PUGNO DURO DELLA LEGA CON BARDI
Gli assessori Fanelli e Merra disertano la Giunta: fino a nuovo ordine sono fuori
I LEGHISTI SI ADEGUANO ALLA LINEA DEL PARTITO: GARANTIRE SOLO AZIONI URGENTI
POTENZA. La Lega vuole essere coerente con quanto annunciato in conferenza stampa lunedì scorso: senza un cambio di passo messo realmente in atto dal governatore Bardi l’azione politica resterà ferma. Il segnale del pugno duro, già annunciato negli scorsi giorni, persiste: ieri i due assessori regionali leghisti, Francesco Fanelli e Donatella Merra, non si sono presentati nella riunione di Giunta.
I due esponenti del Carroccio hanno seguito alla lettera le indicazioni del partito: l’azione amministrativa con atti importanti procederà quella politica invece resta in stand by. Una scelta di cui Bardi non può che prenderne atto. Le carte e i numeri, in realtà, sono a favore della Lega che prima di avviare le trattative con il governatore, annunciando l’adesione di Vizziello al gruppo in Regione, ha chiarito una volta per tutte che spetta a loro il ruolo di maggioranza in Consiglio.
Grazie a Vizziello, infatti, la Lega ristabilisce tra i banchi del Consiglio l’originale consistenza numerica che con l’uscita dell’ex capogruppo Coviello aveva fatto indebolire la loro posizione, ritornando ad essere sei consiglieri su 12 eletti nella maggioranza. Un messaggio forte e chiaro che il Carroccio ha fatto recapitare al resto della coalizione prima di sedersi al tavolo delle trattative e dopo aver annunciato in pompa magna di voler un rimpasto di giunta e una verifica nella coalizione. I leghisti provano così a mantenere il punto dando consequenzialità alle dimissioni annunciate di Fanelli e Merra.
Le dimissioni a quanto pare rimangono congelate burocraticamente ma non nella fattività. Un duro colpo questo inferto al presidente che pur avendo in una intervista a “Il Foglio” confessato di non aver ricevuto nessun atto formale dalla Lega oggi si trova a dover gestire una Giunta a metà. L’opera di convincimento del governatore non avrebbe fatto presa, come successo invece con il “dimissionario” Cupparo, sui due leghisti che questa volta non si sono tirati indietro sulla linea dettata dal partito.
Probabilmente anche il duro scontro avvenuto all’interno dello stesso Carroccio, dopo l’ultima divisione per l’approvazione in Consiglio del Piano Strategico Regionale, ha portato i suoi frutti. Le varie anime sono riusciti a fare sintesi, a prevalere più la voglia di rimanere in sella che la possibilità di andare a nuove elezioni (con il rischio per molti di non essere rieletti).
Ma se la Lega ha preso consapevolezza del suo ruolo ora tocca a Bardi mettere in atto quanto deciso nel vertice di maggioranza per evitare un nuovo empasse: dettare i nuovi punti dell’agenda programmatica e procedere entro 10 giorni al rimpasto di Giunta e al rinnovo dell’Udp.