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UNA QUADRA DIFFICILE

Con la Lega che ha blindato tre postazioni scintille tra FdI e Fi per il resto


Sarà impossibile avere entro i 10 giorni prossimi la Giunta bis e il nuovo Presidente del Consiglio


POTENZA. La scelta dei due assessori regionali della Lega, Francesco Fanelli e Donatella Merra, di non presenziare alla riunione di Giunta di mercoledì è stato un boccone amaro da mandare giù per il presidente Bardi. Dopo la riunione romana con i vertici dei partiti di centrodestra, dove hanno partecipato il commissario regionale di FI Moles, il segretario regionale di FdI Quarto e il commissario della Lega Marti, il governatore era sicuro di poter contare sui famosi 10 giorni di tregua.

Un lasso di tempo in cui Bardi dovrebbe trovare la quadra sul rimpasto di Giunta e sul rinnovo dell’Ufficio di presidenza (ormai scaduto da novembre scorso). Ma nonostante la Lega abbia teso la mano al governatore per evitare conseguenze ancora più gravi sull’azione amministrativa mettendo in stand by le dimissioni dei due assessori leghisti, annunciate in conferenza stampa lunedì scorso, il pugno duro rimane.

La linea dettata dai vertici del Carroccio romano agli esponenti lucani sembra essere chiara: in assenza di un vero cambio di passo e di una nuova Giunta bisogna garantire solo le azioni urgenti e necessario. Per il resto Bardi non potrà contare sull’appoggio del Carroccio. Insomma, il governatore ha i giorni contati per rimettere in moto l’azione di governo e delineare quel cambio di passo su cui il leghista Pepe e l’intero partito hanno puntato dall’inizio della legislatura.

Bardi dovrà fare i conti anche con i nuovi punti programmatici dettati dalla Lega e convincere il resto degli alleati, Fdi e FI, non solo ad accettarli ma ad ampliare l’agenda con loro proposte per provare a non lasciare tutta la forza decisionale nelle mani dei salviniani. Numericamente è la Lega il partito più forze in Consiglio. Con sei membri, grazie al passaggio di Vizziello, può contare sul 50% delle presenze in Consiglio su 12 eletti nella maggioranza.

Un numero che anche sul rimpasto di Giunta avrebbe un peso non da poco. Non a caso Marti nel vertice romano avrebbe chiesto di confermare tre postazioni per la Lega. Invece di avere il rinnovo della presidenza del Consiglio, con Cicala poco gradito agli alleati come mostrato anche nelle elezioni per il grandi elettori del Quirinale, puntare su tre postazioni in Giunta. Proposta che inevitabilmente andrà ad indebolire tanto Forza Italia quanto Fratelli d’Italia. Bardi in queste ore dovrà infatti decidere quale assessore “sacrificare” di Forza Italia tra Cupparo e Leone.

Fratelli d’Italia potrebbe riconfermare Rosa anche se l’accordo stipulato a Roma con la Meloni prevedeva oltre alla riconferma di Rosa anche l’ingresso dell’esterno Latronico. Complicatasi però la trattativa con la Lega delle 5 postazioni, se tre andranno al Carroccio, per equilibrare i rapporti tra FI e FdI quest’ultimo non scatterà il secondo posto in Giunta. Il rapporto con la Meloni è dunque a rischio. Bradi potrebbe cavarsela solo se offrisse la presidenza della Giunta a un meloniano.

Ma in questo caso per Latronico sarebbe l’ennesima chance sfumata di rivedersi in Regione. Non solo. I rapporti di Bardi con gli azzurri, suo partito di adozione, sarebbero compromessi del tutto. Bardi è davvero tra due fuochi.


 

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