“PARCO DEI BALOCCHI”, È ROBA SUA
Confermata la profezia, finisce il Commissariamento ma Priore resta: è presidente
APPENNINO LUCANO DOPO QUASI DUE ANNI, LA NOMINA A FUTURA MEMORIA DELL’EX MINISTRO COSTA DIVENTA REALTÀ
Per il Parco nazionale dell’Appennino Lucano è formalmente terminato il Commissariamento. Dopo oltre 3 anni di gestione commissariale, a partire dal 12 dicembre del 2018 e nel corso del tempo più volte prorogata fino all’ultima risalente al giugno scorso, e 3 Commissari, nell’ordine, Alfonso Di Palma, Ilde Gaudiello e Giuseppe Priore, il Parco continua a versare in una situazione di «attuale paralisi amministrativa » date le «criticità amministrative e contabili», ma potrebbe, finalmente, ripartire proprio ricucendo le fila da dove il tutto era crollato: l’Avviso pubblico per l’individuazione del direttore.
Per la cronaca, più che ripartire, il Parco potrebbe finalmente iniziare la propria attività dato che, dalla sua istituzione, nel 2007, ad oggi, è stato un Ente piuttosto fantasma al di là dei soldi pubblici spesi.
Nell’estate scorsa, l’avvertimento della Corte dei Conti: «La prolungata durata del periodo di attuale Commissariamento, come peraltro già avvenuto per il precedente, è incompatibile con il carattere di straordinarietà e temporaneità che deve connotare l’istituto, diretto a tutelare l’interesse generale al buon funzionamento dell’Ente».
Ora, a febbraio, l’era commissariale, ma non quella di Priore che cambia soltanto abito: da Commissario, adesso è Presidente del Parco. Proprio da presidente, Priore ha firmato il suo primo decreto con il quale ha revocato sempre un suo decreto, questo, però, firmato da Commissario. Priore dal giugno del 2020, quasi 2 anni fa, girava con in tasca la nomina in suo favore fatta dall’allora ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, che lo nominò, per l’appunto, presidente, in accoglimento della volontà espressa dal «presidente della Regione Basilicata», Vito Bardi.
La nomina a futura memoria, una stravaganza tutta italiana, conteneva , per diventare concreta, una conditio sine qua non: Priore sì presidente, ma «a decorrere dalla data di nomina del Consiglio direttivo dell’Ente ». Consiglio direttivo che adesso c’è: a firmarlo il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani.
IL CONSIGLIO DIRETTIVO: TUTTI I NOMI
I componenti, la durata dell’incarico è quinquennale, sono: Maria Angela Sorce (in rappresentanza del Ministero della transizione ecologica), Rita D’Ottavio (in rappresentanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali), Pasquale De Luise (sindaco di Spinoso), Rosita Gerardi (assessore comunale di Viggiano), Michele Unagrom Giovanni Viggiani, questi in rappresentanza dalla Comunità del Parco, e infine Rosanna Augello (in rappresentanza dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, Ispra) e Valeria Timpone (in rappresentanza delle associazioni di protezione ambientale).
L’AVVISO PER IL DIRETTORE: DOPO 3 ANNI SI TORNA AL PUNTO DI PARTENZA
Nel 2018, a far emergere una situazione disastrata anche per via dello stato di totale «illegittimità che permea l’intera organizzazione dell’Ente investendo a tutto tondo l’attività amministrativa nel suo complesso», fu il caso dell’architetto Vincenzo Fogliano.
Faceva il direttore facente funzioni ed era stato inserito nella terna consegnata al ministro per la scelta del direttore a seguito di Avviso pubblico che fu annullato proprio perchè Fogliano non aveva ancora il requisito fondamentale: l’iscrizione l’albo ministeriale degli idonei all’esercizio dell’attività di direttore di Parco nazionale.
Dopo pochi mesi, defenestrato Fogliano, il Commissariamento del Parco per tutte le gravi irregolarità gestionali rilevate. Poi, in sintesi e in riferimento ai fatti salienti più recenti, dopo il direttore facente funzioni e quello a scavalco, entrambi a tempo determinato, gli ultimi due tentativi falliti di Priore.
Prima, nel novembre scorso, l’interpello riservato ai dipendenti della Pubblica amministrazione, ma i due candidati risultati idonei rinunciarono a proseguire la selezione per il direttore facente funzioni, poi, il 30 dicembre, la manifestazione di interesse per «la copertura dell’incarico di direttore del parco dell’Ente Parco Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese per la durata di mesi 12».
Procedura, questa, che il Ministero competente, non appena ne venne a conoscenza, non esitò, circa 1 mese fa, ad annullare. Priore sembrava dunque poter proseguire nel commissariamento sine die, tanto che, è l’atto firmato da Commissario che ora da Presidente ha revocato, si era autorizzato il ritorno al “Pieni Poteri”. Il ministro Cingolani, tuttavia, ha spedito al Parco la nomina del Consiglio direttivo e l’indicazione di fare un «nuovo Avviso per Direttore del Parco» con incarico di «anni 3».
Dirimente l’esistenza del Consiglio direttivo, a seguito dell’orginario commissariamento l’Organo fu sciolto, poichè, come prescrive la relativa legge nazionale: «Il Direttore del Parco è nominato, con decreto, dal Ministro dell’Ambiente, scelto in una rosa di tre candidati proposta dal Consiglio direttivo da soggetti iscritti ad un albo di idonei all’esercizio dell’attività di direttore di parco». Nel panorama lucano, via Roma, c’è una nuova poltrona da assegnare.