BARDI DIMOSTRI DI ESSERE COME ZAIA: SI RICANDIDI
Preso dalla prova Meloni, scenda in campo e dimostri d’essere come Zaia e non dipendente dai partiti
DIARIO DELLA CRISI
DI MASSIMO DELLAPENNA
IL GIORNO DELLA VERITÀ
Formalmente il giorno della verità sarà oggi pomeriggio, in realtà quello che doveva accadere è già accaduto nella giornata di sabato. FdI ha formalizzato la sua posizione sul voto di sfiducia, chiarendo che è disposto ad entrare in Giunta soltanto se il Governatore rispetta la parola data e nomima due assessori senza discuterne i nomi.
Bardi ha notificato la sua indisponibilità a dare il secondo assessore al primo partito italiano, Lega e Forza Italia si sono limitati a generici appelli all’unità e alla continuità. L’ultimo bluff del Generale che minacciava la caduta dei Governi di Abruzzo e Marche e la notizia di possibili dimissioni non hanno sconvolto il quadro.
LA MAGGIORANZA POLITICAMENTE NON ESISTE PIÙ
Non è possibile prevedere cosa accadrà in Aula nel primo pomeriggio e, forse, Bardi potrebbe salvarsi grazie a qualche assenza strategica di qualche consigliere regionale di opposizione (certamente non di Italia Viva che ha ribadito il voto di sfiducia) ma è evidente che la maggioranza politica non esiste più.
Di fronte alla posizione ferma di Fratelli d’Italia, logica politica vorrebbe che Bardi abbia innanzi a sé due strade: o accettare la richiesta di Fratelli d’Italia o dimettersi.
La conta in Aula, oltre ad essere molto lontana dall’ “etica ed estetica delle istituzioni” tanto sbandierata da Bardi, non risolverebbe i problemi politici della maggioranza e del Governo Regionale. Prendere atto che la maggioranza politica non c’è più sarebbe l’unico gesto politicamente coerente del Generale Bardi.
Sempre che non voglia fare, magari anche mentre questo giornale va in stampa, l’unica mossa sensata e cioè di mantenere fede agli impegni presi con gli alleati di Fratelli d’Italia, già l’anno scorso con la promessa fatta direttamente alla Meloni.
LA PAURA DEL VOTO E GLI APPELLI ALLA RESPONSABILITÀ
È evidente che la paura del voto potrebbe fare tanto per qualche consigliere regionale che avesse il fondato sospetto di non potersi garantire lo stipendio per i prossimi anni in caso di elezioni anticipate ma è chiaro che un Consiglio Regionale che si salvasse per un mesto “tengo famiglia” non sarebbe uno spettacolo edificante per nessuno.
Gli appelli alla responsabilità servono a sollecitare l’istinto della sopravvivenza individuale ma cadono nel vuoto oltre ad essere assolutamente infondati.
In caso di sfiducia o di dimissioni del Presidente, il Governo ed il Consiglio resterebbero in carica fino all’insediamento del prossimo Consiglio e del prossimo Presidente senza alcun vuoto di potere. Le elezioni anticipate si terrebbero a Giugno e due mesi di ordinaria amministrazione non sarebbero certamente un dramma per la Regione. Nel frattempo la Regione Basilicata potrebbe tranquillamente svolgere la sua attività anche in relazione al Pnrr.
LA PROVA DEL CONSENSO REALE
Il leader di Noi con l’Italia, Cannizzaro, nel confermare il proprio sostegno incondizionato a Bardi lo invita, in caso di sfiducia in Aula, a candidarsi da solo contro tutti e chiedere il consenso al popolo lucano.
Sarebbe una sfida interessante e servirebbe per capire se davvero il Generale è lo Zaia della Basilicata, capace di un consenso personale ben superiore a quello della coalizione, o se più modestamente è stata la coalizione dei tanto vituperati partiti a portare in trionfo chi di suo non aveva niente da dare.
Certo si dovrebbe avere il coraggio di misurarsi o, almeno di conformarsi a quell’alto senso delle Istituzioni che non può ridursi soltanto a retorica. La più alta forma di rispetto delle Istituzioni, infatti, è il rispetto per la volontà popolare, mettersi alla prova sul punto sarebbe la sfida più interessante.