MOLES, FINE DELLA CORSA
Roma, Bardi con autista e portavoce mangia pane e politica: pizzicato con Caiata e…?
QUIRINALE Il “sogno” del Sottosegretario s’infrange alla quarta votazione: stavolta nemmeno un voto. Da oggi si fa sul serio?
POTENZA. Un’altra fumata nera. Per il quarto giorno consecutivo, i 1.009 grandi elettori non hanno eletto il nuovo presidente della Repubblica. In attesa di trovare un nome condiviso, il centrodestra ha deciso di astenersi: in 441 non hanno preso parte al voto. Solo Elio Vito (FI) e Vittorio Sgarbi hanno deciso di entrare nel catafalco.
L’assenza degli esponenti di centrodestra durante le votazioni fa sfumare anche la “pazza idea” di vedere al Quirinale il sottosegretario all’Editoria, il lucano Giuseppe Moles (FI). Per l’azzurro ieri nessuna preferenza raccolta.
A differenza dei due giorni precedenti dove ha riscontrato prima 7 preferenze e poi 6, ieri il suo nome tra quelli votati non è mai stato chiamato. I partiti di centrodestra hanno deciso di fare sul serio, e in assenza di una mancata condivisione hanno preferito non esporsi. E così anche quei voti di “simpatia” raccolti dal sottosegretario sono del tutto sfumati.
Preferenze che, certamente, saranno state espresse dal quel gruppo di Forzisti lucani che siedono tra i banchi e che riconoscono in Moles una persona di spessore.
Un risultato certamente non da poco per Moles, considerato che per ben due giorni di seguito è stato tra i 10 più votati dall’Aula. Non solo. Il sottosegretario potrà certamente essere soddisfatto anche del fatto di essersi piazzato prima del suo leader politico Berlusconi che di preferenze ne ha raccolte meno di lui. Ma mentre i leader nazionali tentano di trovare una sintesi, quelli locali approfittano della “gita” romana per rafforzare i rapporti.
Su tutti il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, che conscio di doversi adeguare alle linee dettate da FI sul nome al Quirinale, in questi giorni si sta occupando più delle questioni locali. Dopo averlo avvistato con l’azzurro Tajani questa volta il governatore lucano si è concesso un pranzo con Salvatore Caita, senatore di Fratelli d’Italia e segretario provinciale di Potenza. Al tavolo anche il portavoce di Bardi, Gianmario Mariniello, e il suo fedele autista, Antonio Maiorano.
Dopo l’ultimo Consiglio regionale in cui si è consumata l’ennesima crisi politica nel centrodestra che ha portato ad una frattura con la Lega, Bardi a Roma starebbe provando a rafforzare i rapporti con FI e FdI. Azione necessaria, considerato che la promessa del governatore sull’Au di Aql non è stata mantenuta. Infatti, Bardi per far rientrare la crisi avanzata dalla Lega e permettere che il Piano strategico regionale venisse approvato aveva garantito al Carroccio che la nomina (a cui ambivano da tempo i Pepiani) sarebbe stata messe in stand by fino all’elezione del Presidente della Repubblica. Peccato che come riportato da queste colonne, mentre la maggioranza provava a ricucire i rapporti il nuovo Au di Aql Volpe stava già firmando in sordina.
L’annuncio dell’incarico a Volpe è giunto, guarda caso, solo dopo diversi giorni dall’approvazione del Psr e quando Bardi era già a Roma. Certamente c’è da ammettere che la strategia di Bardi ha funzionato: ottenere l’approvazione del Psr e nominare il Dg di suo gradimento. Ora però la situazione va ristabilita all’interno della maggioranza di centodestra e il governatore sta mediando con i partiti che gli sono rimasti più “fedeli”. Anche perchè in ballo c’è sempre il famoso rimpasto di Giunta che viste le cose non potrà attendere oltre.
Ma se con FI e FdI l’equilibrio sembra essere raggiunto con gli alleati del Carroccio non ancora. Se infatti ad oggi Bardi ha incontrato tutti i senatori lucani di cdx quello con cui ancora non è stato avvistato è il leghista Pepe. Intenderà portare avanti il braccio di ferro?