BOLLETTE LUCANE, SOLUZIONE NORVEGESE
Il Consiglio approva mozione sul modello nordeuropeo: Rosa garantisce sul Piano paesaggistico
POTENZA. Un Consiglio regionale straordinario per approfondire il tema del caro bollette e bonus edilizio. Un avvio di dibattito incentrato però sulla «deludente » assenza del presidente della Regione Basilicata Bardi (impegnato a Roma sulla crisi di Giunta) sollevato dalle opposizioni.
Per circa due ora dai banchi della minoranza si è puntato il dito sulla mancanza di attenzione, nonostante uno spostamento della seduta avvenuto ad ulteriori giorni di distanza dalla prima data fissata per questioni legate al Covid che hanno portato il presidente del Consiglio in proroga Cicala in quarantena, denunciate da Pd, Italia Viva e M5S che la maggioranza riversa sulle questioni dei lucani. «Da mesi è in atto una crisi politica conclamata e manco nascosta» ha tuonato il capogruppo di Iv Braia che ha aggiunto: «Pensavamo che la cosa fosse di breve soluzione ma i 10 giorni annunciati da Bardi sono abbondantemente superati ».
«Se oltre alle questioni politiche non si riesce a tenere la maggioranza unita per questioni così delicate che riguardano le difficoltà che stanno attraversando tutte le famiglie e le imprese italiane, comprese quelle lucane, allora Bardi deve interrogarsi sul futuro che vuole dare a questa regione» ha concluso l’esponente di Italia Viva. A fargli eco il capogruppo del Pd, Roberto Cifarelli, che ha sottolineato come «le assenze in una seduta così delicata sono la rappresentazione plastica dell’indifferenza della classe politica del centrodestra verso i lucani.
Avremmo voluto avere da Bardi ulteriori chiarimenti sul caso tamponi che continuiamo a leggere sui giornali». Nonostante però l’assenza del governatore e la presenza dei soli due assessori Rosa e Cupparo, il dibattito in Aula si è incentrato soprattutto sui dati degli accordi delle società petrolifere. Un punto di partenza che permetterebbe di comprendere i primi contributi a sostegno di famiglie e imprese.
A difendere le posizioni e le scelte del governo regionale l’assessore all’Ambiente Rosa che ha garantito come si stia lavorando per attuare diversi progetti con il Pnrr e l’approvazione in tempi brevi del Piano Paesaggistico regionale. Dopo il lungo dibattito il Consiglio regionale ha approvato, all’unanimità, tranne il punto 5 (“Valutare, attraverso gli enti subregionali preposti, la fattibilità di progetti di produzione di energia attraverso la gestione virtuosa dei rifiuti”) che è stato approvato a maggioranza con 7 voti favorevoli, quelli di Fi, Lega, Fdi, e 6 contrari di Iv, Pd e M5s una risoluzione.
Con il documento si impegna la Giunta regionale ad “Accelerare i provvedimenti per l’utilizzo del gas a favore dei cittadini residenti, con particolare attenzione alle famiglie meno abbienti, condomini e pubbliche amministrazioni e a studiare provvedimenti a favore delle imprese; a completare celermente il Piano Paesaggistico Regionale al fine di definire le aree idonee all’istallazione di fonti rinnovabili, prevedendo procedure semplificate per la realizzazione di pannelli fotovoltaici sulle coperture degli edifici a uso produttivo nei settori industriale, agricolo, zootecnico e agroindustriale in modo da escludere totalmente il consumo di suolo; a porsi quale promotore e facilitatore nella costituzione di Hydrogen Valley nelle aree industriali degradate e finanziate dal Pnrr”.
L’impegno sollecitato è teso anche ad «Incrementare le risorse, già stanziate, atte a favorire la nascita di modelli e processi virtuosi condivisi, quali le comunità energetiche di autoconsumo o contro l’incedere della povertà energetica; a valutare, attraverso gli enti subregionali preposti, la fattibilità di progetti di produzione di energia attraverso la gestione virtuosa dei rifiuti; ad adoperarsi per ridurre gli sprechi energetici nella P.A.; ad avviare uno studio tecnico-legislativo per la costituzione di un fondo sovrano regionale che replichi il modello della collaudata esperienza norvegese e con il quale valorizzare le risorse o parte di esse (royalties e/o gas) di proprietà regionale ».
Con il documento si chiede, altresì, di «Verificare con le compagnie petrolifere la possibilità di facilitare la cessione del credito d’imposta a favore delle imprese lucane impegnate sui bonus edilizi e di adoperarsi per velocizzare l’attività istruttoria dei bonus edilizi, posto l’aumento del carico di lavoro sulla struttura regionale».
Nella premessa del documento si evidenzia che: «La Basilicata, terra di estrazione, attraverso gli accordi compensativi dispone di 200ML di metri cubi di gas annui alla bocca di pozzo a fronte di un fabbisogno domestico di 160ML di metri cubi all’anno e che il modello norvegese potrebbe essere preso come riferimento per la nostra regione al fine di costituire un accantonamento di risorse per le future generazioni, costituendo lo strumento giuridico- economico per prevenire ed affrontare, con la dovuta serenità finanziaria, le future fasi economiche (anticicliche) direttamente correlate alla scontata non rinnovabilità delle risorse fossili».
«Il settore edilizio anche lucano – si legge ancora nel documento – grazie alle modifiche apportate dal Governo relativamente al limite di cessione del credito e alle proroghe approvate negli ultimi giorni riguardo gli sgravi del 110% riferiti agli interventi di efficientamento energetico e antisismici, vive un momento positivo che vede molte imprese edili, artigiani, fornitori e tanti lavoratori impegnati a portare avanti i relativi lavori che rappresentano anche una possibilità di valorizzazione del patrimonio immobiliare regionale.
Occorre, pertanto, adoperarsi per snellire e velocizzare ulteriormente l’istruttoria delle pratiche visto l’aumento del carico dovuto al 110%. Tale scenario risulta particolarmente preoccupante in quanto ha effetti gravissimi a danno delle famiglie, delle PMI e del comparto agricolo, nonché della P.A., circostanza questa che potrebbe pregiudicare la ripartenza economica per effetto di un incontrollato aumento dei costi delle forniture energetiche e di conseguenza dei prezzi dei beni di consumo”. “Le aziende – viene sottolineato – sono in grave sofferenza e alcuni settori hanno già fermato la produzione a causa di rincari che variano dal +150% fino al +500% rispetto all’anno precedente, a fronte di consumi invariati»