LE BOLLETTE DI AQL BARRICANO I LUCANI
L’intervento di Nicola Savino
DI NICOLA SAVINO*
Barricato è un aggettivo che, al femminile, usiamo per rallegrarci con qualche sorso di grappa; al maschile, possiamo riferirlo alla Sede Centrale del nostro glorioso Acquedotto! Per consegnare una lettera, avvertito da un amico di recarmi al “protocollo” da una porticina a sinistra rispetto allo scalone (tipo monumento ai caduti o Altare della Patria!), la trovo chiusa e impiastricciata di avvisi per info e servizi all’utente.
Potrebbe, però, aiutarmi un altro anziano, già con il cellulare in chiamata; se non fosse che il numero continua a non rispondergli. «Di dove entriamo se non si può né dalla vetrata principale né dalla porticina laterale?». Per fortuna, dall’ austera scalinata vetro-cemento, si avvicina un elegantone in divisa, tipo graduato della nostra Marina (il richiamo dell’acqua?) e ci salva lui, spiegandoci che si tratta di “circumnavigare”a sinistra l’intero edificio…
Fino alla vetrata simmetrica ed inviolabile, che ci sta di fronte, alla sommità dello scalone. Osservo che, forse, sarebbe stato utile un semplice cartello; ma mi guarda storto ed infine imbocchiamo un cunicolo come di periferia trascurata e trasandata, umidiccia, qui e là con muschi ed erbacce, come i passaggi segreti dei castelli espugnati! Giungiamo, così, nella stessa anticamera attingibile dalla scala “romana”, nel sospetto che, quella peripezia, fosse giustamente imposta dal Covid.
C’invita, infatti, ad uscire dall’atrio e ad allinearci a distanza un altro “graduato”, tipo usciere; il quale, forse avvertito dal mio invito (non proprio remissivo) a non alzare la voce e non abusare di maniere brusche (o forse per il cortese saluto rivoltomi da un Signore seduto nell’ingresso), stringe i tempi ed acquisisce la mia lettera, scomparendo nelle stanze.
Da dove, però, riemerge alquanto presto per chiedermi di autorizzare l’Ufficio all’apertura della busta: condizione per protocollarla. Ma, se per una cosa del genere, l’Ufficio prevede specifica autorizzazione, esiste dunque un «archivio per le lettere non aperte e da non leggere, perché inviate per posta e non autorizzabili da un latore»? Un archivio per le tante lettere con cui si protesta in questi giorni per le “bollette pazze”?
E, dunque, esiste un archivio dell’oblìo perpetuo? A questo punto, mi viene in mente il compagno Giovanni Pandolfi, carissimo e fraterno coetaneo in pensione a Rotonda, Sindaco per molte legislature ed anche Consigliere Regionale, che fu l’unico a rifiutare l’adesione alla“Società Acquedotto” promossa dalla Regione. Fedele all’adagio «l’acqua è mezzo pane!», Giovanni rifiutò di cederla al nuovo Ente, sicché, il suo Comune la gestisce in autonomia. Proprio perché laureato in materia, forse, prevedeva che non saremmo stati capaci d’organizzarla per la cosiddetta“economia di scala” (possibile in una gestione per utenti numerosi, tipo Puglia e Basilicata insieme, come ben spiega – su Controsenso – il nuovo Amministratore).
E, dunque, puntò al risparmio, all’efficienza ed alla libertà in autonomia. Stando ai fatti, le cosiddette “bollette pazze” spingono gli utenti ad invidiare il cittadino di Rotonda che, grazie a Pandolfi, dorme sonni tranquilli e che, quando trattasi di singoli, addirittura non riceve bollette o non pag niente fino ad una certa quota di consumi! E, così, gode di una migliore qualità di vita rispetto agli altri lucani dei cento comuni costretti in fila…
Al freddo: a Rotonda basta davvero la telefonata (con risposta immediata) per segnalare il guasto o far correggere un errore! Conosco utenti che, da singoli, sono invece ”tormentati” dalle trafile burocratiche: per 7 anni, pagati 400 euro a semestre (da “singol”), ha telefonato invano alle articolazioni periferiche dell’Ente cui era stato indirizzato.
Ora che l’ultima bolletta supera i 700,00 euro, si è, perciò, resa necessaria la “raccomandata a mano”, la fila e tutto il resto. Ci sarà risposta? Quell’utente, se invece abitante a Rotonda, avrebbe di certo vissuto una vita più serena, che è quel che più conta per i tanti anziani ormai in maggioranza fra noi! Ne tiene conto la nostra Holding nel disporre dell’informatizzazione, la quale ancora invita a telefonare a numeri sempre indisponibili?
Possibile che, dopo tanti anni di esperienza, ancora si tardi ad adottare programmi in grado di segnalare l’anomalia del consumo rispetto alla consistenza dell’utenza (evitando a priori telefonate e reclami che poi determinano le fila e per reazione la “barricata”)? Il nuovo Amministratore propone questa “mirabilia” con l’informatica (tipo controlli preventivi e letture automatiche); ma, nell’attesa, riterrà opportuno far affiggere un cartello e disporre vicoli d’accesso meno scomodi?
Certo, se non s’investe per eliminare il 60% delle perdite, andremo al fallimento. Ma, nell’attesa, perché costringere la Centrale ad essere percepita come una “zattera”…che naviga in non buone acque!
*GIÀ SOTTOSEGRETARIO DI STATO