BasilicataCronaca

NAUTILUS, VA A FONDO

Quasi tutti i 33 arrestati dal Gip di Salerno Romaniello lasciano il carcere di Fuorni


Inchiesta falcidiata dal Riesame, tutti i potentini coinvolti vanno a casa. Libero l’informatico Lorenzo Carbone: ordinanza annullata


Un flop di dimensioni inenarrabili, questo quanto emerge dalla decisione del Tribunale del Riesame di Salerno sull’inchiesta “Nautilus” che aveva portato nelle scorse settimane, su disposizione del Gip di Salerno, la lucana Gerardina Romaniello (trasferita da Potenza a Salerno dal Csm dopo note vicende)

LE DECISIONI DEL RIESAME
Dopo che in sostanza la Gip Romaniello aveva assecondato praticamente ogni richiesta della Dda della Procura di Salerno, finanche convalidando ogni propria decisione dopo gli interrogatori di garanzia, nonostante molti degli indagati si fossero correttamente difesi dando spiegazioni dopo il loro arresto, ci ha pensato il Tribunale del Riesame di Salerno, presieduto da Sgroia a far vacillare l’intero impianto accusatorio.

Il Riesame ha annullato o attenuato praticamente quasi tutte le misure per gli indagati che avevano fatto ricorso attraverso i propri difensori. “Nautilus”, lo ricordiamo, aveva portato all’arresto anche di diversi lucani. Quasi tutti andati ai domiciliari e due addirittura rimessi in totale libertà, tra cui Luigi Tancredi.

Torna pienamente libero, con il totale annullamento dell’originaria ordinanza di custodia cautelare, anche l’informatico Lorenzo Carbone, difeso dall’avv. Donatello Cimadomo, professore di procedura penale proprio all’Università di Salerno. Carbone già all’interrogatorio di garanzia davanti al Gip si era detto totalmente estraneo ai fatti, rappresentando come la sua attività fosse del tutto lecita e di tipo professionale.

Non di certo, come pure bene ha sostenuto il prof. Cimadomo, di tipo criminale, ancor meno associativo.

Tra l’altro, vere e proprie prove a suo carico, sia nell’ordinanza che negli allegati relativi all’informative dei Carabinieri, non ce n’erano, ma delle mere circostanze indiziarie che secondo il Riesame potevano essere lette anche in senso opposto, non motivando dunque l’esigenza cautelare. Tra l’altro, Carbone risulta essere totalmente incensurato.

Per gli altri lucani pure si sono aperte, a seguito della revisione operata dal Tribunale, le porte del carcere di Fuorni, se pure andando ai domiciliari. Si tratta, tra gli altri, di Gerardo Angilletta, Giuseppe Caulo e Giovanni Marinelli. Per un altro lucano invece, Antonio Tancredi, il riesame dovrà pronunciarsi oggi.

VACILLANO I FATTI CONTESTATI
Sono circa 700 le pagine dell’ordinanza emessa dal Gip Romaniello su richiesta della Dda di Salerno guidata da Borrelli che ha allegato circa 20.000 pagine di informativa. Un lavoro difensivo immane, dunque, sono state chiamate a fare, in pochi giorni, le difese. Lavoro altrettanto importante che è stato effettuato in maniera altrettanto celere dal Tribunale del Riesame che ha di fatto smontato le “granitiche” convinzioni degli inquirenti, supportate dalle attività d’indagine del Comando provinciale dei Carabinieri agli ordini del Colonnello Trombetti.

Perde dunque forza l’ipotesi di un giro illecito di affari intorno ai 5 miliardi di euro per una struttura piramidale di scommesse online, in ogni campo, dal poker alla corsa di cani, senza alcun collegamento con i Monopoli di Stato. Oltre ai 33 arrestati, per i quali si è detto poi qual è stata la posizione del Riesame, ci sono altri 40 indagati a piede libero.

IL MERITO CHE NON CONVINCE E LA INCOMBENTE PRESCRIZIONE
Ora bisognerà attendere quale sarà la posizione della Dda della Procura di Salerno, se in primis intenderà ricorrere in Cassazione avverso la decisione del Tribunale di Salerno e poi verificare per quanti vorrà disporre l’archiviazione e per quanti invece comunque effettuerà la richiesta di rinvio a giudizio.
Una cosa è certa, con questo quadro cautelare, è difficile che l’impianto accusatorio regga in una eventuale udienza preliminare.

Tanto più che i fatti sono molto datati, si parte da ipotesi che riguardano il 2000, fino ad arrivare a fatti meno rilevanti che comunque si concluderebbero nel 2019. Dunque anche l’attualità di un eventuale esigenza cautelare è davvero flebile, per non dire inesistente.

Tanto più che per molti indagati alcune ipotesi si fermano addirittura al 2016. Dunque oltre ad una insussistenza indiziaria, c’è anche l’alto rischio di una prescrizione che di certo con difficoltà potrà non intervenire se si andasse con un rito ordinario fino al terzo grado di giudizio, essendoci tante posizioni da vagliare (73) e altrettanti fatti e circostanze su cui dibattere (20.000 pagine di informativa). Insomma “Nautilus” e’ affondato sul nascere, quale che sia la sua prosecuzione.


 

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