GIORNO DELLA MEMORIA TUTTI I GIORNI NON SOLO IL 27 GENNAIO
Dopo l’inno nazionale e una performance di Manola Rotunno su un testo di Primo Levi, il video-messaggio dell’assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma, Massimo Finzi, ha aperto la serie di saluti istituzionali e interventi
TEATRO FRANCESCO STABILE POTENZA
GIORNO DELLA MEMORIA TUTTI I GIORNI
NON SOLO IL 27 GENNAIO
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“Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano”
Un testo famosissimo di un’altra epoca, tornato improvvisamente attuale anche in questa
«Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, e fui contento, perché rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali, e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti, e io non dissi niente, perché non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me, e non c’era rimasto nessuno a protestare»
Martin Niemöller (1892-1984)
Il testo viene da un sermone del pastore luterano e teologo tedesco Martin Niemöller.
Dopo un sermone antinazista, Niemöller fu arrestato su ordine di Hitler e rinchiuso nel campo di concentramento di Dachau.
Riuscì a sopravvivere e passò gli anni Quaranta e Cinquanta a predicare a favore della pace e contro le discriminazioni, pronunciando più volte questo discorso diventato celebre.
Non esiste una versione scritta e definitiva, per questo nel tempo il testo è stato rimaneggiato più volte cambiando le persone discriminate e il loro ordine.
Una versione è inscritta nel Monumento all’Olocausto a Boston, in Massachusetts, e cita comunisti, ebrei, sindacalisti e cattolici; quella più comune in inglese parla di socialisti, sindacalisti, ebrei.
#sapevatelo2022
CERIMONIA CONSEGNA ONORIFICENZE
Giovedì 27 Gennaio
Giornata della Memoria.
Un’iniziativa immaginata ed organizzata dal Comune di Potenza con la Prefettura di Potenza ed Unicef Basilicata.
Gli Assessorati all’Infanzia e all’Istruzione, per il secondo anno consecutivo, coinvolgono le Scuole e offrono ai bambini e ai ragazzi della nostra città un modo per mantenere viva la Memoria dell’Olocausto
27.1.2022 – ore 12,55:
In un teatro Stabile gremito di ospiti, si è celebrata la Giornata della Memoria alla quale hanno preso parte il Prefetto di Potenza Michele Campanaro, il Sindaco di Potenza, Mario Guarente, la presidente dell’Unicef Basilicata Angela Granata, gli assessori alle Politiche giovanili – Pari opportunità e alla Pubblica istruzione, rispettivamente Vittoria Rotunno e Alessandra Sagarese, l’arcivescovo di Potenza – Marsico Nuovo – Muro Lucano, monsignor Salvatore Ligorio, il vicepresidente della Giunta regionale, Francesco Fanelli, il presidente della Provincia di Potenza Rocco Guarino, le autorità militari e civili, oltre a una delegazione di studenti.
Dopo l’inno nazionale e una performance di Manola Rotunno su un testo di Primo Levi, il video-messaggio dell’assessore alla Memoria della Comunità ebraica di Roma, Massimo Finzi, ha aperto la serie di saluti istituzionali e interventi.
Per il sindaco Guarente è stato importante ricordare come “il 27 gennaio sia stato scelto come ‘Giorno della Memoria’ perché anniversario della liberazione di Auschwitz – Birkenau da parte delle truppe russe. Confesso di aver dormito poco questa notte pensando a cosa significhi questa giornata e ho riflettuto su come l’iniziativa che insieme a Prefettura e Unicef abbiamo organizzato, sia rivolta soprattutto ai più giovani, giovani come una ragazzina di 13 anni che lavorava nel 1943 in una fabbrica di munizioni, munizioni che poi sarebbero servite per uccidere, e per uccidere persone anche a lei molto care. Quella bambina raccontò della ‘Marcia della morte’ con la quale 50.000 persone, con i piedi piagati, attraversarono le pianure polacche innevate per essere rinchiuse nei campi di concentramento.
Quella bambina però lesse in quel drammatico pellegrinaggio la trasformazione da ‘Marcia della morte’ a ‘Marcia della Vita’, un monito per le nuove generazioni certamente a non ripetere quei tremendi orrori, ma anche un’occasione per riflettere e apprezzare quanto di buono oggi si ha a disposizione.
Quella ragazzina si chiama Liliana Segre”
L’assessore Rotunno si è soffermata sul particolare “dei capelli rasati ai prigionieri, tonnellate di capigliature che venivano usate per fare coperte, in un tragico riciclo, quasi a voler perpetuare per sempre quel regime di morte, che da un lato copriva chi veniva ammassato nei campi, e dall’altro scopriva un sistema nel quale anche i capelli diventavano elemento di un drammatico destino.
La cancellazione dell’umanità difronte alla quale però non possiamo e non dobbiamo arrenderci, anzi il cui ricordo dobbiamo trasferire alle generazioni che si affacciano alla vita.
È sempre più necessario che l’infanzia veda i propri diritti garantiti”
L’assessore Sagarese ha spiegato come “la conoscenza e il ricordo sono strumenti per vincere l’indifferenza e per battersi sempre e comunque in difesa della vita umana. E allora quali migliori interlocutori se non gli studenti in questa giornata. I giovani devono essere protagonisti del loro tempo, partecipi della vita sociale e politica della loro città, attori e testimoni del presente, di ogni giorno.
Ogni essere umano è depositario di eguali e inviolabili diritti, senza alcuna discriminazione, e ai giovani va chiesto di applicare questo assunto nella quotidianità, rendendolo un principio guida delle loro esistenze. Lo studio, la cultura, il confronto, l’ascolto, costituiscono la ricchezza più grande e lo strumento più forte per costruire il futuro migliore che gli stessi ragazzi devono collaborare a creare, generando una coscienza collettiva, sempre più improntata alla tolleranza, all’apertura, alla composizione dei conflitti, al riconoscimento dei diritti, alla difesa della libertà”
GALLERIA FOTOGRAFICA
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VIDEO DIRETTA FACEBOOK CONSEGNA ONORIFICENZE
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Dedicato al piccolo Sergio e tutte le altre vittime
“Una mattina di novembre del 1944 le SS entrarono nella baracca dei bambini e con uno spregevole, avido e crudele tranello dissero:
-chi vuol vedere la mamma faccia un passo avanti!
Sergio De Simone, 7 anni, alla parola “mamma” non vi pensò due volte e fece un passo avanti. Con lui altri 19 bambini. Furono mandati al campo di concentramento vicino ad Amburgo, destinati agli esperimenti in laboratorio del dott. Mengele.
A loro venne iniettato il germe della tubercolosi. Sergio ed altri bambini poi furono drogati di morfina e impiccati nei sotterranei della scuola.”
Erano tanto leggeri, perché malati e denutriti, che non riuscivano a morire, allora vi si appese ai piedi, ad uno ad uno, Heissmeyer, uccidendogli, qualche anno dopo divenne senatore di Amburgo.
Tratto dalle parole di Tatiana e Andra Bucci, sopravvissute alla Shoa perchè credute gemelle.
Che siate maledetti, anche all’inferno dove vi trovate!
LORENZA COLICIGNO:
La Giornata della Memoria della shoah è e deve essere soprattutto la Giornata del Racconto della Shoah.
Senza racconto non c’è memoria.
Non c’è modo di voltare le spalle a questa responsabilità storica e personale.
Anche se il racconto fa male, ferisce, fa rabbrividire, fa raggelare, fa sgorgare lacrime, quasi spinge a tapparsi gli orecchi, a serrare le labbra in un silenzio attonito, a spostarsi sul piano dell’immaginario per difendersi dalla realtà reale e cruda.
Ma lasciamo che il racconto dei testimoni, degli eredi dei testimoni, e di noi stessi eredi dei testimoni, ci faccia male, ci ferisca, ci faccia rabbrividire, ci faccia raggelare, ma non ci faccia sordi alla verità e lasci libertà alle nostre lacrime e alle parole, perché solo così tutto il dolore e l’orrore dell’ascolto lo avremo fatto nostro, e saremo in grado di farne racconto da consegnarne alla memoria, dentro e oltre ogni celebrazione.
Senza racconto non c’è memoria
#27gennaio2022
#sapevatelo2022