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«HO RINUNCIATO ALLA PRESCRIZIONE PERCHÉ ERO TOTALMENTE INNOCENTE»

Toghe lucane bis, l’intervista all’ex Sostituto procuratore generale di Potenza che ha rinunciato alla prescrizione convinto della propria innocenza


DI GIUSTINO SOLUTO


Si è chiuso con il proscioglimento pieno, da parte della Suprema Corte di Cassazione, dell’ex Sostituto Procuratore Generale di Potenza, Gaetano Bonomi, il procedimento cosiddetto “Toghe Lucane bis”. Infatti dopo essere stato assolto già in primo grado dalla maggior parte delle accuse, permanevano a carico dello stesso due ipotesi di reato per le quali già la Corte di Appello di Catanzaro aveva rivisto la pena.

Le indagini erano partite dopo alcune denunce anonime nelle quali si calunniava l’allora Pm di Potenza Henry John Woodcock. Secondo l’accusa originaria, a Potenza sarebbe stata attiva un’associazione segreta che, grazie all’acquisizione di notizie riservate su inchieste in corso, intendeva «evitare, indirizzare o bloccare lo svolgimento delle indagini nei confronti di soggetti appartenenti all’avvocatura, all’imprenditoria e alla politica lucana, nonché ad altri apparati istituzionali tra i quali l’Arma dei carabinieri».

Il procedimento perveniva in Cassazione a seguito del ricorso promosso dal dottor Bonomi per aver lo stesso nel corso del giudizio di Appello rinunciato alla prescrizione. Raggiunto a telefono dalla redazione di Cronache Lucane, ha raccontato di essere sollevato per aver seguito fino in fondo l’iter giudiziario che ha cancellato ogni residua ombra di dubbio.

Assolto… qual è stato il suo primo pensiero?

«Ci sono voluti 10 anni ma alla fine abbiamo ottenuto piena giustizia. Sono figlio di due insegnanti elementari ed entrai in magistratura a 22 anni risultando terzo in Italia al concorso nazionale.

Da allora ho dedicato la mia vita alla magistratura senza aver mai perseguito intenti di potere o ricchezza. Non potevo consentire sbavature su una carriera lunga e piena di soddisfazioni professionali ed umane. Lo dovevo a me, ai miei nipoti ed anche alla toga che con orgoglio ho indossato per oltre 40 anni».

Sulla scelta forte di rinunciare alla prescrizione…

«Avevo chiare in mente due cose, la mia innocenza di fatto e le norme di diritto. In realtà le stesse ragioni che hanno condotto al mio proscioglimento totale erano state sviscerate nel corso di due interrogatori, dei quali uno richiesto da me, davanti ai magistrati inquirenti. Si poteva chiudere già li. Ma non vollero ascoltare. Comunque sia con grande sforzo umano è andata.

Ma ci sono voluti oltre 10 anni e questo non fa onore al sistema. Io ho potuto sopportarlo ma un cittadino semplice cosa avrebbe dovuto fare? ».

Oggi si parla molto di riforma dell’Ordinamento Giudiziario. Sono sul tavolo la riforma di legge della Ministra Cartabia ma anche i referendum. Cosa ne pensa?

«Non è un buon momento per la Magistratura. E me ne dolgo perchè io l’ho conosciuta e vissuta a lungo in tutte le sue funzioni oltre che in qualità di ispettore generale presso il Ministero per 12 anni. Non tutto può essere buttato perchè ci sono stati colleghi che hanno lavorato con senso del dovere e spirito di abnegazione.

Quanto emerso negli ultimi anni era noto da tempo. I danni sono stati fatti soprattutto in termini di credibilità. Adesso bisogna porvi rimedio. Si potrebbe parlare a lungo di molti temi, ma il principio fondamentale dovrebbe essere che chi sbaglia paga. E credo poco nella responsabilità civile dei magistrati perchè intervengono le assicurazioni, ma penso piuttosto ad un rafforzamento ed una maggiore efficienza del procedimento e delle sanzioni disciplinari».


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