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IL CDX TENTA MARTEDÌ DI RITROVARE L’UNITÀ

Tra quelli del partito del “non voto anticipato” c’è anche il centrosinistra non ancora pronto per le elezioni


IL DIARIO DELLA CRISI


DI MASSIMO DELLAPENNA


POTENZA. “Inadeguato al ruolo”, è il giudizio che a bassa voce emerge dalle discussioni politiche di questi giorni anche e soprattutto nella maggioranza parlando di Bardi. Il consigliere Zullino lo ha quasi fatto intendere nelle sue parole di critica alla gestione del Consiglio Regionale. Sicuramente emerge questa valutazione anche nelle segreterie dei partiti.

Essere il Governatore della Regione, come detto da Leone in Consiglio regionale, non è come fare il Comandante di un corpo militare, la politica è riflessione, attesa, comprensione delle dinamiche sociali, delle forze in campo che possono essere anche più complesse delle singole posizioni espresse sui territori.

Decidere di far fuori un partito come Fratelli d’Italia dalla coalizione è stata una scelta che non poteva essere priva di conseguenze, pensare di sostituire il sostegno di un partito con il sostegno dei singoli consiglieri regionali è una decisione che nessun uomo politico avrebbe mai assunto, far tornare nei banchi del Consiglio Regionale l’assessore Leone è una mossa che nessun uomo politico avrebbe mai fatto senza una seria copertura politica.

LA RESA DEI CONTI

Non è un caso che, dopo la dichiarazione del Pd e dei Cinque Stelle di presentare una mozione di sfiducia e la posizione trapelata da FdI di votarla le diplomazie politiche si siano rimesse all’opera. Rompere il centrodestra, avranno pensato a Roma, è una decisione che non può essere presa da un generale in pensione né può essere legata a contingenze.

È una valutazione da prendere con cautela e non prima di aver espolorato tutte le strade possibili. Non è un caso che Guarente, dimostrandosi molto più saggio del Generale, abbia ancora liberi i due posti per Fratelli d’Italia in Giunta.

MARTEDÌ IL VERTICE ROMANO

A quanto pare Martedì, i segretari regionali e i coordinatori nazionali dei partiti del centrodestra si vedranno a Roma per decidere di assumere una posizione unitaria. Alla luce della decisione di Leone di passare in FdI, l’unica soluzione possibile sarà quella di chiedere che il Presidente modifichi nuovamente la Giunta, togliendo un assessore a Forza Italia per darlo a FdI sostituendo, inoltre, qualcuno dice Baldassarre con un assessore del partito della Meloni.

Circostanza quest’ultima improbabile, almeno per preservare le forme.

NESSUNO VUOLE CARICARSI BARDI

La cosa che più ha colpito durante l’attacco di Leone in Consiglio Regionale è che nessuno si sia alzato per difendere Bardi. Leone sembrava parlare a nome di tanti tra quelli che erano nell’emiciclo e in politica.

Del resto la percezione di trovarsi davanti a un uomo pronto a scaricare chiunque per salvare se stesso è ormai palpapibile, l’elenco delle persone di fiducia abbandonate è lunghissimo: Calenda, Grauso, Araneo e ora Rosa e Leone, solo per citarne alcune. Tutte persone vicine a Bardi e scaricate quando ritenute sacrificabili.

IL TERRORE DEL VOTO A SINISTRA

Se Atene piange, Sparta non ride. In un momento come questo da una opposizione che sappia fare il suo mestiere ci si aspetterebbe un attacco costante al Governo Regionale. Invece cala il silenzio a sinistra, quasi che si abbia la certezza di essere ancora impreparati ad eventuali elezioni anticipate e si speri di logorare un po’ di più il centrodestra. Cosa accadrà è ancora da determinare e lo vedremo nella settimana prossima.

La percezione innanzi a cui ci troviamo, però, è che molti si siano pentiti della scelta del Presidente fatta tre anni fa che rischia di gettare alle ortiche anni di battaglie sui territori.


 

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