LA GIORNATA MONDIALE DELL’ACQUA A MATERA
L’evento è stato un’occasione per ribadire la libera disponibilità per tutti della preziosa risorsa idrica
Il 22 Marzo si celebra su tutto il pianeta la Giornata mondiale dell’acqua, un evento di vitale importanza che è stato istituito nel 1992 dalle Nazioni unite in occasione della Conferenza di Rio. Quest’anno poi la ricorrenza è ancora più significativa perché cade proprio nel trentesimo anniversario dalla sua istituzione. Un evento così importante però non è fatto solo per essere celebrato o commemorato ma – Deve trasformarsi, come si disse nella conferenza di Rio, in attività concrete da parte di tutte le nazioni del pianeta per individuare e risolvere i problemi più urgenti legati al consumo dell’acqua-, che, come sappiamo, essendo uno dei beni di primaria importanza per il genere umano dovrebbe avere un accesso garantito a tutti. Ma il condizionale in questo caso è più che mai d’obbligo considerando che dati ufficiali provenienti dall’Istituto superiore di sanità ci dicono che – Nel mondo, più di due miliardi e mezzo di persone non hanno accesso a servizi igienici adeguati e soprattutto non hanno accesso all’acqua. I rapporti ufficiali dell’Unicef e dell’ Organizzazione mondiale della sanità sono ancora più drammatici al riguardo visto che dicono che -Un bambino su tre è senza acqua sicura-, nel senso che non dispone di un accesso sicuro a fonti d’acqua che non siano nocive.
Ma se questa Giornata mondiale dell’acqua è importante per tutto il mondo lo è in maniera ancora più determinante per la città di Matera che è conosciuta in tutto il mondo ed è patrimonio Unesco proprio perché è l’esempio straordinario di canalizzazione e raccolta delle acque piovane. Matera dunque è una testimonianza storica della grandissima abilità ed ingegno degli esseri umani che sin da età preistoriche si sono ingegnati a creare sistemi particolarissimi di cisterne, canali di confluenza e raccolta delle acque. Acque che dopo essersi purificate fluendo in vasche di decantazione, collocate via via a livelli più bassi, venivano raccolte in pozzi così profondi che in alcuni casi dopo essere stati ulteriormente ampliati sono diventati essi stessi delle case-cisterna. Un sistema particolarissimo dunque che ha fatto di Matera, dei suoi tetti, delle particolarissime grondaie, delle pluviali in terracotta e delle cisterne a campana, un enorme e geniale reticolato idrico, uno dei sistemi di raccolta ma soprattutto di fruizione e utilizzo comune delle acque, più unici mai concepiti nella storia. Eppure, malgrado questo antichissimo esempio così significativo di condivisione e distribuzione dell’acqua, quest’ultima rimane ancora una risorsa che pur appartenendo al genere dei beni comuni indisponibili, purtroppo è ancora negata a molti esseri umani.
E ciò non dovrebbe essere tanto più che nella Conferenza di Rio nella quale per il vero si stabilirono moltissimi altri diritti propri del genere umano, un solo diritto però venne stabilito a parte in un paragrafo specifico ed è proprio il diritto umano all’acqua. Un bene preziosissimo dunque, l’acqua, che arricchisce la città di Matera attraverso le numerose fontanelle storiche ancora presenti nei Sassi e che ci invitano non solo a ricordarne ogni giorno la preziosità, ma soprattutto a gestire l’acqua con razionalità, grande consapevolezza e sopratutto parsimonia!