IL RUOTI GATE SI SGONFIA
Quasi tutti i domiciliari trasformati in divieto di avvicinamento alla sindaca Scalise
Quasi tutti i domiciliari trasformati in divieto di avvicinamento alla sindaca Scalise
POTENZA. Il Gip di Potenza, Antonello Amodeo, descrivendo il «sistema» Salinardi come un sistema «che si regge sulla continuità e si autoalimenta per sopravvivere», aveva ritenuto, per 16 indagati, necessaria la misura cautelare degli arresti domiciliari, sia perché aveva valutato come sussistente e concreto tanto il pericolo di inquinamento probatorio quanto il pericolo di recidiva, e sia al fine di evitare «libere comunicazioni fra indagati o verso terzi ».
A seguito degli interrogatori di garanzia, lo stesso Gip, raccolta la versione di alcuni che hanno risposto alle domande, ha giudicato mutato lo stato delle cose in relazione alle esigenze cautelari. Sciolta la riserva su Rosario Famularo (difeso dall’avvocato Paolo Lorusso), nipote dell’ex sindaco Salinardi e indagato in qualità di responsabile dell’area tecnica del Comune di Ruoti: è a piede libero, gli sono stati revocati gli arresti domiciliari.
Per Giuseppe Teta, invece, imprenditore titolare di diverse case di riposo, i domiciliari sono stati sostituiti con l’obbligo di presentazione all’Autorità Giudiziaria. Il Gip, inoltre, sciogliendo la riserva assunta all’interrogatorio di garanzia tenutosi l’11 febbraio scorso, ha ritenuto di accogliere le richieste pervenute dagli avvocati Armando Dereviziis e Rosanna Faraone, difensori dell’imprenditrice Giuseppina Salinardi, anche lei nipote di Angelo, revocando la misura cautelare personale degli arresti domiciliari e sostituendola con il divieto di avvicinamento alla persona offesa individuata nella persona dell’attuale sindaco di Ruoti, Anna Maria Scalise.
Gli avvocati contattati sulla vicenda, hanno espresso soddisfazione, ma non hanno voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni. Stesso esito anche il consigliere comunale di minoranza Angelo Faraone (difeso dagli avvocati Rosanna Faraone e Maria Rosaria Malvinni). Oltre a Giuseppina Salinardi e Faraone, la sostituzione dei domiciliari con il divieto di avvicinamento a Scalise, è stata decisa anche per Luigi Scaglione.
Da ricordare, inoltre, che se per il funzionario della Regione, Giuseppe Antonio Lavano, il Gip aveva già sostituito i domiciliari con l’obbligo di firma, venerdì scorso era stata attenuata la misura cautelare anche al Tenente della Polizia municipale di Ruoti, Marianna Di Maio, ed al consigliere comunale di minoranza Rosario De Carlo: entrambi dai domiciliari al divieto di dimora a Ruoti. I due volti dell’inchiesta sul «sistema Salinardi» sono la politica e l’imprenditoria.
Non solo la «macchina del fango» con persecuzioni e calunnie come quelle nei confronti dell’attuale sindaco di Ruoti, Anna Maria Scalise, e dell’assessore comunale Franco Gentilesca, ma anche, con riferimento all’indotto Stellantis, il «continuo, reiterato ed insistente pagamento di mazzette, denaro ed altri benefits», da parte di Salinardi, per ottenere in cambio plurime aggiudicazioni in subappalto, commesse e assegnazione di lavori.
Per Angelo Salinardi, all’interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere, i suoi legali difensori, inoltre, il Prof Cimadomo e l’avvocato Chirìaco non hanno fatto richiesta nè di revoca, né di sostituzione della misura cautelare, le speranze di ottenere un regime meno restrittivo delle libertà personali, sono tutte riposte nella richiesta di riesame dell’ordinanza con cui il Gip ha disposto per lui gli arresti domiciliari.