«PAPEETE LUCANO? SPERO DI NO»
Il governatore al contrattacco: «Dimissioni non ricevute. Ma ai veti non ci sto»
POTENZA. «Se stiamo ai fatti, mi pare che non ci sia ancora alcuna crisi». Non tarda ad arrivare la risposta del presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, all’annuncio della Lega di ritirare i sue due assessori dalla Giunta lucana. Il governatore lucano parla a “Il Foglio” della crepa interna alla maggioranza che di fatti lo vedrebbe “commissariato” dal suo stesso partito di maggioranza che pur non volendo parlare di crisi notifica una «verifica interna alla coalizione di centrodestra».
Nonostante la calma apparente, riporta “Il Foglio”, Bardi con la sua solita eleganza qualche sassolino dalla scarpa se lo toglie e proprio sull’annuncio delle dimissioni tanto di Fanelli quanto della Merra sottolinea: «Ecco, appunto, io le loro dimissioni non le ho mica ricevute. Mi dicono che si sono ritirati, ma io l’istituto del ritiro lo trovo un fatto curioso, non ancora contemplato nel diritto ».
Il paragone ai tempi del Papeete è subito servito: ministri del Carroccio lasciati in sospensione sopra i capricci del capo. «Già. E mi auguro che non ci si trovi di fronte a un fatto analogo, questa regione non se lo meriterebbe» tuona il governatore lucano. Per Bardi però le dinamiche nazionali e regionali non sono inevitabilmente intersecate ma vanno distinte: «Non che non contino per nulla, ci mancherebbe.
Le fibrillazioni quirinalizie, lo stato di tensione che s’è prodotto a Roma nella coalizione, avrà avuto forse il suo peso. Ma qui parliamo di cose diverse ». L’apertura delle verifica nella maggioranza coincide, manco a farlo a posta, con la scelta di Bardi di nominare il Dg di Aql fuori dagli schemi partitici.
Il governatore si sarebbe rifiutato, come abbiamo raccontato più volte da queste colonne, di nominare un fedelissimo dell’area leghista vicina al senatore Pasquale Pepe per prendere l’ennesimo professionista di fuori regione. Una scelta che avrebbe aumentato i malumori della Lega.
«E fanno una crisi per una poltrona? Salvini non credo sarebbe d’accordo. Tanto più che quella scelta, come le altre nomine deliberate negli ultimi due anni e mezzo, è stata presa su basi meritocratiche, rifiutando il principio della spartizione partitica» spiega ancora a “Il Foglio” Bardi. Le frecciatine del governatore giungono anche sulla richiesta di «rinnovamento » da parte della Lega. «Lo chiedono loro che hanno un vice presidente di regione, due assessori, un presidente del Consiglio regionale e vari presidenti di commissione. I ritardi che lamentano, li rimproverano dunque a se stessi? » se la ride Bardi aggiungendo: «Avevamo già fatto una riunione di maggioranza, un vertice riservato. Ci eravamo lasciati con la promessa di rivederci per fare chiarezza: e la riunione era fissata per domani. E invece, di lunedì mattina, mi ritrovo con questo annuncio inatteso: ritirano due assessori.
Ohibò ». E anche in questo, il ricordo del Papeete non è poi così lontano. «Ma qui c’è poco da scherzare, perché anche la Basilicata è chiamata ad affrontare sfide decisive per contribuire all’attuazione del Pnrr: è un’opportunità che non possiamo sciupare per via di capricci e tatticismi politici ». Il governatore lucano infine chiarisce una volta per tutte quelle voci sul cosiddetto “campo largo” che potrebbe nascere anche in Basilicata: «Dei sospetti degli altri, non posso rispondere io.
Nel 2019 abbiamo vinto con questa coalizione, e credo che sia con questa che si debba andare avanti, se c’è la volontà di tutti. Se invece prevalgono i veti e i dispetti, valuteremo il da farsi. E per questo ho convocato un vertice coi coordinatori dei tre partiti del centrodestra: per chiedere a ciascuno di mettere le sue carte in tavole, per assumerci tutte le nostre responsabilità fino in fondo.
Dopodiché, trarrò le mia conclusioni. Sapendo che le strategie nazionali, dentro e fuori il centrodestra, non devono compromettere il lavoro della giunta». E sulla guerra a chi ha più “casacche” tra Salvini e Meloni che ha visto numerosi cambi anche nel Consiglio regionale lucano, Bardi chiarisce a “Il Foglio” che: «Si tratta di consiglieri eletti con la mia lista, che hanno fatto le loro valutazioni.
Rispetto la loro scelta, che del resto risale a prima dell’inizio della zuffa sul Quirinale tra Salvini e Meloni. Mi auguro però, anche qui, che non sia per queste piccole manovre che si rallenti l’azione della giunta. Non possiamo permettercelo».