LEGA, TRA DESTINI PERSONALI E POLITICI
Carroccio sempre più indeciso, tra il kingmaker Pepe e quella voglia di andare a votare: lunedì o dentro o fuori la crisi
DI MASSIMO DELLAPENNA
BARDI INTANTO SEMPRE PIÙ CON LO SGUARDO “SPERANZOSO” A SINISTRA…
POTENZA. La politica, se si guarda alla singola azione può essere incomprensibile. Occorre allora decontestualizzare il fatto specifico e immaginare quale potrebbe essere l’obiettivo. Solo così (forse), e non solo per l’affaire Altomonte, si può dare una spiegazione all’apertura della crisi da parte della Lega di Basilicata che scarica le responsabilità di un quasi fallimento sul presidente della Regione.
A chi giova della maggioranza mettere in discussione la stessa continuità della legislatura pur sapendo che andando a votare in queste condizioni difficilmente il centrodestra ne uscirà vittorioso? Di certo non alla Lega che non ripeterà mai il successo in termini percentuali e non conviene alla maggioranza dei consiglieri leghisti che oggi siedono nel parlamentino lucano sapendo che la gran parte di loro non sarà rieletta. Ma i destini personali spesso non coincidono con quelli generali. La politica è prospettiva ed esiste un filo da seguire.
Nella Lega, in particolare, il senatore Pepe vero kingmaker della crisi, potrebbe aver voluto drammatizzare la vicenda per risolvere in anticipo quello che è un problema tutto interno e che riguarda tre big della stessa componente e cioè lui stesso, Guarente e Fanelli. Pepe sa che, per come si stanno mettendo le cose, il seggio al Senato non sarà scontato e quindi potrebbe essere più facile puntare a un posto in Consiglio regionale.
Ma sulla stessa postazione competono sia Guarente, che non vuol più fare il sindaco di Potenza, e sia naturalmente l’attuale vicepresidente della Giunta regionali, Fanelli che di certo ha ambizioni di riconferma. Questo se si votasse nel 2024. Ma se vi dovesse andare al voto anticipatamente? Presto detto: Guarente sarebbe ancora sindaco e quindi fuori dai giochi per la Regione, Pepe sarebbe il candidato naturale per la presidenza, garantendosi anche in caso di sconfitta un posto in Consiglio tutelando così, allo stesso tempo, Fanelli che da candidato consigliere in questo quadro avrebbe una autostrada per la riconferma.
Ora, magari è una lettura cinica, ma altre spiegazioni, per comprendere quello che altrimenti sembra solo una sorta di ‘suicidio’ politico degli attuali consiglieri della Lega non ce ne sono. A meno che non stiano recitando la parte del principe Myskin di Dostoevskij. Questa parte peraltro non sarebbe sconosciuta alla maggioranza lucana giacchè spicca come una trave negli occhi una vicenda assai curiosa.
E cioè la prima uscita pubblica del direttore generale Stopazzolo, nominato dal presidente Bardi all’Asp, che non avviene a un evento istituzionale ma a una iniziativa pubblica del Partito democratico alla presenza del ministro Speranza. Una vicenda, che come fu per l’ex sindaco di Potenza De Luca, fa vestire a Bardi le vesti di vero alleato della destra sinistra che ha fatto finta di combattere in campagna elettorale.