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ARPAB, DOPO LA SOSPENSIONE DI TISCI ANCORA POLEMICHE DA POLITICA E SINDACATI

Il provvedimento del presidente Bardi, dopo la denuncia dei Nas per violazione delle norme anti-Covid, non piace a tutti. Il Dg avrà 15 giorni per controdedurre


Il provvedimento del presidente Bardi, dopo la denuncia dei Nas per violazione delle norme anti-Covid, non piace a tutti. Il Dg avrà 15 giorni per controdedurre


POTENZA. È stato sospeso dalle sue funzioni Antonio Tisci, direttore generale dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata, denunciato dai Carabinieri del Nas perché trovato in ufficio nonostante fosse positivo al covid. Le funzioni di Direttore generale dell’Agenzia per l’ambiente saranno assunte dal responsabile tecnico scientifico Achille Palma. Il manager sospeso avrà quindici giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni.

Il provvedimento di sospensione adottato dal presidente della Regione Vito Bardi a causa delle gravi e reiterate violazioni contestate, non accontenta chi da più parti chiedeva la rimozione o le dimissioni del Direttore generale accusato di essersi recato in ufficio nonostante fosse positivo a un tampone.

I sindacati e i politici hanno sollecitato soluzioni più severe. Ne ha subito chiesto le dimissioni gran parte del mondo politico, come il gruppo Lega in Consiglio regionale e il coordinatore regionale del partito, Marti. «Chi gestisce la cosa pubblica deve essere esempio di moralità e correttezza». Per il capogruppo Pd Roberto Cifarelli e il consigliere dem Marcello Pittella, si tratta di «un atto di irresponsabilità, un reato compiuto non da uno qualsiasi ma da un dirigente pubblico con la funzione di far rispettare le leggi in materia ambientale ».

Sulla stessa linea, Italia Viva: «Davanti alle norme dello Stato siamo tutti uguali. Le istituzioni vanno rispettate sempre e da chiunque, senza strumentalità». Altrettanto duro il commento del grupoo consiliare del Movimento 5 Stelle: «Bardi non temporeggi, Tisci è chiaramente incompatibile col ruolo di direttore generale di Arpab». I pentastellati parlano poi di «pesante danno di immagine per la pubblica amministrazione».

«Il Presidente Bardi – concludono – non attenda ulteriori 15 giorni per chiudere questa pagina tristissima della storia regionale». Presa d’atto dalla segreteria regionale della Basilicata di Fratelli d’Italia, partito al quale fa riferimento Tisci, che ha deciso di aspettare gli approfondimenti della vicenda da parte dell’autorità giudiziaria: «Il partito prende atto della complessa situazione riguardante il direttore generale dell’Arpa Basilicata, Antonio Tisci. Rimane pertanto in attesa degli approfondimenti della vicenda da parte dell’autorità giudiziaria alla quale è pervenuto il verbale redatto dai Nas di Potenza ». Intanto però la polemica monta ancora. «Si continua a difendere l’indifendibile».

Tuonano i segretari della Cgil Basilicata, Angelo Summa e della Fp Cgil, Giuliana Scarano. « Innanzitutto non si comprende quali circostanze possa rappresentare Tisci a giustificazione del suo gravissimo comportamento che, è bene rimarcarlo, configura una ipotesi di reato, peraltro accertata in flagranza.

Non ci può essere nessuna esimente per quanto accaduto » aggiungono ancora. «Lascia poi perplessi l’irritualità del procedimento adottato: a ridosso dei fatti l’annuncio della convocazione di una fantomatica commissione di disciplina, della quale vorremmo conoscere funzioni e componenti, cui è seguito, nella serata di ieri, l’annuncio del provvedimento di sospensione da parte di Bardi. Se la legge 1/2020 prevede espressamente la risoluzione dell’incarico da dg dell’Arpab in caso di gravi e reiterate violazioni di legge, perché il presidente non ha proceduto alla revoca scegliendo di galleggiare in una ingiustificabile ambiguità di fronte a un fatto accertato, che potrebbe aver messo in pericolo l’incolumità dei dipendenti e dei collaboratori dell’ente?»

«Per questo riteniamo che, al di là della decisione finale, il presidente ancora una volta abbia fatto prevalere non la legge e il suo rispetto, ma l’arroganza della appartenenza politica dando uno schiaffo a quelle migliaia di cittadini e lavoratori lucani che quotidianamente, nel rispetto delle normative, hanno dato e danno il proprio contributo nell’affrontare e contenere questa sconvolgente pandemia.

Non ci può essere nulla da controdedurre di fronte a fatti di tale rilevanza che, tra l’altro, si sarebbero potuti evitare se il presidente avesse accolto già a suo tempo la nostra richiesta di rimuovere Tisci dall’incarico di dg al cospetto di fatti di altrettanta rilevanza e di indubbia bassa caratura etica » concludono dalla Cgil. Non si è fatta attendere la risposta da via Verrastro: la procedura adottata, prevista per altro dal contratto siglato con il direttore generale – fanno sapere dalla Presidenza della Giunta – è un atto a tutela degli interessi della Regione. Alla scadenza dei tempi indicati, non si esiterà ad assumere altri eventuali provvedimenti ritenuti necessari.


 

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