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ECOSTATION, POTENZA BOCCIATA

La commedia dell’assurdo: prima “boicottano” il servizio di assistenza e poi chiedono anche contributi sul Pnrr


L’assessore Galella non sprona l’Acta ad una gestione efficiente dei macchinari che fa precipitare il capoluogo in fondo alla classifica


POTENZA. Sarebbero dovute servire a rivoluzionare la raccolta differenziata in città e invece, soprattutto, nell’ultimo anno sono divenuti orpelli, neanche tanto belli da vedere, mal funzionanti nei diversi quartieri di Potenza.

Il sistema innovativo di raccolta dei rifiuti differenziabili delle Eco-Station annunciato come il primo esempio di economia circolare applicato alla raccolta, recupero e riciclo dei materiali differenziabili, in realtà si mostra un flop.

E questa volta il dito è impossibile puntarlo contro la negligenza dei potentini che più volte, soprattutto sull’utilizzo dell’EcoStation, si sono mostrati utenti più che virtuosi. Infatti, nell’ottobre 2020 l’attuale assessore all’Ambiente Galella gongolava per il raggiungimento record di ben 5 milioni di bottiglie raccolte definendolo un «vero successo.

Neppure le metropoli hanno avuto queste cifre: 130 tonnellate di plastica». Una dimostrazione “plastica” di come i cittadini utilizzano le EcoStation e sono sempre più incentivati a fare una differenziata corretta. Ma il continuo mal funzionamento dei 6 punti di raccolta, sparsi nei quartieri del capoluogo, restano l’oggetto del più alto numero di denunce da parte degli utenti.

Dopo aver riportato solamente giorni fa, da queste colonne, l’ira dei cittadini virtuosi che puntualmente recandosi alle EcoStation invece di buttare i loro rifiuti sono costretti a ritornare a casa più carichi di prima e alle sollecitazioni esposte all’Acta hanno ricevuto un muro di silenzio, si scopre che per questi macchinari il Comune passa dal boicottarli ad incentivarli in soli pochi mesi di distanza.

Il servizio delle EcoStation pare non essere molto gradito all’Acta. Ad oggi l’Azienda Comunale per la Tutela Ambientale avrebbe evidenziato più volte che per questo servizio ci sarebbero più incombenze che benefici. Infatti, a bocciare l’Acta sulla gestione delle Eco- Station ci ha pensato anche il governo centrale.

Pur partecipando al “Decreto Mangiaplastica” per ottenere fondi per acquistare più macchinari di questo tipo Potenza viene classificata al 781esimo posto, con un punteggio di 9,05, e risulta non finanziabile per un contributo di 29.999,80 €. Insomma, i macchinari mal funzionanti mettono Potenza in una classifica di 829 partecipanti tra gli ultimi comuni.

Meglio del capoluogo, addirittura si classificano altri centri lucani come Rivello che ottiene un punteggio di 15,59 con un contributo finanziabile di 14.396,00 €, Barile si piazza al 605esimo posto con un punteggio di 14,87 ottenendo un finanziamento di 27.450,00 €.

Poi c’è anche Trivigno che ottiene un punteggio di 14,79 ottenendo un contributo di 25.376,00 €. Roccanova che ottenendo 14,66 avrà un contributo di 9.700,00 €, stesso contributo assegnato ad Armento.

Nella lista spuntano anche Savoia di Lucania e Picerno che ottengono ben 29.951,00 €. Fallisce invece il Comune di Potenza che facendo eliminare dall’Acta, a quanto pare, il servizio di assistenza che porta il servizio ad un migliore utilizzo retrocede inesorabilmente verso il fondo della classifica. Che all’Acta il servizio delle EcoStation non piaccia sembra essere cosa nota in giro.

Ma l’assurdo pare essere che mentre l’assessore all’Ambiente Galella, in tutto questo tempo, non abbia spinto l’Au Naborre ad attivare un corretto funzionamento di questo servizio che invece i cittadini hanno dimostrato di apprezzare spinge la Giunta a partecipare alla proposta del Pnrr del Ministero della Transizione economica che assegnerà risorse finanziarie per poco più di 960.00 euro destinate al miglioramento e meccanizzazione della rete della raccolta differenziata.

Va così in scena nuovamente al Comune di Potenza la commedia dell’assurdo. Ma se queste sono le premesse lo spettacolo non potrà che riceve critiche feroci e spietate.


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