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SFIDE DA NON PERDERE: VIABILITÀ E INFRASTRUTTURE

Per permettere ai lucani di stare al passo con i tempi ed essere collegati con l’Italia necessitano investimenti soprattutto in questi settori

di LIVIA GRAZIANO


POTENZA. Difficile per gli studenti, ma anche per i lavoratori, spostarsi fuori dalla Basilicata ma anche all’interno della regione stessa. Problemi legati alla poca disponibilità dei mezzi di trasporto o al costo del biglietto che, paradossalmente, spesso, risulta molto più costoso rispetto al costo dei mezzi di trasporto disponibili nel Nord Italia. Supponiamo si voglia effettuare un viaggio da Roma a Milano, le possibilità per spostarsi sono diverse: autobus, treno o aereo, per non parlare del collegamento autostradale. Tutte possibilità che per i lucani risultano però spesso impensabili.

I lucani devono imbattersi in una rete stradale spesso fatiscente, senza considerare la flotta dei treni o degli autobus quasi sempre vetuste, e la mancanza di un aeroporto rende complicato le lunghe percorrenze. I problemi relativi alle infrastrutture lucane sono tanti, basti pensare alle strade, moltissime impercorribili, dissestate in più tratti, interrotte per via di cantieri. Esempio lampante è la Potenza-Melfi dove, nonostante siano stati effettuati numerosi lavori, ancora oggi risulta una strada perennemente contornata da cantieri e semafori.

Ancor più disastrosa è la situazione delle ferrovie in Basilicata così come in tutto il Sud Italia del resto. Una differenza enorme fra il Nord e il Sud che riscontriamo con l’unificazione dell’Italia, se si pensa che nel 1870 il Mezzogiorno aveva poco più di 100 km di ferrovie, quasi tutte nell’area partenopea, mentre il Nord poteva contare già su circa 2.000 km di ferrovie. Un divario che negli anni è cresciuto sempre più, anche da un punto di vista tecnologico.

Il Sud ancora oggi vede come un miraggio l’Alta velocità ed insistono numerose tratte a binario unico o non elettrificate. Un divario di strutture lamentate ed evidenziate fin da fine 800 da tantissimi politici e meridionalisti quali Giustino Fortunato, originario di Rionero in Vulture, che denunciava l’esistenza di due Italie completamente diverse, sia come territorio che come ricchezza naturale, o da Francesco Saverio Nitti, anche lui del Vulture, e precisamente di Melfi, già Ministro del Tesoro, il quale denunciava le politiche governative che avevano difatti avvantaggiato le regioni del Nord a discapito di quelle del Sud.

Differenze che purtroppo esistono ancora oggi e che si vanno sempre più ampliando, penalizzando le imprese, i giovani ed i cittadini tutti. Due Italie che non sono sullo stesso piano. Ma anche Sud diversi. Le infrastrutture della Basilicata non sono certo quelle della vicina Puglia o della Campania.

Ma, nonostante il tanto tempo trascorso, nulla o poco sembra muoversi. La modernità sembra un vero e proprio tabù per la Basilicata, altrimenti perchè non investire su di essa? Perché i cittadini lucani non possono usufruire delle stesse opportunità che ha un cittadino di un’altra regione d’Italia?

È forse arrivato il tempo che la Basilicata si ponga delle sfide. E perchè non cominicare da viabilità e infrastrutture che riportino il territorio e i lucani al passo con i tempi e non più fuori dal resto d’Italia?


 

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