REGIONE, È CRISI INFINITA
Dopo Leone, l’attacco a Bardi di Rosa (Fdi): «Questo è un fallimento»
Zullino: «Persa l’ultima occasione per il cambiamento». E Vizziello scarica Bardi difendendo l’ex assessore alla Sanità
POTENZA. Il day after della prima seduta del Consiglio regionale con il nuovo esecutivo per il presidente della Regione, Vito Bardi, è certamente duro. La resa dei conti tra il governatore lucano e l’ex assessore Leone ha lasciato tutti sbigottiti.
E ha prodotto profondi strascichi sulla reale tenuta di questo governo regionale. Sancendo, di fatti, la fragilità politica di una maggioranza inadeguata a governare la Basilicata.
Da un lato Leone che ha accusato Bardi di averlo usato «come un pupo senz’anima », lasciandolo solo dei mesi più bui della pandemia e a prendersi fino a poco tempo fa colpe non sue.
Dall’altro lato il governatore che senza entrare troppo nel merito, prima di abbandonare l’Aula visibilmente irritato, ha liquidato le accuse dell’ex assessore come «risentimento », definendo Leone «inadeguato sia prima da assessore che ora da consigliere».
L’evidente rabbia di Vito Bardi nell’ascoltare quelle accuse hanno mostrato più un Generale ferito nell’orgoglio che un presidente richiamato al senso di responsabilità. I numerosi tentativi, anche maldestri e autoritari, di Bardi nel chiedere a gran voce al presidente del Consiglio in proroga Cicala di togliere la parola a Leone hanno macchiato la credibilità del parlamentino lucano. Una credibilità fatta soprattutto di ascolto e dialogo, per il rispetto di una democrazia esercitati dai lucani nel votare i rappresentanti dei diversi partiti.
Se qualche rappresentante del centrodestra ha mormorato a bassa voce di aver assistito «alla pagina più brutta della politica lucana», soprattutto per l’atteggiamento avuto dal presidente della Regione, c’è chi ha avuto il coraggio di dirlo ad alta voce. Il leghista Zullino non ha avuto paura di constatare che «forse è stata persa l’ultima occasione per dare inizio al cambiamento tanto proclamato ai lucani».
A fargli eco il collega di partito Vizziello convinto che «la vicenda umana e politica di Leone merita rispetto». L’abbandono dell’Aula da parte di Bardi, costringendo prima alla sospensione e poi al rinvio dei lavori a data da destinarsi, ha scavato solchi nella maggioranza. Le parole tanto di Zullino quanto quelle di Vizziello rispecchiano i sentimenti di diversi consiglieri.
La “paura” di essere trattati come Leone alla prima occasione di disappunto è palese. Non è detto a questo punto che Bardi abbia ancora quell’appoggio dal centrodestra di cui tanto ostentava sicurezza. La Lega, va ricordato, è stato il partito che di fatti ha ufficializzato la crisi, chiedendo prima una verifica nella maggioranza e poi l’azzeramento della Giunta.
Dimostrandosi l’unico vero partito di maggioranza capace di dettare le condizioni a Bardi. Condizioni che, con la sola riconferma dei due assessori leghisti Merra e Fanelli nonostante la richiesta di nomi nuovi giunta dal governatore, Bardi ha dovuto necessariamente accettare. Se due leghisti avanzano già dubbi sul comportamento di Bardi non è detto che altri non facciano lo stesso.
La partita in questo caso si complicherebbe. La necessità di contare sull’attuale maggioranza per Bardi è fondamentale, considerato che con la perdita di Leone e FdI, deve stringere accordi già con qualcuno dell’opposizione per avere i numeri dalla sua parte. Per come stanno le cose ora, però, per Bardi la situazione è diventata più che critica.
Oltre a doversi occupare della mozione di sfiducia che gran parte dell’opposizione vuole presentare in Consiglio deve essere capace di persuadere anche i nuovi scettici della sua stessa maggioranza. La tenuta del Bardi bis è veramente precaria e con il bilancio da approvare entro fine marzo se non arriva una soluzione a breve il voto anticipato sembra essere l’unica strada maestra.