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CACCIATI O DELUSI: I 5STELLE LUCANI HANNO ELETTO TUTTI I TRANSFUGHI APPRODATI AL CENTRO DESTRA

Tre gli eletti all’uninominale di Basilicata fuori dal Movimento: Caiata, Rospi e ora De Bonis. Tra espulsioni e porte sbattute in faccia non regge nessuno


POTENZA. Dal Misto a Forza Italia, dalla zona grigia della politica al centrodestra, con un voto in più nel carniere del centrodestra per il Quirinale. L’ex esponente del M5S, Saverio De Bonis, annuncia il suo passaggio nelle fila degli azzurri. «Il Paese sta attraversando una fase estremamente delicata.

L’elezione del Presidente della Repubblica avverrà in un contesto in cui assistiamo al perdurare della crisi pandemica con ripercussioni pesantissime su economia e società civile. Questi fattori impongono, a chi ha l’onore di rappresentare i cittadini, un’assunzione ulteriore di responsabilità.

È il momento delle scelte alla luce del sole come ho sempre fatto. La mia storia umana e politica dimostra, infatti, che mi sono sempre assunto pubblicamente le mie responsabilità con la consapevolezza di rappresentare i miei concittadini e con l’orgoglio di agire per il bene comune, unica mia bussola. La mia storia di imprenditore, le battaglie per la mia terra, per la salute dei consumatori, per l’ambiente e per il nostro mezzogiorno mi hanno portato ad aderire a Forza Italia che, ad oggi, è l’unico movimento che crede nel sud e nelle sue potenzialità», dichiara il senatore Saverio De Bonis appena uscito dal gruppo Misto. Ma se da Forza Italia l’entusiasmo è alle stelle per la crescita del gruppo, considerato che prima di De Bonis aveva aderito al gruppo azzurro anche Silvia Vono (passata a Forza Italia da Italia viva), a fare una a analisi opposta è il Gruppo del Movimento 5 Stelle.

L’adesione ufficiale di De Bonis a Forza Italia coincide con la richiesta del leader pentastellato Conte di convocare un’assemblea congiunta dei gruppi M5S di Camera e Senato. All’ordine del giorno, ovviamente, le continue defezioni dal Movimento. Espulsi o fuggitivi. Porte sbattute e cartellini rossi.

Parlamentari cacciati o delusi. Fra espulsioni e addii sono 26 i parlamentari che hanno lasciato o stanno abbandonando le file del M5S nel corso della XVIII legislatura. Caduti nel corso dei governi gialloverde o giallorosso. O ancor prima di mettere piede sugli scranni parlamentari, traditi da “rimborsopoli” o da condanne pregresse non dichiarate. C’è chi è stato espulso dal pentastellato collegio dei probiviri, come è accaduto ai parlamentari non in regola con i rimborsi. C’è anche chi ha sbattuto la porta, non riconoscendosi più nel movimento. La Basilicata non è immune da tutto questo. In realtà sembra essere la regione sotto accusa più di tutte.

Non è un caso che i maggiori transfughi dal Movimento ad altri partiti siano avvenuti proprio da eletti in Basilicata. I pentastellati lucani li eleggono e gli altri partiti poi li accolgono. De Bonis infatti è solo l’ultimo, in ordine di tempo ad aver abbandonato i pentastellati. Eletto senatore nelle file dei Cinque stelle in Basilicata, è stato espulso, insieme a Gregorio De Falco, per non aver partecipato al voto sul decreto Sicurezza.

Eletto nell’unico collegio lucano uninominale per il Senato, presidente della Associazione GranoSalus, il parlamentare era stato espulso per essere stato condannato in appello dalla Corte dei Conti al pagamento, in favore della Regione Basilicata, di 2.775 euro. Era il 19 gennaio 2017 (con sentenza depositata il 24 maggio 2018).

La sentenza di primo grado, però, era stata emessa nel 2015. Dunque per le regole del M5S, De Bonis era incandidabile. Espulso, è passato il 4 gennaio 2019 al gruppo Misto del Senato, per poi approdare 48 ore fa in Forza Italia. Prima di lui fu clamorosa l’uscita del senatore lucano Salvatore Caiata. Eletto in Basilicata, viene espulso dal movimento, in quanto risulta essere indagato a Siena per riciclaggio.

«Accuse gravissime, incompatibili con i nostri valori », rende noto l’entourage del leader pentastellato Luigi Di Maio. Caiata si iscrive al gruppo Misto e poi, il 20 aprile 2018 entra nel Maie, dal quale riceve il secondo cartellino rosso. Una volta fuori anche dal Maie, torna al gruppo Misto e il 14 maggio 2019 entra nelle file di Fratelli d’Italia con una accoglienza trionfale.

L’ultimo in ordine di tempo a lasciare il movimento è il deputato Gianluca Rospi,eletto nel collegio uninominale Matera-Melfi, della regione Basilicata. Laurea in ingegneria edile, lascia dal 3 gennaio 2020, dopo una riflessione durante le vacanze di Natale. E lo strappo avviene con parole forti: «Non è più tollerabile una gestione verticistica e oligarchica ».

Dopo l’elezione nel Movimento 5 Stelle e il passaggio al movimento politico Popolo Protagonista Gianluca Rospi lo scorso anno aveva aderito a Coraggio Italia, la nuova formazione politica avviata dal presidente della Liguria, Giovanni Toti. Dal 19 novembre scorso però Gianluca Rospi è un nuovo deputato di Forza Italia. Insomma, i parlamentari lucani sembrano durare poco tra le fila del Movimento 5 Stelle.

Tra regole e contestazioni con i vertici almeno per ora sono tre gli eletti in Basilicata all’uninominale, fuori dal movimento: hanno lasciato come abbiamo detto di abbandonare. Gianluca Rospi Salvatore Caiata e Saverio De Bonis. Uscite a cui i pentastellati lucani dovrebbero più che altro riflettere.


 

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