L’AGENZIA LUCANA IN.HR TRAVOLTA DALL’INCHIESTA “GOMME LISCE”: «FRODE IN PUBBLICHE FORNITURE»
Per l’“affaire” personale in somministrazione, coinvolti dall’operazione della GdF palermitana Telesca e Salbitani
Ci sono anche due lucani tra gli indagati della maxi operazione della Guardia di Finanza siciliana denominata “Gomme lisce” che ha portato all’arresto, è ai domiciliari, del 71enne direttore generale dell’Azienda siciliana trasporti (Ast), Andrea Ugo Enrico Fiduccia, che è interamente partecipata dalla Regione Siciliana. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno, ieri, eseguito un’ordinanza dal Gip del locale Tribunale, su richiesta della Procura, nei confronti di 9 soggetti, indagati a vario titolo di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Oltre ai domiciliari per Fiduccia, altri 8 indagati, complessivamente sono 16, sono risultati destinatari di misure interdittive della durata di 1 anno: sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio e divieto di contrattare con la pubblica amministrazione.
Per i due lucani, Ad e referente della In.Hr. Agenzia per il lavoro Srl di Potenza, il 46enne del capoluogo, Giuseppe Telesca, e il 37enne melfitano, Mario Salbitani, il Gip ha stabilito il divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione per 12 mesi. La In.Hr. è stata la prima Agenzia per il Lavoro con sede legale in Basilicata. Nell’inchiesta siciliana, gli inquirenti hanno dedicato un capitolo, «frode in pubbliche forniture», alla somministrazione dei lavoratori a tempo determinato da parte dell’Agenzia interinale lucana che si è aggiudicata l’appalto per 6 milioni di euro, in quanto le assunzioni sarebbero state influenzate da logiche di natura politica piuttosto che dalle effettive necessità aziendali.
Ad ogni modo, gli indagati, sulla base degli elementi probatori allo stato raccolti, sono indiziati a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, falsità ideologica in atto pubblico, frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata ai danni dello Stato.
Tra le altre cose, durante le investigazioni, infine, sarebbe stata riscontrata un’ipotesi di truffa aggravata in danno dell’Azienda pubblica commessa dai referenti della società aggiudicataria del servizio di bigliettazione elettronica, del valore complessivo di 3,2 milioni di euro, attraverso l’utilizzo di documentazione falsa al fine di simulare il possesso dei requisiti previsti nel bando.
Gli elementi acquisiti allo stato delle indagini, inoltre, hanno consentito di ipotizzare una gestione societaria superficiale e privatistica da parte dei vertici aziendali, che avrebbero violato le norme di trasparenza pubblica e colluso con i referenti di alcune imprese, turbando diverse procedure di appalto, tra cui quelle per l’acquisto di pneumatici, a danno di altri possibili fornitori, per l’approvvigionamento di autobus aziendali, attraverso l’artificiosa rappresentazione delle condizioni giustificanti il ricorso alla procedura negoziata, ed anche per l’affidamento del servizio di revisore contabile e la fornitura di servizi per le fasi di startup di una compagnia aerea.
Per inquirenti e investigatori dell’operazione “Gomme lisce”, soddisfazione per i risultati dell’attività di «contrasto alla corruzione e alle altre gravi forme di reato contro la Pubblica Amministrazione che sottraggono alla collettività risorse pubbliche, incidendo pesantemente anche sulla qualità dei servizi forniti ai cittadini», soprattutto, nel caso palermitano, «in un settore delicato come quello dei trasporti pubblici ».