AttualitàBlogEventi e Cultura

PAPA FRANCESCO: IL 25 MARZO CONSACRERÒ RUSSIA E UCRAINA AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

È SACRILIGO‼️

PAPA

Il Papa: la guerra di aggressione all’Ucraina è disumana e sacrilega
Riferendosi alla guerra nel Paese dell’Europa dell’Est il Papa afferma: “tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Il Papa dopo la preghiera mariana dell’Angelus ricorda che “non si arresta, purtroppo, la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo”. Francesco supplica “tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante”. Anche questa settimana, aggiunge, “missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Tutto questo è disumano

Il Papa ricorda che il 19 marzo, nella solennità di San Giuseppe, è andato a trovare i bambini feriti arrivati dall’Ucraina e ricoverati all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù a Roma: “A uno manca un braccio, l’altro è ferito alla testa … Bambini innocenti”. Il Pontefice pensa anche “ai milioni di rifugiati ucraini che devono fuggire lasciando indietro tutto”. E prova “un grande dolore per quanti non hanno nemmeno la possibilità di scappare”.

Tanti nonni, ammalati e poveri, separati dai propri familiari, tanti bambini e persone fragili restano a morire sotto le bombe, senza poter ricevere aiuto e senza trovare sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei. Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega. Preghiamo in silenzio per quanti soffrono.

Restiamo vicini a questo popolo martoriato

Francesco sottolinea che è consolante sapere che “alla popolazione rimasta sotto le bombe non manca la vicinanza dei Pastori, che in questi giorni tragici stanno vivendo il Vangelo della carità e della fraternità”. Francesco spiega di aver sentito “in questi giorni alcuni di loro al telefono”: “sono vicini al popolo di Dio”. A loro esprime la propria gratitudine per questa testimonianza, per il sostegno offerto “a tanta gente disperata”. Il pensiero di Francesco va anche al nunzio apostolico, monsignor Visvaldas Kulbokas, che dall’inizio della guerra è rimasto a Kiev insieme ai suoi collaboratori: “con la sua presenza mi rende vicino ogni giorno al martoriato popolo ucraino”.

Stiamo vicini a questo popolo martoriato, abbracciamolo con l’affetto, e con l’impegno concreto e con la preghiera. E per favore, non abituiamoci alla guerra e alla violenza, non stanchiamoci di accogliere con generosità, come si sta facendo: non solo ora, nell’emergenza, ma anche nelle settimane e nei mesi che verranno. Perché voi sapete che il primo momento, tutti ce la mettiamo tutta per accogliere, ma poi, l’abitudine ci raffredda un po’ il cuore e ci dimentichiamo. Pensiamo a queste donne, a questi bambini che con il tempo, senza lavoro, separate dai loro mariti saranno cercate dagli avvoltoi della società. Proteggiamoli, per favore.

Consacrazione di Russia e Ucraina al Cuore Immacolato di Maria


Papa Francesco invita infine ogni comunità e ogni fedele a unirsi a lui venerdì 25 marzo, Solennità dell’Annunciazione, “nel compiere un solenne Atto di consacrazione dell’umanità, specialmente della Russia e dell’Ucraina, al Cuore immacolato di Maria, affinché Lei, la Regina della pace, ottenga al mondo la pace”. Nello stesso giorno, lo stesso atto sarà compiuto a Fatima dal cardinale Konrad Krajewski come inviato del Papa.

“Praedicate Evangelium”, promulgata la nuova Costituzione sulla Curia
Veglia di Pentecoste del 18 maggio 2013 in Piazza San Pietro
Promulgato dal Papa, il testo contiene e sistematizza molte riforme già attuate in questi anni. Entrerà in vigore il 5 giugno, Solennità di Pentecoste. La nuova Costituzione conferisce una struttura più missionaria alla Curia perché sia sempre più al servizio delle Chiese particolari e dell’evangelizzazione. Unificate Propaganda Fide e Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione, il prefetto sarà il Papa

Andrea Tornielli – Sergio Centofanti

È stata promulgata oggi, nella Solennità di San Giuseppe, la nuova Costituzione apostolica sulla Curia romana e il suo servizio alla Chiesa e al mondo “Praedicate evangelium”: entrerà in vigore il prossimo 5 giugno, Solennità di Pentecoste. Frutto di un lungo percorso di ascolto iniziato con le Congregazioni generali che hanno preceduto il Conclave del 2013, la nuova Costituzione, che sostituisce la “Pastor bonus” di Giovanni Paolo II promulgata il 28 giugno 1988 e in vigore dal primo marzo 1989, è costituita da 250 articoli.

Lunedì prossimo 21 marzo alle 11.30 il testo sarà presentato nella Sala Stampa della Santa Sede dal cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, da monsignor Marco Mellino, segretario del Consiglio di Cardinali, e dal padre gesuita Gianfranco Ghirlanda, canonista, professore emerito della Pontificia Università Gregoriana.

Il testo, come detto, è frutto di un lungo lavoro collegiale, che ha preso spunto dagli incontri del pre-conclave 2013, ha coinvolto il Consiglio dei Cardinali, con riunioni dall’ottobre 2013 al febbraio scorso, ed è continuato sotto la guida del Papa con vari contributi dalle Chiese di tutto il mondo.

Va sottolineato che la nuova Costituzione sancisce un percorso di riforma già quasi interamente attuato negli ultimi nove anni, tramite gli accorpamenti e gli aggiustamenti avvenuti, che hanno portato alla nascita di nuovi Dicasteri. Nel testo si sottolinea che “la Curia romana è composta dalla Segreteria di Stato, dai Dicasteri e dagli Organismi, tutti giuridicamente pari tra loro”.

Tra le novità più significative al riguardo contenute nel documento c’è l’accorpamento del Dicastero per l’Evangelizzazione della precedente Congregazione per l’Evangelizzazione dei popoli e del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione: i due capi dicastero diventano entrambi pro-prefetti, perché la prefettura di questo nuovo Dicastero è riservata al Papa. Si legge infatti nella Costituzione: “Il Dicastero per l’Evangelizzazione è presieduto direttamente dal Romano Pontefice”.

Viene poi istituito il Dicastero per il Servizio della Carità, rappresentato dall’Elemosineria, che assume così un ruolo più significativo nella Curia: “Il Dicastero per il Servizio della Carità, chiamato anche Elemosineria Apostolica, è un’espressione speciale della misericordia e, partendo dall’opzione per i poveri, i vulnerabili e gli esclusi, esercita in qualsiasi parte del mondo l’opera di assistenza e di aiuto verso di loro a nome del Romano Pontefice, il quale nei casi di particolare indigenza o di altra necessità, dispone personalmente gli aiuti da destinare”.

La Costituzione apostolica presenta innazitutto, in quest’ordine, i Dicasteri dell’Evangelizzazione, della Dottrina della Fede e del Servizio della Carità.

Un altro accorpamento riguarda la Commissione per la tutela dei minori, che entra a far parte del Dicastero per la Dottrina della Fede, continuando ad operare con norme proprie e avendo un presidente e un segretario proprio.

Una parte fondamentale del documento è quella che riguarda i principi generali. Nel preambolo si ricorda che ogni cristiano è un discepolo missionario. Fondamentale, tra i principi generali, la specificazione che tutti – e dunque anche fedeli laici e laiche – possono essere nominati in ruoli di governo della Curia romana, in forza della potestà vicaria del Successore di Pietro: “Ogni cristiano, in virtù del Battesimo, è un discepolo- missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo Gesù. Non si può non tenerne conto nell’aggiornamento della Curia, la cui riforma, pertanto, deve prevedere il coinvolgimento di laiche e laici, anche in ruoli di governo e di responsabilità”.

Si sottolinea inoltre che la Curia è uno strumento al servizio del Vescovo di Roma anche a utilità della Chiesa universale e dunque degli episcopati e delle Chiese locali. “La Curia romana non si colloca tra il Papa e i Vescovi, piuttosto si pone al servizio di entrambi secondo le modalità che sono proprie della natura di ciascuno”. Un altro punto significativo riguarda la spiritualità: anche i membri della Curia romana sono “discepoli missionari”. Evidenziata in particolare la sinodalità, come modalità di lavoro usuale per la Curia romana, un percorso già in atto, da sviluppare sempre di più.

Altri aspetti contenuti nel documento sono la sottolineatura della definizione della Segreteria di Stato come “segreteria papale”, il passaggio dell’Ufficio del personale della Curia alla Segreteria per l’Economia (Spe), l’indicazione che l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) deve agire tramite l’attività strumentale dell’Istituto per le Opere di Religione.

Ancora, viene stabilito che per i chierici e i religiosi in servizio nella Curia romana il mandato è quinquennale e può essere rinnovato per un secondo quinquennio, concluso il quale essi tornano alle diocesi e alle comunità di riferimento: “Di regola dopo un quinquennio, gli Officiali chierici e membri degli Istituti di Vita Consacrata e delle Società di Vita Apostolica che hanno prestato servizio nelle Istituzioni curiali e negli Uffici fanno ritorno alla cura pastorale nella loro Diocesi/Eparchia, o negli Istituti o Società d’appartenenza. Qualora i Superiori della Curia romana lo ritengano opportuno il servizio può essere prorogato per un altro periodo di cinque anni”

Guerra in Ucraina, si combatte a Mariupol dove mancano acqua e cibo
Lo rende noto la Croce Rossa Ucraina, che ha diffuso un video in cui i volontari denunciano la situazione drammatica della popolazione civile, alla ricerca di viveri e sempre più assediata. Kiev parla di “crimini di guerra” nella città sudorientale del Paese, che conta oltre 400mila abitanti. Nelle ultime ore è stata bombardata una scuola dove trovavano rifugio centinaia di persone

Andrea De Angelis – Città del Vaticano 

Il timore è che a Mariupol il conflitto possa diventare casa per casa. Da sabato 19 marzo i combattimenti hanno raggiunto il centro della città, che prima della guerra contava circa 450mila abitanti. Da alcuni giorni gli scontri si concentrano attorno all’acciaieria Azov, una delle più grandi fabbriche siderurgiche d’Europa, situata non lontano dalla città. Il sito è conteso, con le forze russe che ne annunciano la conquista e quelle ucraine che smentiscono. Nella notte una parlamentare ucraina, Lesia Vasylenko, ha detto che l’acciaieria sarebbe stata distrutta dai bombardamenti. 

L’allarme della Croce Rossa

La Croce Rossa Ucraina in queste ore ha diffuso un video in cui due volontari, Vladimir e Kate, raccontano cosa sta accadendo a Mariupol, città dalla quale sono fuggiti negli scorsi giorni. “La situazione è tremenda, non c’è più acqua né cibo”, spiegano, sottolineando come anche la connessione telefonica sia interrotta. “Le persone sono isolate, intere famiglie non ricevono notizie dei loro cari da oltre una settimana”. Sabato alcuni funzionari locali del governo di Mariupol hanno accusato le forze russe di aver trasferito forzatamente in Russia migliaia di civili che vivevano in città. Secondo Pyotr Andryushchenko, un assistente del sindaco che ha parlato con il New York Times, ci sarebbero state tantissime testimonianze che mostrerebbero come le forze russe abbiano sgomberato un edificio dai suoi occupanti civili e costretto le persone a spostarsi a Taganrog, una città russa a poche decine di chilometri a est di Mariupol.

Crimini di guerra

Nella notte il presidente ucraino Zelensky, in un nuovo video postato su Facebook, afferma che l’assedio di Mariupol passerà alla storia per quelli che definisce “crimini di guerra” da parte dell’esercito russo. “Fare questo a una città pacifica, quello che hanno fatto gli occupanti, è una cosa terribile che sarà ricordata per i secoli a venire”, afferma il Capo di Stato. Nelle stesse ore, il Consiglio municipale di Mariupol ha denunciato il bombardamento da parte delle forze russe di una scuola dove erano rifugiate 400 persone. Su Telegram, il consiglio ha riferito che l’edificio è stato distrutto e ci sono persone intrappolate tra le macerie. Nella scuola c’erano donne, bambini ed anziani, hanno ancora riportato le autorità. A riferirne è la Bbc. Nella notte le sirene sono suonate in quasi tutte le regioni ucraine, compresa la capitale, Kiev, e Leopoli. 

Il fronte diplomatico 

Il primo ministro giapponese Kishida e il suo omologo indiano Modi hanno chiesto “l’immediata cessazione della violenza” in Ucraina, al termine di un incontro a Nuova Delhi. I due hanno sottolineato l’importanza della sicurezza degli impianti nucleari in Ucraina e si sono impegnati ad agire per affrontare la crisi umanitaria che l’Ucraina sta affrontando, secondo una dichiarazione congiunta rilasciata dopo il loro incontro. Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha affermato che “il tempo dimostrerà che la posizione della Cina è dalla parte giusta della storia” sulla guerra in Ucraina. “La Cina continuerà a formulare giudizi indipendenti basati sul merito della questione e in un atteggiamento obiettivo ed equo”, ha detto Wang Yi ai giornalisti, secondo una dichiarazione del ministero degli Affari esteri cinese riportata dai media internazionali. Quindi ha affermato che “la soluzione a lungo termine è abbandonare la mentalità della Guerra fredda, astenersi dall’impegnarsi in scontri di gruppo e formare veramente un’architettura di sicurezza regionale equilibrata, efficace e sostenibile”. 

Dal deserto della Quaresima all’oasi della Risurrezione
Camminiamo insieme verso la Pasqua, in ascolto del Vangelo del giorno, sollecitati dalla riflessione di don Luigi Epicoco, assistente ecclesiastico del Dicastero per la Comunicazione. La terza puntata ruota intorno alla parola “pazienza”. “Quando si ama qualcuno – afferma don Luigi Epicoco – bisogna essere disposti alla gradualità”. “L’amore di Dio è un amore paziente”. Non bisogna abusare del tempo dell’amore c’è un limite alla pazienza che ci porta alla decisione giusta per cambiare.
L’ANGELUS CON PAPA FRANCESCO: LA DIRETTA

https://youtu.be/WB_KLVFRn24

*^*

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti