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AGEFORMA, IL “CARROZZONE” DIMENTICATO SOPPRESSO NEL 2016 MA SOLO SU CARTA

Con l’istituzione dell’Arlab, la società in house non ha più attività da svolgere eppure la liquidazione iniziata nel 2017 non si sa quando avrà fine


Sarebbe da rottamare, formalmente soppressa dal 2016, ma finchè c’è la liquidazione, c’è anche la speranza: un “carrozzone è per sempre, il caso dell’Agenzia provinciale di Matera per l’istruzione e la formazione professionale, l’orientamento e l’impiego Ageforma.

Con l’istituzione dell’Agenzia regionale Arlab, la soppressione delle 2 agenzie provinciali, entrambe istituite nel lontano 2003, l’Apofil per Potenza e l’Ageforma per Matera invischiata in una procedura di liquidazione che cominciata nel 2017 non si sa quando finirà dati i rimanda agli «anni futuri » contenuti in documenti contabili.

Tecnicamente, per l’Ageforma «non ci sono ricavi propri della gestione in quanto la società essendo in fase di liquidazione, ha in corso esclusivamente le operazioni tipiche della liquidazione »: non fa più attività formative, ma i soldi pubblici, nella triangolazione Regione, Provincia Agenzia, continuano a viaggiare come se nulla fosse deciso in relazione alla fine della società in house.

Dove c’è un “carrozzone”, le anomalie proliferano e risulta particolare, per fare un primo esempio, che il Commissario liquidatore nominato nel novembre del 2017, anche lui, come la liquidazione, vita natural durante, abbia percepito un emolumento persino maggiore di quello che il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha stabilito per il Commissario di un altro noto “carrozzone”, quest’ultimo soppresso addirittura dal 2011, ma come l’Ageforma ancora palpitante, l’Eipli.

In relazione all’Ente per lo sviluppo dell’Irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia, per l’espletamento dell’incarico Commissariale, l’indennità è stata fissata in 59mila euro annui. All’Ageforma, invece, il Commissario liquidatore Vincenzo Marranzini percepiva 70mila euro annui.

Bene, pertanto, che a Marrazini, con effetto retroattivo ma solo «a far data dal 1 gennaio 2021», sia stato rideterminato il compenso per la parte fissa con una decurtazione del 50%, 35mila euro, ma il punto è che l’interrogativo principale, quando la reale soppressione dell’Ageforma?, non ha, dopo anni, ancora una risposta. Tutto sospeso, come l’incarico ormai divenuto decennale del Revisore unico dei conti.

In tema di Finanza locale, come precisato proprio nel luglio dell’anno scorso dal Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero dell’Interno, «il revisore dei conti che ha già svolto due incarichi non può essere nominato una terza volta nel medesimo ente, a tal fine non rileva se gli incarichi siano stati consecutivi, né se il mandato sia stato inferiore al triennio e neppure il ruolo ricoperto nel collegio».

Sul tema, altra anomalia da record dei “carrozzoni”, all’Ageforma da segnalare, come emerge anche dagli atti del 20022, che il revisore unico dei conti, quest’anno farà 10 anni di incarico. Il “protagonista” è Nicola Ragazzo che opera sulla base di una delibera di nomina fatta dal Consiglio provinciale di Matera il «30 ottobre 2012». L’Ageforma spende, non solo per le bollette delle utenze telefoniche e dell’energia elettrica, ma qua e là anche in consulenze.

Ne sa qualcosa l’attuale Direttore generale dell’Agenzia regionale lavoro e apprendimento Arlab, Paolo Di Ginosa, che l’anno scorso per una «consulenza specialistica in materia di amministrazione e rendicontazione», durata 4 mesi, ha incassato 12mila euro lordi.

Ente soppresso sì, ma risorto grazie alla procedura di liquidazione che più durerà, più farà salire il conto del suo costo.


 

Ferdinando Moliterni

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