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MOLES TRIPLICA I VOTI: 7!

Il Sottosegretario all’Editoria nella prima votazione ne aveva presi 2, inizia a crederci?


In attesa dell’accordo sul Capo dello Stato, politici giocherelloni: il lucano se la batte con Enrico Ruggieri


 


POTENZA. Secondo giorno di seduta per l’elezione del Presidente della Repubblica. Dopo la prima votazione (terminata con una fumata nera: 672 schede bianche, qui i risultati), i grandi elettori hanno concluso anche la seconda, chiusasi anche questa con un nulla di fatto. Tuttavia dopo i segnali di dialogo di ieri, oggi si inizia a stringere sui nomi. Il centrodestra ha presentato una rosa di tre candidati (Letizia Moratti, Marcello Pera e Carlo Nordio).

Il centrosinistra ha parlato di un passo avanti nel metodo ma ha fatto sapere di non considerare quei nomi condivisibili e ha invitato la controparte ad un incontro per questa mattina al fine di concordare un nome che sia veramente super partes e il più possibile istituzionale. Come lunedì anche ieri sono prevalse le schede bianche: 527. Paolo Maddalena si è confermato il più votato, con 39 preferenze, al pari dell’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Seguono Renzo Tondo (18) Roberto Cassinelli (17), Ettore Rosato (14), Umberto Bossi (12) Giancarlo Giorgetti, Luigi Manconi e Marta Cartabia (8), Silvio Berlusconi (7).

Il leader di FI è seguito a ruota anche lui con ben 7 voti dal senatore lucano azzurro Giuseppe Moles nonché sottosegretario all’editoria. 38 le schede nulle e 125 i voti dispersi. Dopo i due voti assegnategli già nella prima giornata di scrutinio per il sottosegretario aumentano le preferenze, nel secondo giorno triplicano addirittura. Comincerà mica a crederci l’azzurro lucano?

Ma a giocare un ruolo importante sono anche i grandi elettori lucani. Sono 19 i lucani tra i 1.009 grandi elettori che ieri hanno preso parte al primo giorno di consultazioni per l’elezione del prossimo inquilino del Quirinale. Mai così tanti nei 76 anni di storia della Repubblica, e, quasi certamente, in tutti quelli che seguiranno. Oltre a deputati e senatori lucani alle votazioni prendono parte anche i tre delegati della Basilicata: il governatore Bardi, il presidente del Consiglio Cicala e il capogruppo del Pd Cifarelli. Dopo il primo giorno di plenarie e riunioni con i rispettivi partiti anche i tre grandi elettori regionali sono entrati più a fondo nelle scelte politiche. Il presidente Bardi parla di «un orientamento nell’individuare una persona che porti sicurezza al popolo italiano. Una persona al di sopra delle parti».

L’auspicio del governatore lucano (come espresso ai microfoni della Tgr) è che si metta in piedi una operazione condivisa necessaria anche in caso di un nuovo presidente del Consiglio nel caso si decida di convergere per il Quirinale puntando sull’attuale premier Draghi: «L’orientamento che emerge è che dovrebbe essere più un politico a guidare la presidenza piuttosto che un tecnico».

L’auspicio di una scelta condivisa è anche quella espressa dal capogruppo dem Cifarelli (sempre ai microfoni della Rai): «Il centrodestra e il centrosinistra, come schieramenti principali, in questo momento in Parlamento non hanno una maggioranza. Quindi occorre che le forze politiche facciano tutte un passo di lato per trovare una personalità condivisa ». Nonostante non sia ancora chiara la soluzione dei partiti il presidente del Consiglio regionale Cicala parla di «responsabilità dei deputati e senatori come anche per il nostro piccolo dei delegati delle regioni che sicuramente faranno la loro parte». I grandi elettori sono riconvocati a Montecitorio oggi alle 11 per la seconda votazione.

Anche nello scrutinio di oggi per eleggere il Capo dello Stato occorrerà il quorum dei due terzi dei grandi elettori, pari a 673: a partire dalla quarta votazione, invece, basterà la maggioranza assoluta. Ma oltre alle elezioni del Quirinale, la “gita” romana è servita anche al presidente Bardi per comprendere meglio la posizione dei partiti di centrodestra che compongono anche la sua maggioranza in Regione.

Dopo aver approfondito il discorso con Tajani di FI e incontrato anche gli esponenti meloniani (a quanto pare accompagnato dal senatore lucano Caiata), all’appello manca solo la Lega. E dopo gli ultimi dissapori in Consiglio regionale certamente ce ne saranno di temi da affrontare.


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