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SECCO NO DI BARDI A GIUNTA FOTOCOPIA

Le trattative proseguono per tutta la giornata, ma la soluzione dai partiti il governatore la vuole entro sera. Altrimenti sarà scelta in solitaria


POTENZA. Vuole puntare su un totale rinnovamento per dimostrare ai lucani che la crisi politica, trascinata ormai da troppo tempo, ha portato a scelte coerenti con il “cambio di passo” chiesto dagli stessi parti. È questa la linea che il presidente della Regione Basilicata , Vito Bardi, continua a perseguire per uscire dell’impasse creatosi ormai da diverse settimane.

Ieri, nuovamente un lungo confronto con Forza Italia. Oggi tocca invece alla Lega, e infine ci sarà anche un nuovo incontro con Fratelli d’Italia. Ma la richiesta di Bardi ai partiti della maggioranza rimane la stessa: nuovi nomi, no ad una Giunta fotocopia.

L’ATTEGGIAMENTO OSTILE DELLA LEGA HA PESATO SU POSSIBILI RICONFERME

Il governatore ha rispedito al mittente le proposte di tutte le riconferme ricevute dai partiti, dalla Merra a Fanelli, da Cupparo a Leone, fino a Rosa. Nonostante il governatore, nella conferenza stampa in cui ha annunciato l’azzeramento della Giunta, non si è mostrato contrario a qualche riconferma ora ha cambiato idea. La scelta di Bardi di puntare a nomi nuovi giunge anche a causa del duro scontro avvenuto con la Lega.

A distanza di 24 ore, il Carroccio ha inviato due comunicati stampa sull’azzeramento di Giunta ma con toni decisamente opposti. Il primo, del Commissario regionale Marti, con cui si rivendicava la primogenitura dell’azzeramento della Giunta.

E il secondo, firmato dal gruppo Consiliare (su cui però rumors riportano ci sia dietro Pepe) che lanciava un duro affondo al governatore sul suo modo di operare. E così Bardi ha rivendicato la sua posizione di decisore supremo.

Respingendo la richiesta della Lega di riconfermare entrambe gli assessori Fanelli e Merra, a cui si erano accodati anche i forzisti con la “blindatura” di Cupparo e Leone, e infine anche i meloniani con Rosa. Anche l’ultimo tentativo di chiudere il rimpasto con la sola conferma di Fanelli, Cupparo e Rosa e la sostituzione di Merra e Leone è naufragato dopo il duro affondo della Lega. Bardi duramente irritato avrebbe deciso di non procedere neanche più in tal senso e di chiudere ogni possibilità di riconferme.

BARDI PUNTA A CHIUDERE PER OGGI

Resta fermo sulla sua posizione di non voler più cedere alle richieste dei partiti Bardi. Lo avrebbe anche fatto intendere in modo chiaro in ogni singolo colloquio avuto con ogni singolo consigliere di maggioranza e opposizione.

Nella sua seconda parte del mandato, il governatore vuole dare una svolta decisiva alla guida della regione. Risolvere le tante emergenze in corso, puntare sull’opportunità del Pnrr e dare risposte concrete ai tanti lucani che lo hanno votato. Tutto questo però si potrà fare solo con una ritrovata unione in seno alla maggioranza.

E dove non dovesse bastare, bisognerà augurarsi che qualcuno dell’opposizione decida di appoggiarlo su temi importanti. Ma per fare questo il presidente vuole puntare su forze nuove. Non deve trattarsi necessariamente di uomini e donne al di fuori del Consiglio regionale.

Il presidente avrebbe fatto intendere di poter accettare anche qualche consigliere già addentrato in questa consiliatura, come ad esempio qualcuno dei “supplenti” che ora con il rimpasto è stato costretto a tornare a casa. Per la Lega e FI, i nomi sarebbero presto fatti, rispettivamente Aliandro e Sileo, e Bellettieri e Acito. L’unico “problema” resta in FdI che aveva indicato un assessore esterno.

Non solo. Con FdI Bardi aveva già a dicembre chiuso un accordo direttamente con la Meloni in cui garantiva la riconferma di Rosa e la possibilità di un secondo assessorato per Cosimo Latronico. La questione però si è ingarbugliata.

Se Lega e FI potrebbero rimanere sostanzialmente immutati nella composizione facendo avanzare in Giunta i consiglieri supplenti, per i meloniani sarebbe impossibile. Inoltre, con la crisi che al momento sta vivendo il partito una non riconferma di Rosa peggiorerebbe le cose.

Estromettere uno dei fondatori del partito dall’unico ruolo rimasto “libero” (considerato che la segreteria di FdI è stata appena nominata) scatenerebbe una guerra senza precedenti. A fare l’eccezione per i meloniani potrebbe essere solo Bardi. Ma spiegarlo al resto degli alleati potrebbe essere difficile.

Fatto sta che entro questa sera il governatore vuole avere sulla sua scrivania la nuova Giunta. Se non saranno i partiti a fare i nomi potrebbe anche essere lui disposto ad indicarli da solo.


 

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