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BARDI ED IL VESTITO DEL PUDORE

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Per quanto sul lavoro istituzionale di Bardi avessimo un giudizio identico a quello dei lucani che nei sondaggi l’hanno buttato giù dal gradimento dei governatori d’Italia, non potevamo mai immaginare che pur di animare l’agorà mediatico della sua bacheca social annunciasse addirittura di aver ripristinato l’illuminazione “nel punto esatto dove è morta Rossella”. Ora, lasciamo stare la fila indignata di  commenti, molti prossimi perfino allo sconforto, ma la considerazione da fare è fino a quale limite indicibile può spingersi la politica per far propaganda su un mucchietto di follower, alcuni dei quali col vestito docile ed acritico del centrodestra e soprattutto che ne è stato del pudore, la virtù bella e temperata che sa azzerare le parole di troppo nella decenza del silenzio. Eppure davanti alla morte feroce ed improvvisa come quella accaduta a Rossella nella zona industriale di Melfi c’è una chiamata di coscienza che vale per ben altri annunci e che merita di essere approfondita per far luce, questa sì, e verificare se ci siano responsabilità in capo ad Apibas ed al Consorzio Asi , peraltro andati a nuova governance con nomi scelti da Bardi. Ha scritto Apuleio: “Il pudore è come un vestito: quanto più è consumato tanto minor cura se ne ha”.

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