LOMUTI SULLA CITTÀ DELLA PACE: «ADESSO BASTA TENTENNAMENTI»
Il Senatore del Movimento 5 stelle chiede l’intervento della Ministra Lamorgese: «Convochi un Tavolo con il Presidente Bardi»
Il Senatore del M5S, Arnaldo Lomuti, torna sulla Città della Pace a Scanzano Jonico con una lettera rivolta alla ministra degli Interni Lamorgese in cui evidenzia come «si attende da anni l’ultimazione di una struttura destinata all’accoglienza temporanea di profughi per un numero complessivo di 150 posti letto».
Il sentaore pentastellato spiega il progetto “Città della Pace”, che «nasce nei primi anni 2000 per iniziativa del premio nobel per la pace Betty Williams, la quale, nel 2003, durante la mobilitazione popolare in risposta al progetto di localizzare un deposito di materiale radioattivo a Scanzano Jonico, decise di intervenire a sostegno di un utilizzo alternativo del territorio.
Per la sua realizzazione sono stati investiti già 2,5 milioni di euro e per il suo completamento sono disponibili 2 milioni di euro finanziati con le risorse del Programma Operativo Nazionale (Pon) Legalità Fesr Fse 2014-2020 -Asse 7 “Integrazione e Accoglienza migranti”, per il completamento del progetto destinato all’accoglienza temporanea di migranti e richiedenti asilo attraverso il completamento della struttura “Città della Pace” a Scanzano Jonico (Mt).
Nell’area del metapontino, la presenza dei lavoratori migranti regolari è cospicua e diffusa durante tutto l’anno a causa dell’intensiva coltivazione di prodotti ortofrutticoli». Prosegue la disamina del Senatore. «Il numero dei cittadini extracomunitari è in aumento anche in considerazione della chiusura di diverse strutture di prima accoglienza.
Il complesso diventerebbe un argine e un forte contrasto al fenomeno del caporalato, permettendo maggiore legalità nei rapporti di lavoro tra le aziende agricole e gli operai, contribuendo efficacemente alla strategia complessiva del suddetto Pon Legalità.
La struttura, il cui cantiere venne inaugurato con la presenza del Dalai Lama, potrebbe essere ultimata in pochi mesi, ciò la renderebbe idonea anche ad essere utilizzata per fare fronte all’imponente crisi umanitaria determinata dai preoccupanti eventi bellici in Ucraina.
Infatti, ad oggi, i profughi arrivati in Italia dal fronte Ucraino sono circa 60 mila, prevalentemente donne e bambini ma si stima un flusso superiore alle 700 mila persone. Oggi, a causa dell’inerzia della regione Basilicata, il progetto rischia di arenarsi e di decadere, determinando un grave danno al territorio, alla collettività, alla legalità e alla finanza pubblica e consegnerebbe al territorio l’ennesima cattedrale nel deserto.
Da più parti è arrivata la richiesta all’attuale Governatore della regione, Vito Bardi, di procedere all’approvazione di apposita delibera per completare la struttura.Tuttavia, apprendiamo da un articolo di stampa, che gli uffici regionali stanno valutando il finanziamento di altri progetti, lasciando in pratica sospeso il completamento dei lavori della struttura ».
«Signora Ministra» tuona Lomuti, «i giorni di angoscia che stiamo vivendo chiedono unità, lungimiranza, avvedutezza ma anche fermezza nelle decisioni». Infine, Lomuti conclude con un appello alla Ministra: «La Città della Pace non può attendere ulteriori tentennamenti.
Per questi motivi, Le chiedo di convocare con urgenza un tavolo di confronto con il Presidente della regione Bardi, in modo da eliminare ogni ostacolo che impedisce di coronare il sogno del premio Nobel Betty Williams di realizzare una capitale della cultura dell’accoglienza europea: il progetto della Città della Pace deve andare avanti».