore, peggio di ora, sarebbe ancora più vulnerabili a possibili mal di pancia di altri consiglieri di centrodestra. Per mettersi al riparo dovrebbe “abbracciare” qualche esponente di opposizione.
Ma per questi ragionamenti bisognerà certamente attendere. Non è detto che la “vacanza” romana non porti miti consigli al governatore lucano. Unica cosa certa è che per Bardi&Co il “volemose bene” resta il mantra per eccellenza. Si riuscirà a mettere in atto il famoso cambiamento come promesso in Consiglio regionale?