«NO ALLA GUERRA!»: LUCANI IN PIAZZA PER LA PACE IN UCRAINA, DA POTENZA A MATERA L’APPELLO È UNANIME
Le manifestazioni concomitanti in piazza Mario Pagano e Vittorio Veneto. Profonda l’angoscia di chi ha figli, genitori e nipoti ancora nel Paese
Torna a spirare aria gelida dall’Est. Le tensioni di queste settimane tra Ucraina e Russia stanno travolgendo l’intera comunità internazionale, riportando nella società civile lo spettro di una guerra che, in termini radicali, potrebbe davvero essere l’ultima per la quantità e la portata di armi a disposizione dei due poli contrapposti.
Fuori dalle logiche violente – che potrebbero evolversi davvero con l’ipotesi peggiore di un attacco militare che coinvolga, a catena, l’intero asset internazionale – però, si contrappone un altro modo di intendere la politica e il bene comune basato sul dialogo e sulla cooperazione: far sentire la propria voce libera, unica ed unita, che condanna e rifiuta qualsiasi forma di sopruso e di guerra. Bandiere ucraine che sventolano, striscioni che inneggiano alla pace, cartelloni che attaccano Vladimir Putin.
Nella giornata di ieri diverse persone hanno scelto di scendere in piazza e dimostrare contro l’invasione della Russia in Ucraina. Dal Giappone al Libano, dalla Polonia alla Turchia. Poi l’Italia, naturalmente, con presidi in tutte le principali città. Anche a Potenza e Matera, nelle loro rispettive grandi piazze di Mario Pagano e Vittorio Veneto.
Dove decine di persone,tra semplici gruppi di cittadini, studenti e rappresentanti di istituzioni locali, partiti e gruppi politici, parlamentari e consiglieri regionali e rappresentanti di associazioni culturali, datoriali e di categoria parte il sostegno di iniziative, sit-in, appelli per dire «Fermiamo la guerra» rispondendo all’appello di Cgil, Cisl, Uil, Anpi, Acli e Arci nazionali e locali. In piazza anche un gruppo di donne ucraine che vivono ormai da anni in Basilicata, esodate per lavoro, che adesso sono in ansia per figli e famiglie rimasti in patria. Unanime è la condanna della guerra in Ucraina che si eleva dai centri storici di Potenza e Matera.
Nel capoluogo lucano, in piazza Mario Pagano, anche i segretari regionali di Cgil e Uil, Angelo Summa e Vincenzo Tortorelli (mentre quello della Cisl, Vincenzo Cavallo è a Matera), insieme al presidente della Provincia, Rocco Guarino, alla presidente della Commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti, e a diversi sindaci con la fascia tricolore. Mentre dalla città dei sassi, vi sono stati gli interventi di studenti, dell’arcivescovo della Città dei Sassi, monsignor Giuseppe Antonio Caiazzo e dei rappresentanti sindacali.
Quest’ultimi fanno sapere che «Cgil, Cisl e Uil di Matera condannano l’aggressione militare Russa ed esprimiamo solidarietà al popolo ed ai lavoratori dell’Ucraina e chiedono uno stop immediato delle ostilità e la protezione umanitaria dei civili». Nelle ultime ore, poi, una nuova iniziativa è partita dal Comune della città di Matera: «per lanciare un messaggio contro ogni guerra e violenza – fa sapere il primo cittadino matrano – verrà illuminata la casa comunale con i colori della bandiera della pace».
Il tutto per contiuare a manifestare il proprio dissenso verso il conflitto in atto in Ucraina. Come fa sapere l’Amministrazione stessa: «Il Comune di Matera, città della pace, si illumina con i colori dell’arcobaleno per dire no alla guerra, sì alla pace, alla democrazia e alla fratellanza tra i popoli».
Altre iniziative di solidarietà all’Ucraina sono previste nella giornata di oggi, alle ore 17:30, nella piazza del capoluogo lucano, organizzata da Azione Basilicata perché «è impossibile non prendere una posizione», dice il segretario di Azione Donato Pessolano che rivolge «l’invito a partecipare a tutte le forze politiche, ai partiti, ai concittadini e a tutti i ragazzi delle scuole e alle loro famiglie» Perché «è impensabile- dice – dover fronteggiare un conflitto bellico in Europa a pochi km da casa nel 2022. Sembra essere tornati indietro nel tempo a quando le potenze mondiali occidentali non riuscivano a trovare un punto di incontro e ricorrevano alla violenza. I soldi, gli interessi, vengono messi al centro per l’ennesima volta».
«Non possiamo esimerci dal manifestare questa assurda gestione della vita umana – conclude Pessolano – chi siamo noi per uccidere? Che il governo italiano faccia di tutto per contrastare questo piano folle, dando una lezione di diplomazia e civiltà a Putin ». Per mercoledì, invece, è il Comune di Matera che ha chiamato a raccolta le scuole della Città per un analogo sit-in.