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SCOMPARSA DI ALESSANDRO VENTURELLI, URSULA FRANCO : “DISTURBO PSICOTICO PRIMARIO O SECONDARIO”

“È comune che soggetti in preda al delirio persecutorio prendano le targhe delle auto”

#uncasoallavoltafinoallafine 

Scomparsa di Alessandro Venturelli

Eleonora Daniele: (…) la cosa che mi ha stupito di più di tutto di questa vicenda dove IO ANDREI UN PO’ PIÙ A PUNTARE PER LE INDAGINI sono quelle macchine che vedeva passare Alessandro. Alessandro era terrorizzato da queste automobili, in particolare da una, si era segnato le targhe perché davanti casa continuava a vedere de… un passaggio di macchine strane e Alessandro aveva paura. Alessandro aveva detto alla mamma “Mi sento minacciato, c’è qualcuno che mi sta circuendo, c’è qualcosa che non va”, aveva provato a farglielo capire (…) e la mamma aveva avvertito un pericolo, un pericolo terribile che poi è sfociato nella scomparsa di questo ragazzo, che cosa gli diceva alla mamma “Mamma ho paura”, allora davanti a quella domanda tuo figlio che cosa ti rispondeva, Roberta?

La madre del Venturelli: Sì, eee io chiedevo, Eleonora, “Di chi hai paura?” E lui mi dice “Mamma stai attenta anche tu quando vai in giro” e io continuavo a insistere, però purtroppo, Eleonora, Alessandro non mi ha fatto nomi dove dichiarava di chi aveva paura, però prendeva proprio il numero di due targhe che diceva che passavano davanti a casa nostra che non erano mai passate prima, queste due macchine (…)

È comune che soggetti in preda al delirio persecutorio prendano le targhe delle auto.

SCOMPARSA DI ALESSANDRO VENTURELLI, URSULA FRANCO : “DISTURBO PSICOTICO PRIMARIO O SECONDARIO”

 

16 ottobre 2021 di Ursula Franco*

Per capire il perché Alessandro Venturelli, 20 anni, sia letteralmente fuggito da casa il 5 dicembre 2020 è necessario sottoporlo ad una autopsia psicologica. I racconti dei suoi genitori e quelli di un amico/collega permettono di ricostruire le condizioni psichiche del Venturelli al momento della scomparsa e nei 10 giorni che l’hanno preceduta.

Esaminiamo insieme i racconti dei familiari: 

Il padre: “Lo stesso da circa 15 giorni ha manifestato problemi che parevano depressivi

Il padre: “Gli ultimi 10 giorni si è isolato sia da noi ma anche dai suoi amici.”

Il padre: “E poi lo vedevo che agiva in un modo, mi è sembrato furtivo, come se stesse preparando qualcosa, mi guardava da lontano per vedere se lo vedevo, quindi era… era molto sospettoso.

La madre: “E’ sempre collegato alla paura, perché uno si nasconde? Perché ha paura.”

La madre: Mi diceva proprio: “Mamma, io mi sentomanipolato, mamma, io ho paura.

La madre: “Mamma, cosa mi sta succedendo?”

La madre: “Il fatto che abbia manifestato in tutti i modi la sua paura, il fatto che erano circa 10 giorni che prendeva giù le targhe di 2 macchine in particolare.

La madre: “Prendeva in particolare due numeri di targa, l’ho detto alla polizia, ma non ho poi trovato il bigliettino dove aveva segnato le targhe. Probabilmente se le è portate via quando è scomparso”. 

La madre: “Non è che ci fossero problemi particolari e che lui dovesse scappare da qualcosa

Giornalista: “Nell’ultimo periodo Alessandro sembra spaventato, teme che qualcuno lo segua, si segna le targhe delle auto

La madre: “Leggeva le targhe delle macchine per memorizzarle, per vedere se poi queste macchine sarebbero tornate a passare dal viale, come se lui avesse veramente paura di qualcuno che potesse venirlo a prendere

La madre: “In tutti questi mesi io e mio marito non riusciamo ad immaginare una situazione in cui Alessandro si può trovare che abbia una spiegazione logica, non c’erano i motivi per fare una cosa del genere, i presupposti. Poteva condividere con noi un suo pensiero, una sua voglia di esperienza, ma non troncare il rapporto così”.

La madre: “Alla mattina Alessandro si era alzato molto arrabbiato con me, mi ha attaccato dicendo “Sei una mamma che non vale niente, che mi hai raccontato solo delle balle“, io non ho neanche ribattuto.”

La madre: “Nei miei racconto ho descritto un Alessandro molto molto in crisi, che il venerdì pomeriggio…”

La madre: “Quando Alessandro è scomparso, io so l’Alessandro che avevo in casa, non era un un drogato,mettiamola così, proprio per rendere l’idea, so che faceva qualcosa che non avrebbe dovuto fare, sicuramente  non lo incoraggiavo, anzi, però so l’Alessandro che avevo in casa: Alessandro era veramente una persona pulita ma in tutti i sensi non solo come aspetto e questo me lo hanno confermato anche gli inquirenti.”  

Un amico: “Alessandro mi diceva che frequentava dei ragazzi, era in una compagnia, e che voleva uscirsene per rendersi una persona migliore di quello che era, non gli piacevano certi atteggiamenti dei suoi amici. Continuava a dirmi “me ne voglio uscire”, “voglio pulirmi”, “voglio ricominciare da capo”, “non voglio più fare la vita che sto facendo adesso”.

La madre: “Quella mattina lì dove Alessandro era veramente arrabbiato cioè era incontrollabile, noi non abbiamo mai visto nostro figlio in questo modo per cui era una giornata veramente particolare nel senso che (…) si aggiungeva questa litigata con me a 10 giorni di malessere forte (…) dopo questa sfuriata, la chiamo, di una mezzora comunque Alessandro si è calmato però non è stata una cosa normale come una litigata che può succedere.”

La madre: “Ale mi dice che io sono una mamma che non vale niente, che in tutti questi anni l’avevo tenuto sotto una campana di vetro, che in tutti questi anni gli avevo detto solo delle bugie, che non era vero che io mi ero curata, che ero una brutta persona, me ne ha dette di ogni.”

La madre: “Intanto non è normale che un ragazzo di 20 anni dorma con la mamma da 10 giorni, prima cosa; seconda cosa, la storia delle targhe; terzo, lui diceva: “Io mi sento manipolato, mamma, io ho paura”, il fatto che mi dicesse: “Mamma, quando vai fuori stai attenta”, cioè non sono cose che Alessandro diceva, cioè erano proprio 10 giorni così. 

Nei racconti della madre i temi ricorrenti sono quelli della paura e della manipolazione.

Il padre descrive Alessandro non solo come “molto sospettoso” ma anche con “problemi che parevano depressivi” e la tendenza ad isolarsi.

La “paura”, il fatto che fosse “molto sospettoso”, che controllasse le targhe delle auto e il timore di essere seguito hanno a che fare con un’ideazione delirante. Il rancore manifestato alla madre prima della scomparsa rientra a pieno titolo in questo quadro, Alessandro cominciava infatti a sospettare anche di lei.

È probabile che Alessandro udisse delle “voci” e per questo motivo si sentisse “manipolato” e che quelle stesse “voci” gli dicessero che sarebbero venuti “a prenderlo”. 

Quel “Mamma, cosa mi sta succedendo?” potrebbe essere una frase rivelatrice di uno stato pre delirante. Nel momento in cui un delirio nasce o riprende, se svanito, il soggetto sperimenta uno stato detto ‘Wahnstimmung’ durante il quale capisce che sta accadendo qualcosa ma non riesce a metterne a fuoco i dettagli.

È stata la madre ad introdurre il tema dell’uso di sostanze.

CONCLUSIONI

 

All’epoca del suo allontanamento Alessandro Venturelli era in preda ad un disturbo psicotico primario o secondario all’uso di sostanze caratterizzato da sintomi negativi quali il ritiro sociale e l’apparente depressione e da sintomi positivi quali il delirio persecutorio e le probabili allucinazioni uditive. 

* Medico Chirurgo, Criminologo, Statement Analyst. È allieva di Peter Hyatt, uno dei massimi esperti mondiali di Statement Analysis (tecnica di analisi di interviste ed interrogatori), si occupa soprattutto di morti accidentali e suicidi scambiati per omicidi e di errori giudiziari. Fa parte del Forensic Team della COLD CASE FOUNDATION, una Fondazione Americana che si occupa di casi irrisolti, Executive Director: FBI Profiler Gregory M. Cooper.

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