E BARDI S’ACCORGE CHE HANNO ISTITUITO LA DIA
Tacco&Spillo
Ci voleva l’inaugurazione dell’anno giudiziario e le parole ben spese dal procuratore generale Armando D’Alterio per far accorgere il governatore che la DIA era arrivata in Basilicata, come peraltro chiesto a gran voce dai consiglieri bipartisan e su cui avrebbe dovuto riferire almeno sul suo impegno, anziché darsi alla latitanza istituzionale ed al mutismo. Ora passi pure che Bardi ritrovi di colpo la parola e rivendichi finanche meriti inesistenti, frutto come al solito della sua governance irrealizzata e del tutto immaginaria, ma che non comprenda cosa stia diventando la Basilicata, a ridosso criminale di Campania e Calabria e del rischio d’infiltrazioni illecite su Pa e Pnrr è davvero disarmante. Del resto non è un caso che le iscrizioni per reati di competenza DDA siano passate dalle 15 del 2017 alle 719 attuali e che il procuratore distrettuale Curcio, vero artefice dell’istituzione lucana della DIA, parli di “inquietanti penetrazioni di soggetti legati alla camorra casalese ed alla ‘ndrangheta calabrese”. Eppure non ci pare che Regione ed enti partecipati abbiano attivato protocolli di vigilanza collaborativa con ANAC proprio sui contratti pubblici. Diceva Franca Valeri: “Su molte cose ci si accorge di essere in ritardo”.