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IL SACRIFICIO DI FORZA ITALIA PREMIATO COL VETO SU CICALA

Nelle trattative gli azzurri rinunciano alla riconferma di Leone e Cupparo in Giunta chiedendo la testa di “Re” Carmine

Il diario della crisi


Nel calderone del rimpasto di Giunta in Regione è finito anche il rinnovo dell’ufficio di presidenza del Consiglio. Se è certo che la presidenza è da attribuire alla Lega non è altrettanto certo che questa veda il rinnovo dell’uscente Carmine Cicala. Anzi. Nella riunione dei vertici di centrodestra di ieri a Roma è stato solamente confermato che la postazione spetterà a un leghista, ma su chi sarà c’è ancora da discutere. I nomi hanno costituito il vero perno di questo rimpasto di Giunta.

Il governatore lucano ha più volte ribadito di volere nomi nuovi, tanto per la Giunta quanto per la presidenza del Consiglio. Tale richiesta è creato non pochi “problemi” ai partiti che tra malumori interni ed equilibri precari hanno creato un impasse senza precedenti. Per provare a fare sintesi e chiudere una crisi ormai logorante ogni partito ha dovuto cedere su qualcosa.

Se Lega e FdI sono riuscita a spuntarla sulla riconferma dei precedenti assessori, per Forza Italia non è stato così. Il partito di cui Bardi è espressione ha dovuto tendergli necessariamente la mano nominando ben due new entry, Bellettieri e Acito, sacrificando perciò i due assessori uscenti, Leone e Cupparo. Un sacrificio che, però, necessitava di una ricompensa. Bardi conscio del grande gesto svolto solamente dagli azzurri ha concesso carta bianca.

IL VETO DI FORZA ITALIA SU CICALA

I vertici di Forza Italia avendo dovuto far “digerire” agli esclusi Cupparo e Leone, la loro unica non riconferma nel nuovo esecutivo regionale, e al capogruppo Piro la bocciatura sulla sua linea dura da utilizzare contro Bardi, hanno dovuto acconsentire alla richiesta ricevuta da tutto il gruppo.

Richiesta che è stata poi inoltrata a Bardi che, stanco dell’assenza di sintesi, ha concesso a FI di dettare le condizioni. Il gruppo consiliare per accettare il nuovo rimpasto di Giunta così come proposto dal presidente della Regione ha imposto il veto sulla riconferma di Carmine Cicala.

Gli azzurri giustamente hanno ribadito come la richiesta di rinnovamento del presidente Bardi non passava solo per la Giunta ma anche per la presidenza del Consiglio. E così in un ottica di equità, su 6 postazioni pin ballo potevano esserci solo 3 riconferme, il resto dovevano essere new entry.

Avendo riconfermato 3 assessori l’unica postazione rimasta libera per indicare un “nome nuovo” era la presidenza del Consiglio. Re Carmine rischia così di perdere il suo trono, e tutto perchè dal suo partito hanno preferito riconfermare i due assessori uscenti invece che garantire la sua rielezione. Inoltre, sul tavolo delle trattative è stato fatto anche notare come per Cicala siano davvero in pochi a volere un suo secondo mandato. Oltre ai voti in bilico dei tre forzisti, il leghista rischia di non riuscire ad ottenere anche quelli del suo stesso partito.

Cosa che d’altronde è già successa per l’elezione dei delegati lucani per il Quirinale. Già in quella occasione Cicala è riuscito ad essere eletto per un soffio e tra i voti mancanti cerano non solo quelli degli azzurri che da sempre non approvano il modus operandi del presidente in proroga del Consiglio ma a detta di molti, mancavano, proprio quelli degli esponente del Carroccio. Per Ciacala più che una riconferma a tornare in Aula potrebbe comportare una bocciatura politica non di poco conto.

Anche perchè i forzisti avrebbero già individuato nel Carroccio il suo successore che a differenza sua trova d’accordo tutti.


 

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