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L’ESODO UCRAINO CONTINUA SENZA SOSTA STORIA DI CHI FUGGE E DI CHI ACCOGLIE

L’inviato, aumenta l’afflusso al confine italo-sloveno: tra gli arrivi anche una famiglia diretta a Rionero in Vulture


DI ANDREA CARCURO


Al Valico Fernetti, valico di frontiera tra l’Italia e la Slovenia, il clima è rigido e il vento soffia forte. A 10 minuti dalla città di Trieste, è un punto nevralgico e di collegamento dell’Europa occidentale con quella centro-orientale, attraversato – secondo il Viminale – da circa 20mila profughi ucraini dall’inizio del conflitto. Una zona di transito che in questi giorni racconta tante storie, numerose le famiglie che decidono di lasciare la propria terra nella speranza di poterci tornare presto.

Sono per lo più gli occhi speranzosi di donne e bambini, quelli che ho incrociato nella piazzola di sosta adibita a centro di prima accoglienza durante quest’ultima emergenza. Diversi i volontari di Unhcr, un’agenzia Onu per i rifugiati, protezione civile, Caritas e una onlus locale che distribuiscono beni di prima necessità, cibo e bevande calde per ristorarsi dopo un lungo viaggio.

Molti arrivano in bus, altri in macchina dopo un viaggio di 5 giorni attraversando Moldavia, Ungheria e Slovenia e nella maggioranza dei casi sono diretti a Napoli, Bologna, Roma o in città dove risiedono amici o parenti disposti ad ospitarli.

Tra questi anche una famiglia diretta in Basilicata. Sasha, 15 anni, scende incappucciata da un minivan, è scappata con la madre, i suoi due fratelli e la sorella da Ochakov nel sud dell’Ucraina, città ormai bombardata dai russi. Ora sono diretti a Rionero in Vulture dove vive la nonna. Il padre è un autista ed è rimasto in Ucraina, impossibilitato a partire per gli effetti della legge marziale che vieta agli uomini tra i 18 e 60 anni di lasciare il paese.

Trieste con i suoi soli 703km di distanza dai confini ucraini sente la guerra ancor più vicina e risponde con grandi gesti di solidarietà. «Riceviamo da giorni chiamate di cittadini disponibili ad ospitare nelle proprie case le famiglie ucraine» racconta emozionato uno dei volontari della Comunità di Sant’Egidio che in città offre assistenza, non solo attraverso raccolte di beni. Dal 2015 poco più di un centinaio le famiglie ucraine che necessitano di supporto e che trovano lavoro nel capoluogo friulano solitamente come badanti.

Nelle ultime ore anche la comunità lucana si è preparata ad accogliere i profughi ucraini: una cinquantina di persone ospiti della Caritas di Tricarico, divisi tra Garaguso scalo, San Mauro Forte, Stigliano, Campomaggiore e Grassano.

Anche il comune di Bella ha messo a disposizione 5 appartamenti per ospitare varie famiglie in arrivo, le cui spese di viaggio sono state sostenute dalla società del Picerno Calcio. Altri 25 tra donne e bambini arrivati anche a Melfi.


 

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