PALAZZO LANFRANCHI, RESTYLING D’AUTORE

Ospita al suo interno tante pregevoli opere d’arte, ma questa volta parliamo del Museo nazionale di Palazzo Lanfranchi di Matera non per illustrare i capolavori pittorici in esso esposti, ma perché da un anno a questa parte il museo stesso stesso è protagonista di un complesso restyling.
Il restauro sta interessando tutta la parte esterna dell’edificio e in particolare, dopo gli ultimi ritocchi al lato già rifinito dell’immobile che si affaccia sui Sassi, adesso l’opera di recupero si fa più delicata, perché è arrivato il momento di restaurare la celeberrima facciata dell’edificio.
Si tratta di un’architettura che è un indubbio capolavoro d’arte barocca, ricco com’è di pilastrini e decorazioni di statue in pietra nonché di incisioni latine e ricercati intarsi che ricordano il raffinato splendore dei palazzi del Seicento materano.
Sotto l’aspetto tecnico del progetto di restauro di Palazzo Lanfranchi va detto che esso rientra nel PON, il Piano operativo nazionale del Ministero dell’istruzione, cultura e sviluppo ed è finanziato anche con i fondi FESR 2014-2020 previsti per il restauro e la valorizzazione architettonica. Gli addetti ai lavori poi hanno spiegato che è un’opera che è stata appaltata dal Segretariato regionale del ministero della cultura per la Basilicata e il restauro che è finanziato per un importo a base d’asta di circa 3,5mln € euro, è iniziato un anno fa e se tutto va bene dureranno un altro anno.
Si potrebbe dire dunque che per il restyling di Palazzo Lanfranchi siamo a metà dell’opera e trattandosi di uno di musei nazionali più rinomati d’Italia si è pensato di dare un tocco d’arte anche alle impalcature utilizzate per i lavori di rinnovamento.
Anzi per far sparire le antiestetiche impalcature si è avuta un’idea artistica, si è utilizzato un telone ricoprente che è esso stesso una riproduzione del celebre dipinto della donna tra i girasoli, del pittore materano Luigi Guerricchio un grande artista che per coincidenza conseguì la maturità classica a Matera durante gli anni in cui la sede del liceo era proprio Palazzo Lanfranchi.
Storie di talento e arte, di creatività e recupero architettonico che finalmente dischiudono uno spiraglio per il vero ritorno alla grande arte e alla grande bellezza dopo due lunghi anni di oscurantismo pandemico.