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LA COMUNITÀ DI RAPONE SALUTA MONS. ROBERTO REPOLE, ARCIVESCOVO DI TORINO E FIGLIO DELLA NOSTRA COMUNITÀ

“E poi ho la grande grazia di dover servire due Chiese che conosco, pur in modo evidentemente diverso. E anche voi conoscete me, con i doni che il Signore ha voluto farmi nella sua immensa bontà e con i miei limiti. La Chiesa di Torino è la mia Chiesa, tanto amata”

DON ROBERTO REPOLE

Don Repole arcivescovo di Torino: “Camminiamo insieme verso Cristo”
Il successore di monsignor Cesare Nosiglia commenta con Vatican News la nomina pontificia con emozione: è un invito che mi viene dal Signore e un atto di grandissima fiducia e bontà da parte di Papa Francesco

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Papa Francesco ha nominato arcivescovo metropolita di Torino e vescovo di Susa don Roberto Repole unendo in persona Episcopi le due sedi. Il successore di monsignor Cesare Nosiglia, finora canonico e docente, appartiene al clero della medesima arcidiocesi metropolitana.

La comunicazione di monsignor Nosiglia

Don Roberto Repole, 55 anni, è dunque il vescovo eletto dell’arcidiocesi di Torino e della diocesi di Susa. A darne l’annuncio, presso il Santuario della Consolata a Torino, è stato l’arcivescovo monsignor Cesare Nosiglia, alla guida della Diocesi di Torino dal 2010 e amministratore apostolico di Susa dal 2019. “Personalmente – ha affermato monsignor Nosiglia – sono molto contento della scelta e auguro al mio successore ogni bene, mentre chiedo ai sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli tutti di accogliere con gioia il nuovo Arcivescovo e di offrire a lui tutta la loro disponibilità a collaborare efficacemente al suo ministero, accompagnandolo fin da ora con la nostra accoglienza e la nostra preghiera”. “D’intesa con lui – ha aggiunto – abbiamo deciso di comunicare la sua nomina qui nel santuario della Consolata, perché la Madonna che più sentiamo come nostra lo protegga e sostenga nel suo ministero”.

Il saluto di don Repole

Alle parole di monsignor Nosiglia si sono poi aggiunte quelle di don Roberto Repole: “Ho il cuore colmo di emozione e all’interno c’è un guazzabuglio di sentimenti. Vi è certamente una profonda e intensa gratitudine al Signore, che mi invita ancora una volta e in maniera sempre più radicale alla sua sequela e al dono di me; e al carissimo Papa Francesco, che mi ha scelto con un atto di grandissima fiducia”. “Mi consolano in particolare tre cose”, ha detto. “La prima è che io sono certo di non aver mai cercato in alcun modo un ministero come quello che oggi mi viene affidato. Ho avuto la grazia in questi anni di avere tantissimi contatti, che mi hanno arricchito nel mio percorso teologico e nella mia vita di fede”. “E poi ho la grande grazia di dover servire due Chiese che conosco, pur in modo evidentemente diverso. E anche voi conoscete me, con i doni che il Signore ha voluto farmi nella sua immensa bontà e con i miei limiti. La Chiesa di Torino è la mia Chiesa, tanto amata”. “Mi consola infine sapere che come cristiani non siamo certamente una potenza, né dobbiamo esserlo. Non abbiamo da offrire a queste nostre città nulla di tutto ciò che esse possono trovare già altrove e in abbondanza”



Don Repole saluta l’arcidiocesi
Cenni biografici di don Repole

Don Roberto è nato a Torino il 29 gennaio del 1967. Dopo gli studi superiori svolti presso il Seminario minore, è stato accolto nel Seminario arcivescovile di Torino dove ha frequentato i corsi filosofico-teologici. Ha completato la formazione conseguendo la licenza e il dottorato in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana.  È stato ordinato sacerdote il 13 giugno 1992. Ha ricoperto i seguenti incarichi: vicario parrocchiale (1992-1996); docente di Teologia sistematica presso la Facoltà Teologica di Torino e l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Torino (dal 1996 finora); canonico della Real Chiesa di San Lorenzo (dal 2010 finora); presidente dell’associazione Teologica Italiana (2011-2016); preside della Sezione di Torino della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (dal 2016 finora); membro del Consiglio direttivo dell’agenzia della Santa Sede per la valutazione e la promozione della qualità dell’Università e Facoltà Ecclesiastiche. È stato coordinatore Diocesano della Pastorale universitaria e, per un quinquennio, membro della Commissione Ecumenica diocesana. È collaboratore della parrocchia Santa Maria della Stella a Druento, assistente ecclesiastico diocesano del movimento ecclesiale di Impegno Culturale, Meic, e membro del consiglio presbiterale.

Camminare insieme

A Vatican News il nuovo arcivescovo di Torino, don Roberto Repole, sottolinea che ha accolto la nomina “con una sorpresa grandissima”:

Ascolta l’intervista al nuovo arcivescovo di Torino

Come ha accolto questa nomina e cosa significa per la arcidiocesi di Torino?

L’ho accolta con una sorpresa grandissima, anche come un invito che mi veniva dal Signore a consegnarmi in una maniera nuova e rinnovata a Lui e come un atto di grandissima fiducia e bontà da parte di Papa Francesco. Non so cosa significhi adesso per la Chiesa di Torino. Penso che possa comunque significare, almeno da parte mia, il desiderio di camminare insieme verso Cristo che già abita questa Chiesa e che ha dispensato davvero tanti bei doni in questa Chiesa.

A proposito di questa Chiesa, si apre un cammino che segue i passi già tracciati da monsignor Cesare Nosiglia…

Monsignor Cesare Nosiglia si è speso davvero con grandissima generosità per questa Chiesa non facendo mai mancare il suo apporto. Da parte mia, certamente, metterò tutto quello che posso. E sono certo che lo faranno anche altri. Spero davvero che il mio ministero possa servire a suscitare carismi, doni da offrire al Signore e ai fratelli.

Il suo ministero si colloca in un periodo in cui è iniziato il Sinodo sulla sinodalità, una dimensione essenziale…

Si, una dimensione essenziale perché si è Chiesa insieme: ciò che dovremo continuare a vivere a Torino e incrementare sempre di più sono la capacità di ascoltarci reciprocamente, di non demonizzarci e la capacità di camminare insieme sapendo che Cristo è dietro di noi, in mezzo a noi ed è davvero davanti a noi.

Don Roberto Repole e monsignor Cesare Nosiglia

 

LA COMUNITÀ DI RAPONE SALUTA MONS. ROBERTO REPOLE, ARCIVESCOVO DI TORINO E FIGLIO DELLA NOSTRA COMUNITÀ

Teologo e pastore di Anime, la Comunità di Rapone è orgogliosa che un figlio di nostri concittadini , sia stato designato da Papa Francesco Arcivescovo metropolita di Torino e Vescovo di Susa, Don Roberto Repole, docente e direttore della Sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.

Come Sindaco di Rapone, paese di origine del padre del nuovo Arcivescovo di Torino, invio gli auguri a Monsignor Repole di un luminoso Ministero Pastorale alla guida di una delle Diocesi simbolo della Cristianità, la Toro della Sacra Sindone e simbolo anche dell’incontro di culture e tradizioni diverse che riescono a convivere nella Pace nel solco della Fratellanza e della Nuova Novella.

Con orgoglio sottolineo che Monsignor Repole è anche un raffinato Teologo di fama internazionale apprezzato dal Sommo Pontefice e uno studioso con importanti ricerche e pubblicazioni, tra le quali ricordo tra le principali, Il pensiero umile, In ascolto della Rivelazione, L’umiltà della Chiesa, Come stelle in terra, La Chiesa nell’epoca della secolarizzazione (Cittadella 2012).

Per il suo operato di docente e di esperto delle culture contemporanee unite alla indiscussa capacità di ascoltare i giovani, gli umili, i fedeli ma anche i bisognosi, i migranti con la sensibilità che ha lui, figlio di emigranti lucani e anche il mondo del lavoro, sarà capace di guidare con lungimiranza e umanità una Diocesi dalla società complessa come Torino e sicuramente sarà una guida spirituale anche per la nostra Comunità Raponese e Lucana.

Felicetta Lorenzo – Sindaco di Rapone (PZ)

UN “RAPONESE” VESCOVO DI TORINO 


Don ROBERTO Repole, il teologo outsider nuovo vescovo di Torino

La scelta a sorpresa di papa Francesco: 55 anni, è conosciuto per l’apertura al dialogo.
Oggi alle ore12 l’annuncio ufficiale alla Consolata

CITTA’ DEL VATICANO.
Don Roberto Repole è stato nominato arcivescovo di Torino.
Dopo mesi di consultazioni sottotraccia e riflessioni approfondite, papa Francesco ha sciolto la riserva, scegliendo come successore di Nosiglia un teologo «di casa», docente universitario, direttore della Facoltà teologica, presidente dei teologi italiani dal 2011 al 2019.
Una sorpresa, un outsider, in perfetto stile bergogliano.
L’annuncio sarà dato oggi alle 12 alla Consolata e in contemporanea dalla Sala Stampa della Santa Sede.

Don Repole nuovo arcivescovo di Torino, gli amici:
“Le ultime notti non ha dormito, poi la festa in famiglia a Givoletto”

CITTÀ DEL VATICANO
«In queste ultime notti don Roberto non è riuscito a dormire. Era in fibrillazione. Sente il peso della responsabilità che ricadrà su di lui, ma allo stesso tempo è pieno di entusiasmo che deriva dalla sua fede salda e gioiosa»

Lo rivelano gli amici del prete-teologo-professore-saggista Repole, 55 anni, che oggi sarà annunciato da monsignor Cesare Nosiglia – e dalla Santa Sede – suo successore, trentacinquesimo arcivescovo di Torino.

Don Repole nei giorni scorsi era ad Assisi a tenere corsi di formazione al clero.
Dunque al lavoro come sempre.

E poi ieri sera si è ritirato a casa dei suoi genitori a Givoletto, «dove ha festeggiato con una grigliata di famiglia, con il fratello, la cognata e le due nipoti», raccontano suoi compagni d’infanzia e giovinezza.

Non si aspettava neanche lontanamente di essere scelto da papa Francesco come pastore di Torino, assicurano tutti i suoi conoscenti:
«È stata una sorpresa immensa. Per il suo futuro non aveva progetti specifici se non quello di continuare a essere a servizio della Chiesa nei luoghi e nei tempi in cui sarebbe stato chiamato, senza accumulare troppi incarichi e allo stesso tempo senza adagiarsi. Ed è arrivata una chiamata enorme»

Sebbene sia consapevole che il compito e la sfida non saranno semplici, don Roberto – diventerà «monsignore» quando sarà ordinato, in una data ancora da fissare e che coinciderà con l’insediamento – è
«carico di energie positive, rafforzate e animate dalla fiducia in Dio, senza tralasciare la sincera umiltà che da sempre lo contraddistingue»

E poi, ha il carattere «giusto: è solare e allegro, con grande capacità di ascolto, e allo stesso tempo è determinato in tutti gli ambiti in cui si trova a operare. Con lui l’empatia nasce facilmente, sarà un vescovo che saprà essere vicino alle persone»

Essere arcivescovo comporta anche necessariamente doti di governo, «che lui ha già sperimentato con grandi riconoscimenti negli otto anni di presidenza dell’Associazione teologi italiani, confermati nella direzione della Facoltà teologica»

Anche dal punto di vista pastorale ha già vissuto varie esperienze «che gli saranno preziose»
È stato collaboratore parrocchiale a Druento fino al 2010, e poi viceparroco a Gesù Redentore e collaboratore parrocchiale al Santissimo Nome di Maria a Torino, prima di andare a studiare a Roma dai Gesuiti alla Pontificia Università Gregoriana.

«Tifoso del Torino, ama suonare la chitarra», svelano i suoi amici.

Con Repole torna sulla cattedra di San Massimo un torinese:
l’ultimo fu Agostino Richelmy, dal 1897 al 1923
#sapevatelo2022

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